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Sono Madison Wright. Ho appena compiuto diciannove anni e, purtroppo, a causa della perdita di mio padre non frequento più il Liceo.
Il mio nome non racconta molte cose belle di me.
Quando avevo solo cinque anni ho perso mia madre a causa di un brutto male. A quell'età non capivo cosa volesse dire, ma crescendo, soltanto grazie a papà, ho imparato a conviverci e ho sempre fatto qualsiasi cosa per aiutarlo. Sono cresciuta in una casa del centro di New York. Ma un paio di anni fa ci siamo trasferiti qui a Manhattan. Dove mio padre ha aperto un locale: Il Blaike. Un ristorante che in quella città ha raggiunto una grande fama e popolarità. Come si sa le cose belle durano poco.
Ricordo molto bene il giorno in cui tutto cominciò ad andare in pezzi. Delle persone perfide entrarono in contatto con mio padre per privarlo dei suoi sacrifici fatti per il locale. Non si parla di persone qualunque ma della Triade.
Perse la vita a causa loro, lasciando me da sola. Ho perso tutto ciò che avevo di più bello. Non ho una famiglia, è quello che fa ancora più male e pensare di dover rimanere qui per saldare i debiti lasciati da papà per persone di questo genere. Sono prigioniera della mia stessa casa.

I giorni passano molto lentamente, tutti uguali. Riesco a trovare un po' di tranquillità soltanto quando torno a casa. Ormai ho imparato a convivere con i fantasmi del passato. Ogni settimana metto qualcosa da parte ed attendo con ansia quel giorno in cui potrò andare via, in cui spero di poter iniziare una nuova vita, lontana da quella gente.

E' una giornate come le altre, mi vesto per andare a fare alcune commissioni. Prendo le chiavi dell'auto di mio padre ed esco di casa. Purtroppo dopo la sua morte, avendo abbandonato il liceo, tutti i miei 'amici', se così si potrebbero chiamare, decisero di voltarmi le spalle lasciandomi sola insieme al dolore.
Sommersa da questi pensieri metto in moto
l'auto e la prima meta da raggiungere è il tabacchino.

Dopo un po' di traffico, arrivo per fare la prima commissione.
"Salve!" esclamo entrando dalla porta d'ingresso del tabacchino.
"Ciao Madison. Cosa desideri?!" risponde il tabaccaio. E'un vecchio amico di papà, viene spesso al ristorante con la moglie.
"Dovrei pagare delle bollette." riferisco uscendo dalla borsa i fogli insieme ai soldi, porgendoli al signore.
"Come stai?" domanda mentre procede al pagamento.
"Potrei stare meglio."rispondo con freddezza. Tutti a chiedere come sto, ma nessuno può comprendere la voragine che percorre il mio cuore.
"Se avrai bisogno di qualsiasi cosa non esitare a chiedere. Tuo padre è orgoglioso di quello che stai facendo."afferma.
"Lo spero. Adesso potrebbe darmi un pacco di Merit Bay?"chiedo sempre più fredda.
"Si, certo tieni." risponde passandomi il pacco di sigarette, per poi poggiare il resto sul banco.
"Grazie. Arrivederci!" esclamo uscendo dal tabacchino. Entro in macchina e accendo una sigaretta mettendo in moto. Raggiungo il fioraio per acquistare qualche rosa per donare alla lapide di mio padre.

Durante il tragitto ascolto un po' di musica per non sentire i rumori assordanti della città. Senza neanche accorgermene, eccomi davanti al negozio.
"Buongiorno!"esclamo uscendo dall'auto.
"Salve signorina. Desidera?"chiede la signora Betty. La conosco molto bene perché tante volte venivamo sempre da lei per i fiori da portare alla tomba della mamma.
"Sono di fretta. Dovrei andare a lavoro. Potrebbe farmi un mazzo di rose rosse?"rispondo indicando i bei fiori all'ingresso.
"Sono per tuo padre vero?" domanda prendendo le rose dal vaso per poi avvolgerle con la carta stagnola.
"Si."rispondo abbassando lo sguardo.
"Tieni tesoro. Fanno 5 dollari." afferma.
Le avvicino il denaro.
"Grazie. Arrivederci!" esclamo uscendo dalla porta sommersa dal profumo della rose.
Adesso è ora che vado al cimitero. Di fretta e furia parto sfrecciando sull'asfalto.

E' tardi dovrei essere già a lavoro. Devo sbrigarmi non ho voglia di una lamentala di prima mattinata.
Dopo aver portato i fiori alla lapide di mio padre e aggiunto due rose a quella di mia madre ripercorro i miei passi verso l'auto e mi dirigo al locale.

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