14 - Don't Know Why

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L'anziana gli sorrise con aria affabile. Rifiutare la fetta di dolce a J parve un vero sgarbo, ma la signora comprese.
«Dovresti nutrirti di più tesoro... Sei pelle e ossa... al tuo compagno sta bene che mangi così poco?» Gli chiese piena di premura. J non fece tempo a dire nulla, che la donna gli sfiorò il braccio con un sorriso immenso. «Sono tanto felice ragazzo mio. Che ti sia conquistato la medaglia che meritavi e che ti sia anche innamorato di nuovo. Mi scalda tanto il cuore vederti così felice.»
La casa che aveva appena comprato era stupenda. L'anziana proprietaria era una sua fan che lo seguiva con passione sin dai primi tempi.
J si voltò a guardare Marco che parlava tranquillo con il marito della signora. Quando il calciatore si accorse che il ragazzo lo osservava gli rivolse un sorriso sornione. J gli strizzò un occhio di rimando. Beh non poteva certo negare di essere veramente felice, come non gli capitava da tanto. Non ebbe il cuore di dire alla donna che di fatto non stavano assieme. Dopotutto quel dettaglio aveva poca importanza.
Era davvero tanto felice. Ed era anche molto innamorato. Aveva conservato la rosa essiccata che Marco gli aveva donato, la teneva vicino al comodino come un tesoro.
Quando era stato il momento di traslocare, Marco ringraziò il cielo di essere diventato allenatore dei pulcini a tempo pieno. Aveva chiesto alla società di poter seguire soltanto la squadra dei pulcini. Lasciare il campo da gioco era stata una scelta difficile, ma le sue povere ginocchia ne avevano giovato.
Poi non era insoddisfatto. Allenare i pulcini gli concedeva tempo a sufficienza per le prove la sera con gli I Want Kiwis.
J aveva l'impellenza di traslocare da quando si era trovato Azul a dormire nella sua stanza.
Azul era senza dubbio il peggior coinquilino di sempre... Da quando erano arrivati, i restanti membri della band avevano messo radici e il chitarrista aveva il vizio di seminare una scia di cicche e cartacce in giro. Non solo... spesso lo trovavano nudo in giro, munito soltanto di chitarra.
Marco era finalmente riuscito a scoprire che anche J aveva un lato pudico. A quanto pareva l'eccessiva nudità di Azul non era molto apprezzata. Forse anche per via della nuvola di fumo che lo circondava.
Inoltre J, sfrattato spesso dalla propria stanza, si ritrovava sovente a lamentarsi in camera del calciatore, non solo dell'inopportuna invadenza del chitarrista, ma anche degli amplessi alquanto rumorosi del giovane proprietario di casa.
Mickey era talmente assuefatto dalle bollenti notti passate assieme ad Axells, da riuscire a sorvolare sul caos di Azul.
Quindi quando la casa era stata pronta, J era stato rapidissimo a caricare tutto e fuggire.
Trasferirsi nella nuova casa era stato il momento migliore in assoluto.
La casa aveva ben tre camere ed era nei piani sin dall'inizio che ognuno avesse i propri spazzi. Marco si era sistemato in una stanza molto ampia e, nonostante tutti i loro discorsi, murare fuori dalla propria stanza il pattinatore era stato maledettamente difficile, ma andava fatto.
Il calciatore aveva bisogno di capire cosa voleva, con calma, e dare a J la serenità per affrontare la fine del divorzio.
Axells aveva preso in pugno la causa e J si era detto sorpreso della professionalità dimostrata, che l'aveva convinto ad accettare di parlare di quella sera, invogliato da Mickey. Il pattinatore era rimasto sorpreso di come Axells avesse preso a cuore il suo caso. Un'altra sorpresa fu anche scoprirne il vero nome, nonostante il cantante gli chiese di non smettere di usare il suo nome d'arte.
Marco aveva notato che la distanza aveva giovato a calmare gli spiriti, ma rendeva le notti molto solitarie.
Ma la presenza dell'altro gli mancava. Non avevano mai parlato di quanto successo quella sera in Russia e il calciatore temeva che intraprendendo l'argomento avrebbe scoperto che non fosse che il capriccio di una notte, nulla di più.
Quando confessò i propri dubbi a Manuel, l'ex compagno di squadra scoppiò a ridere e Marco dovette stare ad ascoltare le sue risate incontrollate per diversi minuti. «Se tu fossi in grado di farlo... ti direi di dirottare le tue attenzioni su un'altra persona... Ma sarebbe fiato sprecato.» Ormai sentiva sia Manuel che Violet sempre più di rado.
Manuel era diventato due volte babbo nel giro di un anno, due bei gemelli che aveva deciso di chiamare Giuliano e Valerio, quindi non aveva tempo da dedicargli.
Era stato Manuel a raccontargli che Violet era andata molto lontana per un dottorato di ricerca, due anni a fare scavi in un posto, un deserto di cui Marco scordò a tempo record il nome. Era contento che almeno professionalmente potesse avere delle soddisfazioni. Doveva essere un luogo particolarmente isolato...

L'Amore Comunque - the sound of silenceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora