VIII

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Al mio risveglio dopo una lunga notte tranquilla ritrovo Alec con un sorriso da perder fiato. "Buongiorno piccolo bocciolo di rosa."esclama.
"Ma che problemi hai? Per quanto tempo mi hai osservata dormire?"rispondo arrossendo.
"Più o meno 5 minuti."afferma ridacchiando.
Mi alzo dal letto.
"Quindi?! Che decisione hai preso?" domanda mettendo sul tavolo la colazione.
"Ci ho pensato durante la notte. Potrebbe essere anche una piccola scusa per conoscere mia zia e anche sapere qualcosa di mia madre. Considerando che non ricordo quasi nulla di lei."esclamo sedendomi per fare colazione.
Alec mi avvicina il telefono per chiamarla. Lo guardo confusa e lui fa cenno con la testa dicendomi si. Quindi sblocco il telefono e poi digito il suo numero.
"Pronto. Zia? Sono Maddy."riferisco.
"Ciao bambina mia. Dimmi tutto. È successo qualcosa?"risponde preoccupata.
"No zia. Non ti allarmare. Voglio darti risposta della proposta di ieri."ribatto.
"Si dimmi piccola. Cosa avete deciso?" risponde curiosa.
"Verremo a stare da te. Se non è un disturbo."affermo sorridendo.
"Che bello. Finalmente conoscerò come si deve la mia nipotina. Vi aspetto. Tra quanto verrete?"esclama entusiasta alzando il tono di voce.
"Nel pomeriggio zia. Il tempo che sistemiamo le nostre cose e verremo."rispondo piena di felicità.
"Ok principessa. A dopo." afferma e stacca la chiamata.
"Sei contenta Maddy?" domanda Alec avvicinandosi a me.
"Si. Potrò avere le idee chiare su mia madre e su mia zia."rispondo e mi zittisce stampandomi un bacio sulle labbra. Sento il cuore uscire fuori dal mio petto per potermi prendere a pugni per quanto sono presa da lui. Questo ragazzo mi fa impazzire.
"Wow. Mi sorprendi sempre di più. Fallo più spesso."esclamo provocandolo e facendogli l'occhiolino.
Ormai c'è quasi una sintonia tra di noi. I nostri cuori suonano quasi a l'unisono.

Dopo tutte queste emozioni così forti vado a preparare le valigie per poi dirigerci verso casa di zia Alice.
Alec si sta vestendo non sapevo dove andava.
"Dove vai ?" chiedo guardandolo mettersi la maglietta.
"Vado a pagare le notti trascorse qui e comprare qualcosa per tua zia come ringraziamento." risponde.
"Ok. La tua valigia non si sistema da sola. Quindi sbrigati." esclamo con una smorfia schifata ironica.
"Simpatica. Fai anche la mia per cortesia." risponde mandami un bacio e chiudendo la porta. "Ma che palle. Non poteva farsela da solo? Che stronzo."dico sbuffando e ridendo da sola.

Dopo un ora e qualche minuto metto le ultime cose in valigia. Sento la porta aprirsi alle mie spalle. È Alec con due mazzi enormi di fiori. Uno di rose e l'altro di tulipani.
"E tutti questi fiori per chi sono?"chiedo annusandoli. Le rose sono il mio fiore preferito.
"Queste sono per te. Perché sei la mia rosa appena sbocciata in un deserto." risponde arrossendo donandomi il pazzo. Non l'ho mai visto così, è abbastanza imbarazzato.
"Che gentiluomo. Grazie mille. Ma come sapevi i miei gusti riguardo i fiori?" domando prendendo il mazzo e arrossendo anch'io.
"Hai la pelle candida e morbida come l'odore delle rose. Sono andato ad intuito." risponde.
"E l'altro per chi è?" rispondo con tono un po' geloso.
"Per tua zia Alice. Non sono sicuro che le potrebbero piacere, ma spero le gradisca."risponde appoggiandolo sul tavolo.

Passiamo un lungo pomeriggio indaffarati a sistemare tutto. Suona il mio telefono. È zia Alice.
"Pronto zia?" rispondo accentando la chiamata.
"Piccola. Dove siete è quasi ora di cena. Sto iniziando a preparare da mangiare. Quanto perdete?" chiede.
"Il tempo di indossare qualcosa e mettere le valigie in auto. E saremo lì."rispondo.
"Ok Maddy. A dopo tesoro."afferma riattaccando la chiamata.
Di fretta e furia metto qualcosa addosso. Prendiamo le valigie e usciamo dalla camera. Arriviamo alla reception.
"Ragazzi. State andando?"esclama il signore della reception. Noi rispondiamo annuendo sorridenti.
"Ora ricordo perché avete dei volti familiari a me. Siete per caso i figli di William Jordan e Cedric Wright ?"continua.
"Si signore siamo proprio noi. Lei come fa a conoscerli?"domanda Alec.
"Ma che onore! Alloggiarono qui anni fa per un paio di giorni. Come voi erano confusi dove dovessero andare. Erano così socievoli. Come stanno adesso? " risponde il signore.
"Ehm...Mi dispiace annunciarla che sono venuti a mancare William un paio di anni fa e mio padre da un anno a questa parte."annuncio abbassando lo sguardo.
"Mi dispiace così tanto. Erano uomini in gamba. Saranno fieri di voi." risponde prendendo un biglietto e una penna.
"Qui c'è il mio numero. Se avreste bisogno sono a vostra disposizione. Comunque che sbadato che sono stato in questi giorni. Non vi ho detto il mio nome. Sono Philip Gomez. Vi auguro buona vita ragazzi, statemi bene e grazie." afferma il signor Gomez sorridendo.
"Grazie a lei per tutto. Buona vita anche a lei. Arrivederci."esclamiamo salutandolo con la mano uscendo dall'hotel.

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