XII

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Io non voglio andare in un posto che non mi appartiene.
Non ci credo che Alec glielo permetta.
"Quindi signora Connor acconsente che la signorina Wright venga con me?"chiede il dottore a mia zia. Lei annuisce come se non le importasse della mia decisione.
"Io non sono d'accordo a tutto questo. Resto qui. Non sono pazza e ve lo dimostrerò."rispondo colma di rabbia avvicinandomi al dottore e poi dirigermi in cucina per bere qualcosa.
Alec mi segue.
"Lasciami stare. Non me lo sarei mai aspettato da te. Pensavo mi credessi e invece acconsenti e mi lasci andare?! Sono delusa."riferisco aprendo il frigo. Non voglio neanche guardarlo in faccia.
"Madison voglio soltanto che tu stia bene. Tua madre è morta Maddy datti pace."risponde chiudendo il frigo con forza e guardandomi negli occhi.
"Non permetterti mai più a rivolgerti a me in questo modo."gli urlo in faccia per poi lasciarmi andare dalla rabbia dandogli uno schiaffo in faccia.
I miei occhi incominciano ad essere fracidi di lacrime di disperazione e lasciandolo spiazzato dal mio gesto vado in camera mia.
Mi butto a terra chiudendomi fra le mie braccia.
"Non voglio andare lì. Sarò sola di nuovo. Non mi lasciare Alec. So che ho avuto una piccola caduta ma per favore non mandatemi lì vi prego." continuo a urlare queste parole seguite dalla mie lacrime.
Fino a che il rumore della porta che si apre interrompe la mia disperazione.
"Piccola so che sei arrabbiata. Scusami per prima. L'ho facciamo per il tuo bene. Vedrai che starai bene te lo prometto Maddy."afferma abbracciandomi. Ma lo spingo via.
"Vattene via. Lasciami da sola."urlo indicandogli la porta.
Lui non risponde e cala lo sguardo ed esegue ciò che ho ordinato.
Sento le loro voci. Non capisco il contenuto e dopo pochi secondi entra mia zia in stanza.
"Zia lasciami da sola. Non ti ha accennato niente? Devo dire che avete trovato qualcosa per legare tu e lui."affermo piena di rabbia.
"Bocciolo. Devi capire che ne hai bisogno. Non fare così. Fai stare male noi ma soprattutto farai del male a te stessa."risponde accarezzandomi i capelli.
Le prendo il braccio e la fermo.
"Non toccarmi. Ho solo avuto una piccola caduta a causa dello stress. Non sto impazzendo zia Alice." le rispondo fulminandola con lo sguardo.
"Non fare la bambina. Devi stare lì solo il tempo per recuperare e stare bene. Vedrai che starai meglio."ribatte uscendo dalla stanza chiudendo la porta.
Già so che in quella struttura passerò i giorni peggiori della mia insulsa vita.

"10 minuti e partiamo Maddy." annuncia zia Alice dal salotto mentre continuava a fare gli occhi dolci al dottore.
Prendo la valigia, metto le mie adidas bianche ed esco dalla stanza. Ad aspettarmi c'è anche Alec con uno sguardo cupo e triste.
"Spero abbiate cambiato idea. Perché non ne ho proprio voglia di uscire da questa casa."brontolo. Nessuno mi risponde.
"Va bene. Grazie a tutti." continuo uscendo dalla porta d'ingresso.
Arrivati in macchina il dottore mette in moto.
"Sappiate che così non concludete niente. Aggiungo che in questo momento odio tutti e non sarà facile farvi perdonare."affermo.
"Maddy non dire così. Ti ripeto lo facciamo per il tuo bene."risponde Alec prendendomi la mano e lo rifiuto. Mi guarda come se chiedesse perdono.
"Ti ho detto che non devi toccarmi. Non basteranno le solite smancerie da fidanzatini per farmi dimenticare questo vostro gesto."esclamo girando il mio sguardo verso il finestrino.
Forse sto un po' esagerando con lui. Si vede che è dispiaciuto, ma non importa, non me lo aspettavo.

Un ora dopo.

Un immagine di un edificio grande e grigio riempiva i miei occhi di tristezza. Pensavo fosse un sogno brutto, ma non è cosi.
Simon parcheggia, Alec prende le mie cose e ci dirigiamo all'ingresso.
"Salve dottor Darg . Una nuova paziente da recuperare?"chiede l'infermiera che si trova dietro il bancone della reception.
"Si Daphne. Trattatemela bene è una delle mie preferite."risponde il dottore facendole l'occhiolino. Io sarei una delle 'preferite' iniziamo bene.
Il dottore dà la mia cartella all'infermiera.
"Interessante. Lei porta sempre ragazze con storie interessanti."afferma la signora sorridendo. Ok sto perdendo la pazienza.
"Signorina. Non so cosa ci trovi da ridere. Ma di sicuro la mia storia è più interessante della sua."esclamo facendole l'occhiolino mentre incomincio a camminare per dirigermi nella mia stanza. Rimane senza parole.
"Madison dovresti comportarti per bene se vorresti uscire presto da qui. Così prolunghi la tua permanenza."riferisce Simon mettendomi la sua mano sulla mia spalla per poi rispondergli con uno sguardo pieno di odio e rabbia.
"Ecco questa è la tua stanza."annuncia l'infermiera aprendo la porta.
"Wow. Che accoglienza. Preferisco la soffitta."rispondo girando per la stanza.
Alec e zia Alice si guardano ridendo in silenzio alle spalle del dottore e dell'infermiera.
"E adesso?"chiede Alec riferendosi al dottore.
"Adesso salutatela."risponde.
"Non voglio essere salutata come se non mi dovreste vedere più e per aggiunta dopo che mi state richiudendo qui dentro non ho voglia di salutarvi. Andate via e basta."affermo voltandomi.
"Maddy..." risponde avvicinandosi a me per poi girarmi e baciarmi. Ma spostando il viso il bacio va dritto in guancia. Lui deluso si allontana e si volta per uscire dalla porta. Zia Alice mi saluta con la mano mentre l'infermiera chiude la porta.
"Non uccido le persone. Potreste anche lasciare la porta aperta." urlo all'infermiera. Lei mi fissa in modo molto inquietante e rispondo alzando la mano destra e mimando un 'vaffanculo' con il dito medio.

E' ora di pranzo e l'infermiera tanto gentile e affettuosa, in senso ironico perché è tutto il contrario, apre la porta della mia stanza.
"È ora di pranzare signorina Wright. Prenda quella pillola per iniziare."riferisce porgendomi una pillola viola.
"Nessuno ha detto che io debba prendere farmaci. Ho avuto solo una caduta dallo stress. Non ho ucciso nessuno o provato il suicidio." rispondo.
"Signorina non faccia i capricci. Non migliorerà la sua salute."ribatte.
Prendo la pillola e faccio finta di ingerirla. La nascondo nella bocca e appena si volta la sputo in un pezzo di carta. L'infermiera mi accompagna alla sala mensa, dove a sfamarci c'è la solita mensa scolastica, con la cuoca che sembra uscita da un film dell'orrore.

Mi siedo in un tavolo da sola e immersa nei miei pensieri incomincio a mangiare. Anche se il cibo non sembra molto commestibile.
Nel mentre una ragazza con i capelli tinti di blu e occhi neri viene verso di me.
"Novellina. Dammi il tuo pranzo!"esclama.
"A mio parere non siamo più all'asilo. Ma se ci tieni a mangiare questa merda, prego accomodati." rispondo provocandola.
"Come ti permetti novellina a parlare così."afferma una delle ragazze dietro di lei. Anche questa con i capelli colorati di viola.
"Mi permetto. Di sicuro non arrivano ragazze coi capelli colorati a darmi ordini. Non sarete più superiori di me." rispondo alzandomi dal tavolo e voltandomi.
"Come ti permetti brutta troia!"urla un'altra coi capelli colorati di verde.
Forse staranno facendo il cosplay di qualche anime giapponese. Lasciando questo pensiero ironico mi volto verso di loro.
"Mi dai della troia? Qui le uniche troiette siete voi. A sentirvi superiori a tutti e a tutto. Siete solamente insignificanti formiche..." rispondo. Ma mentre cerco di finire la frase la ragazza con i capelli blu si avvicina a passo veloce e mi scaraventa uno schiaffo in faccia. Ovviamente reagisco e scatta una rissa.

Dopo esserci prese a botte siamo finite dritte dal dottor Drag. Entriamo nel suo ufficio.
"Bene bene. Madison neanche 24 ore qui e già sei nei guai. Complimenti."afferma battendo le mani.
"E tu Jade. Sempre con questa storia? Di fare la superiore con tutti e poi cadere come un agnellino. Smettila con la violenza."continua senza avere nessuna risposta da noi.
"Adesso starete nelle vostre camere senza cena. E non uscirete da lì fino a domani mattina. Andate."riferisce facendo segno di uscire.
Le infermiere ci riportarono in camera.

È pomeriggio ho solo carta e penna. Incomincio a disegnare il volto di mia madre.
Mentre sto disegnando sento un piccolo fruscio provenire fuori dalla finestra. Vado a controllare. Sotto di essa trovo un foglio firmato da una persona anonima.

'Madison sono tante le cose da sapere. Ti trovi dentro la tana del lupo. Agisci con saggezza.'

Leggendo è come se già conosco chi sia stato a scrivere quelle poche parole. Sarà stata mia madre. Ma avvertirmi per cosa o per chi?
Durante la notte leggo e rileggo la lettera e finalmente capisco di chi potrebbe parlare. Si riferisce al Dottor Drag Simon.
Stringo la lettera a me e dopo lunghi pensieri su cosa fare o come incastrarlo i miei occhi si chiudono per lasciare spazio alla stanchezza e al sonno.

È mattina presto. A spezzare il mio sonno è l'infermiera di turno che bussa alla porta. Apre la porta e mi alzo da letto per stiracchiarmi un po'.
Un istante! La lettera dov'è finita?
"Buongiorno signorina. È ora della pillola blu."riferisce l'infermiera uscendola dalla tasca.
"Dove avete messo la mia lettera?"chiedo mettendo sotto sopra le poche cose che arredano quella stanza.
"Di cosa parla signorina? Non ha ricevuto nessuna lettera ieri. Non si agiti."risponde facendomi sedere sul letto.
"Prendete la pillola. Vi sentirete meglio." continua. Faccio finta di ingerirla anche con questa e quando la donna esce dalla porta e la chiude alle sue spalle butto la pillola nuovamente in un pezzo di carta.
Non mi sono immaginata la lettera. È reale. Dove sarà ?
Mentre passo il mio tempo a disegnare il viso di mio padre insieme a mia madre bussano alla porta.
"Signorina avrà una nuova compagna di stanza."annuncia l'infermiera facendo entrare una ragazza con capelli neri e occhi marroni.
"Almeno avrò un po di compagnia." rispondo alzandomi dalla sedia. L'infermiera chiude la porta facendo entrare la nuova prigioniera.
"Piacere Madison."dico sorridendole.
"Ciao. Piacere Selena." risponde la ragazza mentre sistema le sue cose nel lato opposto della stanza.
"Ne passeremo tante qui dentro. Ci divertiremo un mondo."esclamo con ironia e lei risponde con un piccolo sorriso.

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