Basta segreti

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Era giunta l'alba così come era giunto il momento di partire nuovamente e abbandonare una terra che non era realmente la loro. La notte trascorsa con Maximilian, era stata per Evangeline un vero e proprio sogno. Le erano state insegnate diverse cose quando era solo una ragazza sul tema dell'amore tra un uomo e una donna, ma certe cose non possono essere spiegate o descritte a parole. Per certe cose non sono sufficienti le parole, quanto più i gesti e Maximilian di gesti ne aveva fatti diversi in quella notte di fuoco. Ed era stato così intenso e così bello, da risultare, per una principiante come Evangeline, indimenticabile, proprio come uno dei sogni più belli e meno realizzabili che ella avesse mai fatto.

La dolce fanciulla si era svegliata quella mattina con le membra intorpidite e le gambe amorevolmente intrecciate a quelle del suo compagno. Maximilian si era svegliato già da parecchi minuti, ma non era riuscito ancora ad alzarsi dal letto e abbandonare quel caldo corpo femminile e sinuoso. Si era perso ad ammirare il volto angelico e perfetto della donna al suo fianco, notando quei piccoli particolari che in precedenza non aveva notato, come per esempio quelli piccoli nei che aveva sul labbro inferiore, come delle lentiggini o i piccoli riccioli che aveva all'attaccatura dei capelli o quella voglia color cioccolato che aveva sulla pancia. Voleva dare la colpa al fatto che non avesse fatto sesso per un anno intero con una donna, per l'immenso piacere che aveva provato con lei quella notte, ma la realtà era un'altra e lui la sapeva bene. Evangeline si era concessa a lui, fidandosi di lui come mai nessuna aveva fatto prima, in modo totale. Gli aveva donato quanto di più prezioso ella aveva ed era stato così reale, così intenso e così bello anche per lui, da rendere quell'esperienza unica nel suo genere, anche per un maestro, in quel capo, come lo era lui. La luce del primo sole mattutino filtrava dalle pesanti tende bluastre, un poco scostate dalle finestre, e rendeva quel momento particolarmente speciale, per due giovani amanti come erano loro, che dovevano ancora entrare in quel grado di confidenza che avrebbe reso profondo il loro rapporto. Le labbra rosse e corrucciate di Evangeline erano un richiamo troppo forte per Maximilian che non seppe resistere e vi ci si tuffò sopra, in modo rude e violento, senza troppa grazia. Con un dolce bacio la giovane fanciulla fu risvegliata dal suo caldo torpore e quando aprì gli occhi, il viso del suo amato fu ciò che vide come prima cosa. Un sorriso nacque spontaneo sulle rosse e gonfie labbra di Evangeline che ricevette subito un altro bacio da parte di Maximilian.
«Buongiorno principessa.» Le disse risalendo con la mano destra sulla coscia della ragazza, arrivando fino ai fianchi. Entrambi erano ancora nudi.
«Buongiorno duca. A dire la verità però io sono stata una regina, non una principessa.» Evangeline era particolarmente loquace quella mattina e dimostrò anche di essere particolarmente energica, tanto da allungare in fretta le braccia intorno al collo di Maximilian e congiungere ancora una volta le sue labbra con quelle ruvide e calde di lui. Se prima di quella notte, la giovane e ingenua Evangeline, sperava di avere ancora un poco di padronanza del suo corpo e della sua mente, ora poteva abbandonare definitivamente quell'idea. Ora era totalmente sua, si era innamorata di lui definitivamente.
«Come siamo audaci questa mattina. Per caso vuoi ripetere ciò che è successo questa notte, bella fanciulla?» Abbandonando ogni sorta di regola convenzionale, Maximilian passò una mano tra i lunghi e lucidi capelli di Evangeline, provocandole mille e mille altri brividi nella schiena e sulle braccia. La ragazza sorrise a quella domanda velata di malizia e senza pensarci, avvolse con la sua gamba sinistra il fianco di Maximilian, avvicinando pericolosamente i loro corpi, forse più del dovuto se non voleva ricadere, un'altra volta, nel turbine peccaminoso nel quale era caduta la notte precedente.
«Lo vorrei Maximilian.» Evangeline usò un tono di voce volutamente più basso del solito, che fece contrarre immediatamente ogni singolo muscolo del corpo di Maximilian.
«Prima però vorrei fare un patto con te.» Continuò la giovane donna olandese, passando delicatamente le sue dita sul petto virile di Maximilian, ricoperto da della ricciola peluria.
«Che tipo di patto?» La voce consumata dal desiderio e pervasa dal tormento di Maximilian, fece sorridere Evangeline. Possibile che dopo solo una notte, entrambi fossero già ridotti in quelle condizioni?
«Basta segreti tra noi Maximilian. Non credo di poter essere del tutto me stessa al tuo fianco, se non siamo sinceri l'uno con l'altra.» Quelle parole avevano un non so che di amaro che, purtroppo o fortunatamente, giunse anche alle orecchie di Maximilian. Lo sguardo che riserbò ad Evangeline però era di rimprovero. Davvero ella pensava che lui le avrebbe tenuto nascosto ancora qualcosa, dopo la notte trascorsa e le promesse che si erano fatti? Era un uomo si, ma non era mai stato uno stupido o un bugiardo. Lei avrebbe dovuto saperlo bene.
«Sarò totalmente sincero con te a patto che anche tu lo sia con me. Non ho mai voluto qualcosa come voglio te e se per averti dovrò svelarti anche tutti i miei segreti, così sia, ma voglio che anche tu lo faccia. Voglio che tu ti fidi di me.» Il leggero strato di barba sul viso di Maximilian fece storcere appena il naso di Evangeline, rendeva ruvido il suo bel viso. Si era persa negli occhi di Maximilian dopo la prima frase che aveva pronunciato. Leggeva nei suoi occhi tutta la sincerità e la sicurezza di cui aveva bisogno in quel momento e forse per sempre, non le sarebbe servito niente altro che lui per essere felice.
«La fiducia è un qualcosa che cresce e si guadagna con il tempo Max e tu dovresti saperlo bene. Ad ogni modo, hai la mia parola che sarò, da ora in poi, totalmente sincera con te e che per te solo non avrò segreti.» Una promessa di quel tipo avrebbe avuto più senso farla durante la cerimonia di un matrimonio, ma un uomo come Maximilian probabilmente non avrebbe mai chiesto spontaneamente di sposarsi ad una donna, anche se si trattava di Evangeline. Era fuori dalla sua natura e la ragazza olandese lo sapeva con tutta sé stessa, ma faceva ancora fatica ad accettarlo. Non le piaceva l'idea di diventare la madre di dei bambini che probabilmente non avrebbero neanche portato il cognome del loro padre biologico. Perché ella sapeva cosa poteva comportare quello che avevano fatto più volte la notte precedente, lo sapeva molto bene. Per il momento doveva farsi andare bene quello che, piano piano, stavano costruendo insieme, proprio come aveva sperato. Forse, in un domani, Maximilian le avrebbe anche fatto la fatidica domanda. Sperava solo non troppo tardi.

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