uno✨

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Il caffè

Mi pento spesso di quello che faccio, esattamente come in questo momento mi sto pentendo di aver guardato quella serie su Netflix fino a notte inoltrata.
Quando stamattina è suonata la sveglia l'ho posticipata di cinque minuti, che poi sono diventati dieci, che poi sono diventati mezz'ora.
Così ora mi ritrovo a fare le corse per aprire il bar in cui lavoro, che ringraziando il cielo non è molto lontano da dove vivo.
Pur non potendo perdere altri secondi, non posso assolutamente non fermarmi alla mia pasticceria preferita, che fa anche da caffetteria, a prendere un bel caffè caldo con il mio solito cornetto. Un delizioso cornetto integrale ripieno di marmellata ai frutti di bosco, aggiungerei.

Il tempo per gustarmi il tutto con calma non ce l'ho, perciò decido di mangiarlo in macchina mentre vado. Come al solito, ho lasciato una generosa mancia a Tommaso, il ragazzo che sta sempre dietro il bancone la mattina quando passo.
Siamo usciti un paio di volte a cena, ma tra di noi non potrà mai esserci niente. Diciamo pure che lui ha altri gusti, ecco. Però è davvero un buon amico: è paziente, sa ascoltare e consigliare. Il mio opposto, praticamente.

Mi catapulto letteralmente fuori dalla porta, e sento in sottofondo la risata di Tommaso. Anch'io avrei riso, se solo non avessi buttato le chiavi della macchina in borsa e avessi almeno una mano libera per cercarle.

La fortuna non è mai stata dalla mia parte, certi giorni meno degli altri.
Questo è decisamente uno di quelli.
Occupata a scavare nella borsa per trovare quelle benedette chiavi, non presto attenzione alla strada. Pessima, pessima scelta, visto che in poco mi scontro con qualcuno, inzuppandogli totalmente la felpa di caffè.
Mi sento improvvisamente avvampare, e sono sicura di essere diventata più rossa di un pomodoro.
Alzo lo sguardo, e per poco non mi viene un colpo: Lorenzo Insigne, in tutta la sua bassezza, mi guarda con un sorrisetto divertito. Cazzo.
Se possibile, divento praticamente color melanzana, e mentre borbotto qualche cosa di incomprensibile anche a me stessa, che probabilmente dovevano essere scuse, lo scanso e faccio un solo volo in macchina. Sì, nel frattempo ho trovato le chiavi.

Sbuffo, non preoccupandomi di azionare il motore, visto che ormai sono in un ritardo colossale.
Io volevo davvero incontrare Lorenzo Insigne, magari chiedendogli una foto e un autografo, e di certo non mi aspettavo di farlo macchiandogli la felpa con il caffè.
Non mi sembrava arrabbiato, o almeno lo spero.
Io però gli occhi li ho visti, e nonostante fossero di un marrone intenso, emanavano tranquillità e divertimento, proprio come il sorriso che mi aveva rivolto.
Mi riprendo e decido di partire.
Tanto non lo incontrerò più.

Lorenzo

«Cioè, fammi capire bene. Questa tizia ti ha rovesciato il caffè addosso?» alzo gli occhi al cielo. Ma Dries è coglione o cosa?
«O' fra', ma t'appost? Te l'ho detto tre volte» sto seriamente cominciando a perdere la pazienza. Cosa c'è di tanto strano?

Beh, forse la cosa strana sono io che ancora ci penso, quando me ne dovrebbe importare il giusto.
Magari il fatto è che non capita tutti i giorni che qualcuno ti frani addosso, non se sei un calciatore e sei chiamato a fare allenamenti-casa-partita.
Quella ragazza mi è rimasta impressa e non capisco perché.
So che mi ha riconosciuto, è diventata ancora più rossa quando mi ha guardato in faccia. Posso dire che sia stata di gran lunga la cosa più divertente che mi sia successa negli ultimi tre mesi.

Coffee «Lorenzo Insigne»Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora