CAPITOLO 18

5.5K 193 17
                                    

Lucas' POV
Arrivo nel mio appartamento non so nemmeno io con quali forze, vado direttamente in camera e mi lascio cadere sul letto.
E poi inizio a piangere. Ormai non mi faccio più problemi, non mi interessa se Lucas Stewart non piange mai, perché adesso è quello che voglio fare.
Piango fino a che non penso di aver finito le lacrime.
L'ho persa per sempre. Non posso far altro che pensare a questo. Non mi arrenderò qui, non la lascerò andare, ma non sono sicuro che lei tornerà con me.
Non riesco a immaginarmi una vita senza di lei, eppure questa era la mia fine.
Lei non meritava di stare con me, era per forza una cosa destinata a finire.
Lei così pura, io così sporco. Due persone così diverse, che forse nemmeno l'amore che provano può bastare a unirle.
Mi odio per questo. Se fino ad ora mi odiavo già per conto mio, adesso mi odio ancora di più. Ho un carattere di merda, sono un coglione e faccio cose che non hanno senso solo perché sono incazzato.
La rabbia è sempre stata la parte peggiore di me, e devo imparare a gestirla, altrimenti sarà solo peggio per me.
Finché Lucy non c'era non mi importava di nessuno, e mi divertivo a far stare male le varie ragazze che passavano dal mio letto, ma da quando c'è lei, tutto dipende da lei.
Continuo a piangere, convinto di non essere mai stato cosi male. Ma io non mi arrendo.
Lucy è mia, e se è vero che è innamorata di me, non sarà difficile riprendermela. O almeno spero.

La mattina dopo, con due ore di sonno addosso vista la notte insonne trascorsa, Nicholas si precipita da me.
Quando gli apro la porta, mi guarda e fa una faccia come spaventata. «Stai a pezzi.»
Non rispondo, perché sì, sto a pezzi.
Mi vado a sdraiare sul divano e il mio amico mi raggiunge sedendosi un po' più distante da me.
«Ne vuoi parlare?» mi domanda.
Rimango in silenzio, perché non ho intenzione di parlarne. Anche perché non c'è un bel niente da dire.
«Va bene, come vuoi. Dimmi solo se posso fare qualcosa.» continua lui.
Riportami Lucy, vorrei dirgli.
Scuoto la testa. Non c'è niente che io voglia. Né alcol, né una canna, né fare un incontro, né uscire. Niente. Vuoto. Voglio solo piangermi addosso.
«Va bene. Ti lascio solo, se vuoi. Però Lucas, mi sento in dovere di dirti che nel torto ti sei comportato bene. Le hai detto la verità. È una cosa normale si, ma non per te. Avresti potuto anche inventarle una cazzata. Non ti arrendere, con lei.» mi dice il mio amico.
«Non andare via, Nicholas.» gli dico quando sta per alzarsi.
Lui mi guarda, poi alza le spalle e si risistema sul divano.
Prima o poi farò una statua a questo ragazzo.
Mentre siamo entrambi sdraiati sul divano, in silenzio, si sente bussare alla porta.
Guardo Nicholas, che alza le spalle.
Mi alzo malvolentieri dal divano.
Mi chiedo chi cazzo possa essere che deve venire a rompere il cazzo. Non ho la minima voglia di chiacchiere o persone.
Però mi dirigo alla porta e la apro.
Per poco non prendo un colpo.
Strizzo gli occhi come se fosse un'allucinazione, ma non lo è. Davanti a me c'è Lucy.
Apro la bocca per dire qualcosa, ma non esce alcun suono.
Quindi cerco di riprendermi.
«Lu... Lucy.» dico. «Entra.»
Mi faccio da parte e lei entra a braccia conserte.
Nicholas la vede e si alza immediatamente dal divano.
La abbraccia velocemente, le sussurra qualcosa all'orecchio, poi mi passa accanto tirandomi una pacca sulla spalla ed esce velocemente dall'appartamento.
Quando la porta si chiude, il mio cuore martella nel petto.
Come mai Lucy è qui? Ha cambiato idea? Impossibile. Mi passo una mano tra i capelli. Lucy è bellissima come sempre, io invece sono in condizioni pietose.
Lucy si guarda un attimo intorno, restando a braccia conserte, poi mi guarda.
La guardo anche io, stando immobile dove sono, come per paura che anche una minima mia mossa possa farla andare via. E io non voglio che lei vada via.
«Credimi Lucas, qui è l'ultimo posto in cui sarei voluta venire e te sei l'ultima persona che avrei voluto vedere» inizia lei, e mi si forma un nodo in gola. «Ma non ho avuto scelta.»
Continuo a guardarla aspettando che lei continui. Non ho la minima idea di cosa sia successo adesso.
Lei mi guarda e sospira. «Potrei essere incinta.»
Per poco non mi prende un colpo. Mi appoggio al muro vicino a me e la guardo.
Incinta?
Com'è possibile? Ci sono sempre stato attento, non c'è mai stata una volta che io mi sia distratto su quell'aspetto lì. Ripercorro mentalmente ogni volta in cui io e Lucy abbiamo fatto sesso e subito mi torna alla mente l'ultima volta, quando eravamo appena svegli ed era mattina.
Porca puttana.
Mi passo entrambe le mani nei capelli.
Come cazzo faccio ora? E se fosse incinta?
La guardo, e cerco di dire qualcosa. «Lucy, non puoi... per esempio, prendere la pillola del giorno dopo?»
Lei mi guarda impassibile. «Non è più il giorno dopo.»
Mi nascondo il viso tra le mani. Questa non ci voleva.
«Stai tranquillo, Lucas. Sono venuta a dirtelo solo per informazione, visto che ti riguarda.» dice lei con tono freddo.
Poi si volta ma io la raggiungo, la faccio voltare e la stringo a me affondando la testa nell'incavo del suo collo.
E a questo punto non riesco più a trattenere le lacrime, che vanno a bagnare la pelle di Lucy.
Lei rimane immobile, non ricambia l'abbraccio ma non mi aspetto niente da lei.
Respiro il suo profumo.
«Mi dispiace, Lucy. Mi manchi da morire, non ce la faccio senza di te. Perdonami.» dico.
Lei si stacca dalla mia presa, mi guarda ma non dice niente. Le viene da piangere ma si sta palesemente trattenendo.
«Lucy, non puoi gestire da sola questa cosa della probabile gravidanza. Se sei... incinta, cioè...» inizio a dire, ma lei mi interrompe.
«Te lo farò sapere.» dice lei.
Poi si dirige alla porta, ed esce dall'appartamento.
Mi lascio cadere in ginocchio per terra. Non ce la farò mai.

Despite Everything 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora