CAPITOLO 4

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Lucy's POV
«Sono contentissima per voi, davvero.» dice sinceramente Abby. Siamo da Starbucks a sorseggiare dei caffè freddi, visto il caldo fuori. Le ho raccontato di come sono andate le cose tra me e Lucas ieri sera, di cosa ci siamo detti e anche che abbiamo fatto sesso.
«Già, anche io. Speriamo che questa cosa riesca ad andare avanti.» ammetto, più a me stessa che a lei.
«Basta volerlo. E poi tu lo ami e probabilmente anche lui ama te.» risponde lei mettendosi in bocca un cubetto di ghiaccio pescato dal suo bicchiere di plastica trasparente.
La guardo spalancando gli occhi. «Cosa? No, non penso... Non è il tipo.»
«Già, così come non era il tipo da fidanzarsi, da piangere per una ragazza o da portarla a casa sua e potrei andare avanti.» commenta alzando gli occhi al cielo.
«Non sono cose paragonabili all'essere innamorati, Abby!» dico sulla difensiva.
Lei stringe le labbra. «Come vuoi.»
Dopo aver fatto il nostro veloce break, facciamo un giro in centro e poi lei mi informa che andrà a cena fuori con Nicholas. Quando la sto per salutare, il mio telefono squilla.
Quando sullo schermo compare il nome di Lucas, il mio cuore inizia subito ad andare in tachicardia.
«Pronto?» rispondo.
«Sto arrivando al tuo dormitorio, bellissima.» dice lui dall'altro capo del telefono. Non faccio in tempo a ribattere, che ha già tirato giù. Saluto Abby velocemente e quasi corro per arrivare al dormitorio. Non sono molto lontana, eppure la strada per arrivare mi sembra più lunga del solito.
Quando finalmente arrivo, entro di corsa, sollevata che Lucas non sia ancora arrivato.
Sembro patetica a voler risultare presentabile per il mio ragazzo, ma si tratta di un ragazzo bellissimo e sempre impeccabile senza che faccia un solo sforzo, quindi non mi pare il caso di non farmi nemmeno una doccia dopo essere stata tutto il pomeriggio fuori al caldo.
Una doccia fresca è in effetti la cosa migliore che io possa fare al momento, perciò mi concedo dieci minuti di relax, cercando di sbrigarmi e non metterci mezz'ora come sempre.
Quando esco dalla doccia, mi avvolgo i capelli in un asciugamano e faccio la stessa cosa con il corpo, legandomelo sotto le spalle.
Quando esco dal bagno per poco non prendo un colpo. Lucas è sdraiato sul mio letto con le braccia incrociate dietro la testa, che fissa il soffitto.
Appena esco, si volta verso di me e sorride, tirandosi su. «Era ora. Vorrei proprio sapere cosa ci fai sotto la doccia tutto quel tempo.»
Si alza e mi viene incontro. «Guarda che questa volta ci sono solo stata...»
Mi zittisce posando le labbra sulle mie. Le sue mani afferrano i miei fianchi e la sua lingua chiede il permesso di entrare nella mia bocca.
Dopo poco si stacca e mi sorride. «Scusa, non ho resistito.»
Ricambio il sorriso senza troppa difficoltà. «Non scusarti.»
Lui indietreggia tenendomi ancora per i fianchi, e poi si siede sul letto.
«Dunque... perché sei qui?» domando passandogli una mano tra i capelli.
Fa spallucce. «Mi mancavi.»
Sorrido e gli lascio un leggero bacio sulle labbra, per poi prendere i vestiti e tornare in bagno per metterli. Infilo dei semplici shorts di tuta con una canottiera, e pettino i capelli lasciandoli asciugare all'aria.
Quando torno da Lucas, lui è ancora sdraiato sul letto, solo che sta sfogliando un libro. Quando mi avvicino, capisco che in realtà è un mio album di foto di quando ero piccola.
«Carina questa.» commenta lui indicando una foto di me imbronciata. Avrò avuto quattro anni.
«Come no.» commento ridendo.
Lui chiude l'album e si tira su a sedere sul letto, poi picchietta la mano accanto a lui per invitarmi a sedermi lì con lui. Obbedisco e appena mi metto seduta mi circonda le spalle con un braccio e mi lascia un bacio tra i capelli umidi. «Cosa ti va di fare?» mi chiede.
Alzo le spalle. «È uguale.»
Perché è vero. Non mi importa cosa potremmo fare, semplicemente mi basta essere con lui, dopo un mese che non lo vedo.
«Ok, allora vestiti che usciamo.» dice lui. Lo guardo dubbiosa ma poi mi alzo e mi metto davanti all'armadio fissando i vestiti sperando che mi venga un'illuminazione su quello che potrei mettermi.
Opto infine per un paio di shorts a vita alta e un top non troppo scollato. Mi dò una leggera passata di mascara e annuncio a Lucas che sono pronta.
«Finalmente!» esclama lui balzando giù dal letto.
Saliamo in macchina e lui mette in moto, come se avesse già una meta in mente, perché quasi sicuramente è così.
«Dove andiamo?» domando poi quando non riconosco più le strade. È quasi un anno che abito qui, eppure non conosco ancora del tutto la città.
«Lo scoprirai presto.» strizza l'occhio e torna a prestare attenzione alla strada.
Quando finalmente parcheggia, siamo fuori da un locale con un'insegna che si illumina per metà, ma è gremito di gente, e questo lo posso notare dalle tante macchine parcheggiate fuori.
«Mi hai portata in uno strip club per caso?» domando dubbiosa.
Lui sghignazza. «No, ma ne conosco diversi se vuoi.»
Faccio una smorfia schifata al pensiero di Lucas che va negli strip club. Prima di entrare, Lucas mi prende per mano; un gesto inaspettato che però mi fa piacere.
Dentro il locale è parecchio buio, con delle luci tenui; i tavoli sono di legno e c'è un forte odore di birra.
Lucas mi conduce a un tavolo abbastanza isolato dagli altri, in un angolo del locale.
«Siediti qui e non ti muovere. Vado a ordinare.» mi comunica.
Faccio per obiettare e dirgli almeno il mio ordine ma è già sparito, perciò mi siedo alla panca tonda che costeggia il tavolo, imbottita e foderata con una stoffa sgualcita verde bottiglia.
Mentre aspetto Lucas, mi guardo intorno. La clientela è o troppo giovane o troppo vecchia, e numerose persone stanno bevendo da grossi boccali di birra e sono già ubriache. Non riesco a capire perché Lucas mi abbia portata in un posto simile.
Quando lui torna, ha in mano due bottiglie di birra, e le posa sul tavolo prima di sedersi.
«Che ci facciamo qui?» domando prendendo un sorso di birra.
«Hai sempre detto che vuoi conoscermi meglio o che vuoi sapere più cose su di me. Perciò ho pensato che se ti avessi portata qui sarebbe stato un inizio. Da quando abito a Houston, vengo spesso qui.» mi risponde.
Non mi aspettavo che il motivo fosse questo. Sorrido perché gli sono grata che mi permetta di conoscerlo sempre un po' di più. «E come mai? Cosa ha di tanto bello?»
«La birra costa poco, ci si mangia abbastanza bene e non c'è mai troppa gente che mi conosce, tipo dell'università. Qui la gente ci viene per sbronzarsi quindi so per certo che nessuno mi rompe il cazzo.» mi spiega.
«Beh, non fa una piega.» scherzo. «E con chi ci vieni, di solito?»
«Nicholas, Steve, o altre volte dopo gli incontri, con quelli che hanno vinto le scommesse grazie a me.» sorride.
«Interessante.» commento. Prima che io dica altro, una cameriera dall'aria trasandata e il rossetto sbaffato ci porta due piatti con all'interno hamburger e patatine.
La ringrazio ma è sbronza e quindi se ne torna via senza dire niente.
«Non è male, come posto.» dico con una punta di ironia nel tono di voce, addentando una patatina.
«Già, ma non venirci da sola. Finché sei con me va bene, ma sennò no. Non c'è una persona sobria.» risponde Lucas serio.
Alzo gli occhi al cielo per la sua preoccupazione eccessiva. Tanto da sola non ci verrei mai.
Continuiamo a mangiare la nostra cena fantasticando sulle persone che ci circondano, e ridendo per quelle che stanno dormendo sul tavolo a causa della sbornia.
Quando ci alziamo dal tavolo e ci dirigiamo all'uscita, mi pare di scorgere un volto familiare tra le persone che entrano nel locale.
Guardo meglio ma non vedo nessuno.
«Tutto bene?» mi domanda Lucas al mio fianco.
Annuisco e lo seguo fuori dal locale, che scopro chiamarsi Karma.
Quando entriamo in macchina, Lucas accende la radio. Mi appoggio al finestrino ascoltando Naked. Mi piace questa canzone, soprattutto per il significato.
Quando Lucas ferma la macchina, mi rendo conto che siamo al suo appartamento.
Mi giro verso di lui e lo guardo.
«Dormi qui.» e così dicendo, scende dalla macchina. Lo imito; non mi pare il vero di dormire con lui nel suo appartamento. È diventata ormai una cosa abituale. E poi, perché dormire nel dormitorio da sola, quando posso dormire con lui?
Quando entriamo, vado subito a infilarmi la sua solita camicia ed a struccarmi. Quando lui mi raggiunge in camera, mi afferra per i fianchi e posa la fronte sulla mia.
«Lucy, che ti prende?» mi chiede.
Sospiro. «Stavo pensando.»
E in effetti c'è una cosa che mi turba a cui non riesco a dare una sorta di risposta.
«A cosa?»
Stringo le labbra e mi stacco da lui andandomi a sedere sul letto. «Pensavo che... i nostri genitori comunque stanno insieme. Non è che...insomma, non è che io e te siamo fratellastri?»
È necessario che si finisca questo discorso, e che si chiarisca una volta per tutte. Non so cosa pensare, altrimenti.
Lui sospira e si passa una mano tra i capelli. «No, Lucy. Non abbiamo nessun grado di parentela. I nostri genitori si sono messi insieme dopo che io e te siamo nati. Ma abbiamo genitori diversi, Lucy. Non preoccuparti per questo.»
Viene a sedersi accanto a me e mi sistema una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Annuisco, ancora però titubante. «Quindi non c'è niente di scandaloso se io e te stiamo insieme?»
Lui sospira ancora. Mi prende il viso tra le mani, ma continuo a tenere lo sguardo basso.
«Guardami.» mi esorta lui. Alzo lo sguardo e incontro i suoi occhi azzurro-verdi, un colore freddo che però per me è diventato confortante, segno di sicurezza e...casa.
«Io voglio stare con te e te vuoi stare con me. Non siamo in nessun modo imparentati, ok? Questo basta a poter stare insieme. Niente di scandaloso, solo il fatto che forse abbiamo fatto più tira e molla che altro.» sdrammatizza poi lui.
Accenno un sorriso. «Già.»
Lui mi lascia un bacio sulla fronte, e poi mi stringe a sé. Io mi aggrappo a lui come se fosse la mia ancora di salvezza e inspiro il suo profumo chiudendo gli occhi. «Non ti preoccupare, e se qualcosa ti preoccupa dimmelo subito, chiaro?»
«Chiaro.» rispondo.
Mi lascia un altro bacio tra i capelli, poi si alza e va in bagno. Sento subito la sua mancanza, poi entro nel letto e aspetto che mi raggiunga. Quando arriva anche lui, mi abbraccia subito e io mi accoccolo sulla sua spalla.
«Voglio un bacio.» sussurra poi lui nel buio. Senza pensarci due volte mi allungo verso di lui e poso le mie labbra sulle sue. La sua lingua è già pronta ad entrare dentro la mia bocca, e le nostre lingue iniziano la solita danza sincronizzata. Inspiriamo ed espiriamo insieme, e quasi sento i nostro battiti che vanno all'unisono.
Infilo le mani nei capelli di Lucas, provocandogli un mugolio. Lui fa la stessa cosa con i miei, intrecciando le dita nei miei capelli sulla nuca. Con uno scatto monto a cavalcioni su di lui, facendolo rimanere sorpreso. Dopodiché, inizio a sfilargli la sua solita maglietta attillata; quando se la toglie, rimango un attimo ad osservare per bene i suoi addominali e i suoi tatuaggi. Passo la mano sopra questi, poi sulle spalle e sulle braccia. In seguito, mi chino per dargli una scia di baci dal collo e poi sui suoi addominali perfettamente incisi e scolpiti.
Lui ansima. «Dio, Lucy, mi stai facendo impazzire.»
E infatti sento la sua erezione che preme su di me. Inizia a sbottonarmi la camicia e infine me la sfila. Con una mossa rapida capovolge le posizioni, facendomi ritrovare intrappolata tra lui ed il letto. Si china per mordicchiarmi il lobo dell'orecchio.
«Ora comando io.» sussurra.
Mi sgancia il reggiseno ed io lo aiuto a togliermelo, poi senza indugiare dell'altro, mi sfila le mutandine ed io le scalcio via impaziente.
Si toglie velocemente i boxer e si sporge verso il comodino pescando una bustina azzurra. La apre con i denti ed in pochi secondi è già dentro di me. Le spinte sono dapprima lente, poi sempre più veloci e profonde. Mi aggrappo alla sua schiena con le unghie, mentre ansimiamo entrambi. Lucas continua a spingere, e mi lascia dei baci umidi sul collo. «Lucy, sto per venire...»
Ansimo anche io alle ultime spinte e con l'ultima lascio andare un gemito di piacere. Lucas si accascia su di me, e posso sentire la sua pelle imperlata di sudore. Si lascia cadere accanto a me ed entrambi guardiamo il soffitto cercando di riprendere fiato.
Dopodiché mi accoccolo di nuovo accanto a lui e lui mi circonda con un braccio. Non potrei stare meglio di così.

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