XIX

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Sento le voci di Alec e mamma che discutono. Mi alzo dal letto preoccupata di cosa stia succedendo. Apro la porta trovandomeli davanti.
"Ragazzi. Ma cosa sta succedendo?"grido interrompendo la loro discussione.
"Gli stavo riferendo ciò che abbiamo scoperto."risponde mamma.
"E per quale motivo avere una discussione così accesa?"domando riferendomi ad entrambi.
"Mi sento in colpa. Non ho saputo proteggerti. Ha ingannato pure me. Ti ho delusa." risponde Alec abbassano lo sguardo verso terra.
"Nessuno di noi ha una colpa. Siamo tutti sulla stessa barca. E non mi hai deluso, hai fatto il possibile."affermo prendendogli le mani e alzandogli il viso per incontrare il suo sguardo.
Mi risponde con i suoi occhi pieni di dispiacere.
"Adesso andiamo a informare gli altri. Dobbiamo mettere le carte in tavola per sapere come agire."esclama mamma interrompendo il nostro gioco di sguardi.
Scendiamo al piano di sotto e troviamo Zack e Selena seduti a chiacchierare.
Ci fermiamo a guardarli mente loro continuano a parlare senza accorgersi  della nostra presenza. Un colpo di tosse di Alec li interrompe.
"Aprite bene le orecchie ragazzi."propone mia madre sedendosi con loro raccontandogli tutto.
"Cosa vorresti fare?"domanda Selena dopo aver ascoltato le parole di mia madre.
"Ho intenzione di chiedere aiuto al signor Gomez. Lavora nell'hotel in cui alloggiammo prima di andare da Alice."rispondo uscendo il biglietto con scritto il numero del signore della reception.
"E per quale motivo dovrebbe aiutarci?"domanda  mia madre confusa.
"Ha conosciuto Cedric e mio padre."risponde Alec.
"Alloggiarono lì durante i loro viaggi di lavoro. O anche per incontrare te mamma."continuo sedendomi di fianco a lei.
"E in cosa può esserci utile questo signor Gomez?"domanda nuovamente.
"Tornerai a Madrid. Ti invierò l'indirizzo dell'hotel e andrai a parlare con lui stesso. Non raccontare tutto. Accennagli alcuni dettagli  per sapere se lui è a conoscenza di qualcosa."propongo guardandola.
"Ok tesoro. Alloggerò a casa di Kylie."afferma prendendo il suo telefono.
"Kylie? La mia madrina? La donna che mi ha portato in ospedale la sera di Ferragosto?"domando confusa alla sua affermazione.
"Si proprio lei. Mi sono dimenticata ,quando ti ho raccontato la verità, che lei è a conoscenza di tutto. E la sera di Ferragosto mi hai realmente vista. Ero in compagnia di Kylie e quando ti ho vista sdraiata a terra le ho chiesto di soccorrerti."rivela tranquillamente.
Le rispondo guardandola sempre più confusa.
"C'è altro che devi dirmi? O abbiamo finito con queste rivelazioni?"rispondo quasi arrabbiata per non avermi riferito questo piccolo particolare.
"Hai ragione. Questo è tutto piccola mia. Adesso prenderò le mie cose e partirò nuovamente per Madrid. Alloggerò da Kylie e andremo a parlare con il signor Gomez per ascoltare qualcosa che potrebbe renderci utile."risponde alzandosi dal tavolo. Si volta silenziosamente e si incammina verso la sua stanza.
"Zack. Non ti ho sentito pronuncia neanche una parola. Per quale motivo?"domando guardandolo.
"Perché non mi sembrava il caso. Qualsiasi cosa mi diciate per me va bene. L'importante è che tutto finisca Maddy."risponde.
"Hai ragione. Ma per ora siamo nelle mani di mia madre. Vedremo cosa scoprirà."affermo andando verso di Alec.
"Tu cosa ne pensi?"gli domando abbracciandolo.
"Penso che  siamo di nuovo al punto di partenza. Però è sempre un inizio. Quindi confido in tua madre. E speriamo che scopra qualcosa di più."risponde guardandomi donandomi un bacio in fronte.
Mamma torna in cucina con un borsone in mano.
"Sono pronta. Ci terremo in contatto."esclama.
"Ma mamma non è presto per agire?"rispondo preoccupata.
"No. Non c'è tempo da perdere."risponde alla mia domanda.
"Ok. Fai attenzione. Qualsiasi cosa succeda non esitare a chiamare."affermo abbracciandola forte.
"Arrivederci ragazzi."urla uscendo dalla porta d'ingresso.
"A presto!"rispondono  in coro.
Speriamo che tutto vada bene e che non le succeda nulla di male.

Pov Kate.
Sono in macchina sto raggiungendo il porto di Tenerife. Il mio unico pensiero è proteggere la mia bambina e completare la missione che mio marito purtroppo non è riuscito a concludere.

Sono le 14:00 e ancora sono in fila in macchina per acquistare un biglietto per l'aliscafo verso Madrid.
"Salve. Un biglietto per Madrid."riferisco all'operaio dietro la biglietteria.
"Certo. A lei."risponde porgendomi il biglietto e poi passargli i soldi per pagarlo.
Finalmente entro nell'aliscafo. C'è una giornata bellissima.
La bellissima ebbrezza del vento e l'odore salino del mare mi accoglie al porto più vicino a Madrid.
Salgo in macchina e scendo dall'aliscafo e mi dirigo verso la città.
Squilla il telefono. È Kylie.
"Pronto. Sto guidando. Dimmi tutto."esclamo accettando la chiamata ascoltando la sua risposta dalle cuffie bluetooth.
"Nulla volevo solo sapere dov'eri finita."risponde.
"Tutto apposto tesoro."la rassicuro.
"Va bene. Stai attenta a non farti notare troppo."risponde staccando la chiamata.

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