La rotta per il tuo cuore

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Due anni dopo

La brezza frizzante di aprile fece svegliare Arthur da quello che doveva essere il suo posto di controllo. Era l'alba ormai e dall'alto della sua postazione riusciva a scorgere già terra. Aveva intrapreso quel viaggio soprattutto per se stesso, ma anche per la donna che era il fulcro del viaggio. Aveva fiducia in lei e ne suo potenziale, in una parola era diversa.Voleva cambiare qualcosa nella sua vita, voleva trovare qualcosa o qualcuno per cui valesse la pena vivere e combattere, voleva una vita piena e quindi voleva anche una donna. Una donna non era semplice trovarla a quei tempi. Di donne ce ne erano tante, ma poche avrebbero amato o apprezzato quello che lui faceva per vivere, ma una certa donna dai capelli fulvi stava cambiando i suoi pensieri. Umah era stretta a una delle tante funi presenti sulla nave e controllava l'orizzonte, certa che quello che stavano per andare a fare sarebbe stato tutto tranne che una passeggiata. Quando Maximilian le aveva chiesto di imbarcarsi per l'Europa non aveva immaginato che avrebbero intrapreso un viaggio del genere e per un motivo del genere. Quelle informazioni rilevanti però, le aveva scoperte quando la costa americana era ormai solo un'ombra alle loro spalle. Dopotutto rischiare la pelle ogni tanto le faceva assaporare la vita, come mai prima. Non aveva ancora capito il motivo della sua presenza, tuttavia si fidava di Max. Amava potersi mettere alla prova e le piaceva essere la sola donna a bordo, ogni uomo dedicava a lei tutte quelle piccole attenzioni che la facevano sentire viva. Tutti tranne uno, Maximilian non aveva più occhi per lei, o meglio non li aveva mai avuti, ma in compenso un certo ragazzino piuttosto intraprendente aveva suscitato la sua attenzione.

«Pronti a sbarcare a terra uomini!» La voce di Maximilian svegliò del tutto Arthur, quasi come uno schiaffo in faccia. Si costrinse quindi a mettere da parte il sonno per iniziare a lavorare.
«Agli ordini capitano!» Fu l'unica risposta che arrivò dalla ciurma. Sarebbe potuta essere una sorpresa o una follia la sua, pensò Maximilian. Presentarsi li, due anni dopo quello che era accaduto però era veramente da folli. Rimaneva da capire folli per che cosa o di che cosa. Chissà quante cose erano cambiate negli anni. Forse lei era sposata e forse aveva dei figli, si era preparato mentalmente a tutto Maximilian. Gli bastava solo vederla, se non poteva averla solo per sé. Aveva compreso di aver fatto l'errore della sua vita un minuto dopo averla cacciata da casa sua. Voleva rimediare, lo voleva eccome, ma si sa, a volte il nostro peggior nemico siamo proprio noi stessi e così era stato anche per Maximilian. Il suo stupido orgoglio gli aveva negato la possibilità di essere felice. Se la era negata da solo. Ora era un duca a tutti gli effetti, era il fulcro della società a Newport News e anche dell'economia. Il volere del duca era quanto di più importante ci potesse essere. Bastava una sua parola e avrebbe piegato a se il volere di gran parte degli uomini della sua città natale. Ora era giunto il momento di trovare una duchessa che fosse alla sua stessa altezza, ma non nel rango sociale, ma nel cuore e lui sapeva esattamente dove trovarla.

Un'ora più tardi la ciurma del capitano de Greye era sbarcata nel porto della città di Amsterdam e si stava dirigendo verso un'osteria del porto. I suoi uomini erano stanchi e affamati, il viaggio era stato lungo e avevano attraversato l'oceano solo per lui che non si era impegnato neanche a dare troppe garanzie. Lasciò al proprietario della taverna una cospicua somma di denaro che sarebbe servita a rifocillare tutti i suoi uomini e fargli bere una generosa quantità di birra olandese. Maximilian decise quindi di voler andare subito al palazzo reale, in modo da togliersi subito il dente, ma prima era necessario che si desse una ripulita. Entrò nel negozio di un barbiere e si fece ripulire la faccia dalla barba incolta e si fece accorciare i capelli, secondo la moda che vi era al momento in Olanda. Una volta terminato pagò il barbiere e ringraziò, per poi andare nel negozio di fronte. Aveva assolutamente bisogno di un abito nuovo. Aspettò pazientemente che il sarto prendesse tutte le misure necessarie e finalmente, due ore dopo, poté indossare un abito nero di alta sartoria che, anche se non era propriamente perfetto, in quanto non vi era stato il tempo necessario per adattare l'abito con le rifiniture adeguate, era consono per presentarsi al cospetto della regina. Era in fibrillazione al solo pensiero. Fermò una carrozza e si fece portare al palazzo reale, pagando la tratta.

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