A Coruña - Spagna
Era giunto in Spagna da due giorni soltanto, anche se ad egli parevano settimane. Stava cercando in ogni dove lei, la sua musa tentatrice, la donna per la quale aveva perduto il senno, ma senza fortuna. Era arrivato in una città di porto decisamente caratteristica e fuori dagli schemi che si era creato in merito al continente europeo. Un faro di dimensioni spropositate, acceso giorno e notte, di origine certamente romana, era il simbolo della città. Sebbene Maximilian non parlasse molto bene lo spagnolo, riusciva sempre a farsi comprendere e anche questa volta era stato così. Quando aveva chiesto informazioni riguardanti una certa ragazza non accompagnata di origine olandese, le persone si erano dimostrate assai loquaci ed egli aveva scoperto che Evangeline era considerata molto positivamente nella città, grazie ai suoi numerosi gesti di generosità e carità. Aveva scoperto che la donna era ancora in città e probabilmente in quel momento era ad ammirare la nave che aveva fatto sistemare dai falegnami locali. Troppe informazioni in un momento solo, pensò Maximilian quando, insieme agli uomini e alla donna della sua ciurma, tornava al molo dove aveva lasciato la sua nave qualche decina di minuti prima. Aveva intravisto un veliero di dimensioni spropositate, ma non ci aveva fatto troppo caso data la sua frenesia. Fremeva infatti per rincontrare Evangeline di nuovo. Tutto quello che stava facendo era da folli e lo sapeva bene in cuor suo, ma aveva da poco imparato che anche l'amore, quello vero e indissolubile, è solo per folli.
«Torniamo alla nave.» Da quando Maximilian era partito per l'Europa i suoi uomini avevano smesso di porgli delle domande scomode. Egli non avrebbe risposto ad ogni modo, era così focalizzato su ciò che stava cercando, tanto da smettere di osservare ciò che lo circondava e anche le persone che lo circondavano. Thomas Gates aveva ancora però una certa influenza sul duca. Ciò che lui gli consigliava veniva sempre preso in considerazione da Maximilian che, in un modo o in un altro, finiva sempre per dare ragione al vecchio cacciatore di tesori perduti. Il signor Gates d'altro canto sapeva che l'unica cosa importante in quel momento per Max, era ritrovare Evangeline, sana e salva e riaverla nella sua vita, ad ogni costo.
Quando giunsero al molo, lo spettacolo che prima non avevano ammirato per la fretta, li sconvolse. Più che un veliero vero e proprio, quello che si stagliava davanti al loro occhi pareva avere lo scheletro un vecchio relitto mercantile, rimesso poi a nuovo con pazienza e anche con una alquanto cospicua e generosa somma di denaro. A bordo di quella nave vi erano diverse persone, per lo più uomini. Vi erano anche solo due donne e, secondo lo sguardo attento di Maximilian, nessuna delle due poteva essere lei. Già disperato e pronto a domandare a chiunque se l'avessero vista, alzò di nuovo il capo solo poco dopo, quando sentì un allegro vociare alzarsi da quella nave che aveva osservando con doviziosa attenzione fino a qualche minuto prima. I suoi occhi si inchiodarono, subito e senza esitazione, sulla figura di Evangeline. Era lei, era lì. Abbigliata con abiti da uomo, di colore solo nero, ad esclusione della camicia, Evangeline indossava anche il cappello. Non era un cappello qualunque, quello era un cappello da capitano, uno di quelli che un giorno, non troppo tempo prima, aveva avuto l'onore di indossare anche lui. Diversi ricordi riaffiorarono nella sua mente alla vista di quelle due lunghe e sgargianti piume bianche. Evangeline stava scendendo le scale che collegavano la cabina del capitano con il ponte principale della nave. Aveva gli occhi di tutti incollati addosso, era impossibile non guardarla. Non era solo per la sua bellezza, era per il suo portamento. Era fiera. Era sorridente e felice. Maximilian a quella constatazione ebbe un tuffo al cuore. Lei stava bene, anche senza di lui. Era davvero così? La domanda tuttavia era un'altra. Lui stava bene senza di lei al suo fianco? Difficile da spiegare era quello che lo legava a lei.
Quando gli schiamazzi terminarono, gli occhi di Evangeline si spostarono dai volti attorno a lei, fluttuando ad osservare ciò che di più distante la circondava. Fu in quel momento che lo vide. Era lì, era lui. Poteva essere un'allucinazione, perché non c'era nulla di sensato in tutto quello. Lo sguardo della ragazza cambiò e si trasformò in una smorfia. Perché era lì lui? Per umiliarla e deriderla un'altra volta? Non era certa di riuscire a sopportarlo. Tuttavia la vita bisogna affrontarla, sempre e comunque, non bisogna mai lasciarsi sfuggire le occasioni dalle mani ed Evangeline lo aveva imparato negli anni passati a sue spese. In quel momento Evangeline mise da parte ogni sentimento negativo che aveva provato a causa di Maximilian e affrontò la situazione a testa alta, sotto lo sguardo attento delle due ciurme e di qualche abitante locale curioso. La ragazza afferrò una cima dalla sua nave e si calò senza esitazione alcuna sul molo. Raggiunse a passo cadenzato la persona che doveva affrontare, la stessa per la quale aveva ancora il cuore lacerato, la stessa della quale era ancora innamorata.
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Il segreto dietro i tuoi occhi
Ficción históricaMaximilian Alexander Leonard de Greye, primogenito della famiglia più ricca della Virginia, era conosciuto in tutto il mondo. Per cosa? Beh lui era lo spadaccino migliore al mondo e non solo quello. Era un navigatore, ogni rotta era stata da lui con...