VI

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Il panorama della città si estende dal finestrino dell'aereo mentre inizia la sua rapida discesa verso l'aeroporto. Sono emozionata ma al contempo spaventata da quello che mi aspetta.

"C'è l'abbiamo fatta." affermo continuando a guardare il finestrino. Sentivo il suo sguardo su di me e voltandomi lo trovai a fissarmi sorridendomi.
"Si. Eccoci Madrid." esclama tornando a guardare avanti mentre atterriamo.

Dopo l'atterraggio mi guardo in torno. Sento aria di libertà e pace. Fuori dall'aeroporto Alec chiama un taxi da un telefono pubblico  per raggiungere un'hotel e alloggiare a tempo indeterminato, fino a quando non avremo i mezzi per rintracciare mia zia Alice.

"Cosa ti hanno detto?" gli domando andando verso di lui.
"Dicono che tra 30 minuti arriverà il taxi. Dopo che ci sistemeremo in hotel come intendi contattare tua zia Alice?" domanda posando la cornetta del telefono pubblico.
"Prima di tutto dovremmo riposarci. Domani andremo a comprare tutto quello che ci manca. Come i telefoni che hai spaccato." riferisco ridendo ironica.
"Ah. Si giusto." risponde ricambiando un sorriso.

Durante l'attesa del taxi subito fuori l'aeroporto troviamo un piccolo negozio. Vende souvenir e articoli che rappresentano ogni singola parte di Madrid. Essendo rimasti senza telefono compriamo una mappa della città per non rischiare di perderci.
"Ehm..Adesso dove andiamo?" chiedo ironicamente guardando la mappa rigirandola fra le mani.
"Devi metterla così." risponde  sistemando la posizione della mappa. Sono così stupida.
"Adesso che abbiamo una mappa decidiamo l'hotel dove alloggiare per ora." afferma cercando nella cartina.
"Io direi questo." gli rispondo indicando un punto sulla mappa dove sopra c'era scritto il nome dell'hotel.  Pochi secondi dopo quella frase arriva il taxi.
"Salve. Dove vi porto?" domanda l'autista parlando  spagnolo. C'è solo un piccolo problema nella conversazione, entrambi siamo negati a parlare la loro lingua. Quindi cercammo di arrangiarci parlando normalmente.
"Novotel Madrid City Las Ventas. Centro." affermo un po' imbarazzata. Durante il tragitto abbiamo beccato un po' di traffico, che cresciuti a New York, ne siamo abituati.

Finalmente arrivati con un po' in ritardo. E'quasi l'ora di cena. Alec paga l'autista e gli augura buona serata. Sono rimasta davvero incantata alla bellezza di questa città. Entriamo nell'hotel. C'è un profumo dolcissimo di vaniglia. L'accoglienza non è da meno.
"Salve ragazzi. Desiderate prenotare una camera?" domanda il signore dietro il lucido banco della reception.
"Si. Una stanza per 2 con tutto incluso." risponde Alec. Ma cosa fa? Perché spendere tanti soldi? Non alloggeremo in eterno.
"Va bene ragazzi. Fanno 100 euro a notte. Per quanto vi tratterrete?" dice il signore.
"In realtà non ne abbiamo idea. Tempo indeterminato." rispondo sorridendo ironicamente.  Il signore mi risponde con un sorriso ampio.
"Essendo che siete giovani vi farò un piccolo regalo. Pagherete alla fine del vostro soggiorno e vi farò uno sconto. Pero' che resti tra noi." propone il signore facendoci l'occhiolino.
"I ragazzi vi aiuteranno a portare i vostri bagagli. Buon soggiorno." afferma continuando a sorriderci.

Appena apro la porta rimango a bocca aperta. La camera è davvero bellissima.
"Affitteremo una macchina. Per girare comodamente in città e cercare ciò che ci serve." afferma Alec sistemando le sue poche cose.
"Ma non è troppo? Non staremo esagerando?" domando preoccupata.
"Assolutamente. Stiamo ricominciando a vivere e dobbiamo farlo al meglio. Non sappiamo cosa ci aspetta. Quindi viviamo e basta Maddy. Libera la mente e stai serena." risponde rassicurandomi.

E' già l'ora di cena. Non ho tanta fame, vorrei solo riposare.
"Vorresti mangiare in hotel oppure fare un giro e trovare un ristorante o fast food dove mettere qualcosa nello stomaco?" propone sedendosi sul letto.
"Non ho molta fame. Sono molto stanca." rispondo mettendomi di fianco a lui.
"No! Devi assolutamente mettere qualcosa nello stomaco. Non voglio che vai a letto a pancia vuota. Ho un'idea per dove portarti e non rifiuterai."ribatte insistente mettendosi le scarpe.
"So già che guarderò te mangiare. Ma se ti rende così allegro verrò." rispondo prendendo la borsa e uscendo per poi chiudere la porta della camera alle nostre spalle.

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