quattordici✨

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Confessioni

Dries mi ha sempre raccontato tutto e mi sembra doveroso fare lo stesso. Sfogarmi non mi farebbe affatto male, così un'ora fa mi sono auto-invitato a casa del belga, deciso a raccontargli tutto. Di lui mi fido più di chiunque altro al mondo, so che rimarrà in religioso silenzio. Anche perché, se dovesse dire qualcosa, non penso che non metterà mai più piede a Napoli.

«Insomma... di cosa devi parlarmi con così tanta urgenzia e mistero?»
«Tanto per iniziare, non è urgenzia, ma urgenza» sorrido quando lui alza gli occhi al cielo.
«Non fare il professorino, che nemmeno tu sai cosa esce dalla tua stessa bocca» scoppiamo a ridere, visto che entrambi sappiamo che ha perfettamente ragione.
«C'è un'altra» sputo fuori all'improvviso, facendo quasi strozzare Dries con la birra che sta bevendo. Troppo imprevisto?

«Cosa?!» la voce gli è uscita talmente stridula che mi sono dovuto allontanare.
«Lo so, ma che ci posso fare? Con Jenny ormai non c'è più niente, Valeria invece, così si chiama, mi tratta come se non fossi solo il calciatore del Napoli. Con lei mi sento solo Lorenzo Insigne, non ho bisogno di maschere o altro, non devo mantenere un certo tipo di comportamento... mi fa sentire libero» Dries mi guarda sconvolto e non posso dargli torto: onestamente, c'erano più probabilità che una del genere succedesse a lui che a me.

«Sono contentissimo per te, amico. Te lo meriti, ti auguro davvero il meglio con questa ragazza, e credo che tra qualche settimana ci sarà una cena di squadra con mogli e fidanzate» sorride malizioso e so già a cosa sta pensando: tutte le possibili coalizioni che potrà fare con Valeria per farmi uscire fuori di testa. E per quanto la cosa possa farmi ridere, rimango impassibile. 
«Jenny l'ha capito che c'è un'altra, il problema è che mi ha già detto chiaro e tondo che sono uno scemo se pensa che accetterà il divorzio» mi passo una mano tra i capelli, inquieto.

«Non è necessario, tu falle vedere che fai sul serio andandotene di casa, il resto andrà da sé» alzo un sopracciglio, chiedendomi se sia serio o meno.
«E dove vado? In un treno della Circumvesuviana?» chiedo, ironico.
«Verrai da me, ovvio!»
«Scontato. E se viene a bussare?» la conversazione si fa sempre più divertente e voglio proprio vedere cosa tira fuori.
«Non le apriamo» sposta lo sguardo sul muro davanti a sé, per poi puntarlo nuovamente su di me.
«Cos'è la Circumvesuviana?»


Valeria


Una bella tazza di cioccolata calda è proprio ciò che ci vuole per affrontare il quarto grado di Alessia, e ogni tanto la tentazione di tirargliela addosso è particolarmente forte.
«Avete usato le protezioni, vero?» arrossisco di botto e le tiro il cuscino che ho accanto, facendo quasi cadere la bevanda sul letto.
«Cretina! Non abbiamo fatto niente» mi giro dall'altro lato, imbarazzata anche solo al pensiero e fintamente arrabbiata.

«Gliene hai parlato?» non le rispondo e non la guardo nemmeno, facendo intuire un chiaro e secco "no".
«Lo dovrà sapere prima o poi, non credi?»
«Credo, fidati che credo, ma devo trovare coraggio e un momento adatto» Alessia lascia cadere l'argomento, sapendo che è una causa persa.
Anzi, è una ferita ancora aperta che brucia dannatamente tanto, che si allarga un po' di più appena viene tirato fuori l'argomento. Non bastano dei punti, ci vuole ben altro per chiuderla, quella maledetta voragine che in fondo è anche uno spiraglio che affaccia nel passato. Oppure un buco nero pronto a risucchiarmi appena sono sola.

Coffee «Lorenzo Insigne»Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora