III

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Sono stanca morta. Il tragitto in pullman è stato più duro di quanto potessi immaginare. Non sono riuscita a chiudere occhio neanche un secondo. Dopo due ore vedo la periferia di Denver scorrere nel finestrino fino a fermarsi al capolinea.
Prendo il mio borsone e scendo dal veicolo. Esco dalla stazione per raggiungere un piccolo hotel a neanche un isolato da lì. Entro la mano nella tasca dello zaino per prendere il cellulare e non lo trovo. Un brivido percorre la mia schiena. Ho perso il telefono.

Cazzo. Avevo una vita intera dentro insieme a tutte le informazioni che possedevo per continuare, ma non ho più tempo. Affretto il passo e arrivo alla reception dell'hotel per prenotare una stanza. Quando inizio a salire le scale per dirigermi alla mia camera una voce mi chiama. Mi giro immediatamente e vedo un ragazzo moro con un ciuffo che quasi arriva a coprire i suoi occhi castani, è quasi più alto di me. Viene verso la mia direzione e mi ferma.
"Scusami questo è tuo?" chiede uscendo dalla tasca il mio telefono. Quando lo vedo la mia giornata si migliora un po'. Allora non ho perso nulla.
"Oh grazie mille pensavo davvero di averlo perso." rispondo sorridendo con tanta gratitudine verso il ragazzo.
"Comunque piacere sono Alec." risponde porgendo la sua mano destra.
"Madison, piacere mio." mi presento molto titubante.
"Beh adesso vado. Grazie ancora per il telefono." esclamo arrossendo. È davvero un bel ragazzo.
Mi volto e inizio ad andare verso la mia stanza.

Dopo essere entrata in stanza scaravento le mie cose a terra e mi dirigo velocemente in bagno per fare una doccia.
Appena finisco di lavarmi sento un rumore strano provenire dal cucinino. Avvolgo veloce un'asciugamano intorno a corpo e vado a controllare.
"E tu cosa ci fai qui?" chiedo ad Alec alzando il tono.
"Non ci sono più stanza libere e l'unica è questa." risponde appoggiato alla piccola cucina con un ghigno provocante.
"Ah perfetto. Adesso però potresti smetterla di guardarmi in questo modo!" urlo alzando lo sguardo verso l'alto. Visibilmente in imbarazzo ritorno in bagno per indossare qualcosa di più appropriato di un asciugamano bianca intorno al corpo.
Dopo un paio di minuti andai a sistemare tutto il caos che avevo in giro per la stanza.
"Da dove vieni Madison?" chiede Alec guardando il suo cellulare.
"A cosa dovrebbe servirti la mia risposta. Non l'hai già vista dal mio cellulare?" domando guardandolo male. Quando mi ha restituito il cellulare ho notato alcune pagine aperte, non da me.
"Ammetto di averlo guardato. Quindi si." risponde mortificato.
"Beh, almeno sei stato sincero. Ma non avresti dovuto farlo." continuo con tono serio.
"Hai pienamente ragione. Ma ero ispirato da quella bella ragazza sullo sfondo. Ho dato solo una piccola sbirciatina." afferma sghignazzando.
"Smettila di fare lo sbruffone e concentrati a dormire." rispondo mettendomi nel mio letto mentre lui si sistema sul divano. Mi giro dalla parte opposta e i miei occhi iniziano a chiudersi.

"Dove sono? Perché questa nebbia? Chi sei?" chiedo confusa e disorientata.
"Ciao tesoro mio." risponde l'uomo venendo verso di me.
"Papà!" esclamo sorpresa.
"Maddy guardati le spalle, non fidarti di nessuno. Prenditi cura di te stessa." afferma con uno sguardo cupo.
"Ma papà c'è qualcos'altro che dovrei sapere?" chiedo guardandolo allontanarsi  lasciandomi la mano.
"Papà, Papà ,ti prego no! Non lasciarmi da sola di nuovo." urlo a squarcia gola senza ricevere una risposta.
Sono sola di nuovo. Cado e mi chiudo fra le mie braccia e le mie lacrime.
"Madison?! Madison?!"
Sento una voce lontana.
"Basta! Lasciatemi in pace!" urlo mentre un fascio di luce mi avvolge.

"Madison?! Svegliati!" esclama Alec scuotendomi.
"Smettila. Sono sveglia adesso." rispondo svegliandomi di soprassalto. Mi siedo nel letto. Non mi sento molto bene.
"Alec aiutami vedo la stanza girare. Non sento più le gambe. Ti prego, aiutami." riferisco piangendo. Lentamente mi alzo in piedi con l'aiuto delle sue braccia che mi stringono lungo la vita. Improvvisamente arrossisco. Anche se non è proprio il momento.
"Maddy va tutto bene?" chiede preoccupato e guardandomi in modo strano.
"Si adesso puoi lasciarmi Alec. Sto bene ti ringrazio." rispondo con freddezza.
"Cosa ti succede Maddy? Ti ho sentito urlare e piangere nel sonno. Per farti smettere ho dovuto accarezzarti il viso per un paio di minuti." chiede guardandomi con dolcezza.
"Grazie ancora. Ma non credo ti interessi il mio dramma." gli rispondo arrossendo sempre di più.
È tardi. Lascio da parte questi piccoli inconvenienti, sistemo tutto e indosso i miei vestiti freschi.
"Ti ringrazio ancora Alec. Adesso ritorno al pullman. Invece qual è la tua meta?" chiedo mettendomi le scarpe.
"In realtà sono anch'io diretto a Los Angeles."  risponde  prendendo il suo borsone.
"Davvero?! Allora alza il culo dalla sedia che siamo in ritardo o preferisci che invece di Los Angeles rimanessimo qui!" esclamo.
"A me non dispiacerebbe bel faccino. L'importante è avere la tua compagnia." risponde schiacciando l'occhio destro.
"Smettila e sbrigati. Prima che ti lasci qui solo." ribatto uscendo dalla porta d'ingresso.

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