Chapter 14.1

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Le mie dita tremarono e mollarono all'istante le fotografie come se fossero acido nelle mie mani. Il sudore che mi impregnava la fronte non faceva altro che peggiorare il gelo che all'improvviso aveva invaso la mia stanza. Mi sentii incapace di muovermi, di ragionare, di agire. Sembrava come se la mia camera si fosse ristretta – cosa al quanto impossibile considerando che era la stanza più grande di tutta la villa.

Anche la porta chiusa a chiave, le finestre serrate e le tende sigillate non migliorarono il disagio che sentivo alla bocca dello stomaco. Ero impotente.

Pensai fosse una buona idea buttarmi sul letto per terminare finalmente quest'orribile giornata, ma mi pentii in pochissimo tempo. Infatti non appena atterrai su quella morbida superficie, ebbi un terribile giramento di testa che ampliò la sensazione di dolore alla pancia. Il mondo mi vorticò attorno.

Chissà cosa avevo inalato.

Pensai fosse uno scherzo di cattivo gusto. Uno stupido gioco alla 'nuova arrivata'. Arrivare fino all'uccidermi o al farmi morire di paura? No, c'era sicuramente qualcosa che non quadrava.

Ma lui o lei che fosse era sicuramente più ingegnoso di me. Questo qualcuno doveva odiarmi davvero tanto. Sembrava mi volesse andata, impazzita, fuori di testa.

Guardai la mia faccia terrorizzata allo specchio sul soffitto della mia camera. Ero di tutti i colori. Vidi copiose lacrime scorrermi sul viso, non mi ero neanche accorta di loro tanto presa dalla situazione. Poi, un pensiero mi attraversò la mente.

Che Silver Bullet mi stesse guardando? Ridendo della mia sofferenza? Stava pensando che le mie lacrime e la mia vita fossero solo qualcosa da umiliare o un intrattenente gioco? Ero solo un tipo passeggero di gioco? Una moda?

No pensai Silver Bullet non avrà questa soddisfazione.

Mi alzai di scatto, massaggiandomi il capo per il mal di testa. Mi strofinai gli occhi. Iniziai a guardarmi intorno lentamente, stampandomi in faccia un sorriso neanche per giocare a poker. Chiunque mi stesse osservando non avrebbe vinto, non anche questa volta. Percepivo uno sguardo insistente. Serrai le labbra in una linea sottile. Calpestai le foto che ormai giacevano macabri sul pavimento, per poi parlare quasi al nulla "Pensi che questo sia divertente? Indovina un po'?" Chiesi, restando in primis sorpresa dal tono glaciale che stavo usando "Nessuno sta ridendo".

Afferrai il portafoglio dal mobile vicino alla porta, insieme alle chiavi della macchina vicine. Infilai rapida gli stivaletti ed uscii da quella stanza. Avevo bisogno di uscire da lì. Mi sentivo imprigionata ed osservata. Per sentirmi protetta ed al sicuro, Weston fu la prima persona a cui pensai.

"Sto uscendo". La mia voce risuonò tra le pareti del corridoio fino al piano inferiore.

"Qualcuno sta andando ad un appuntamento speciale?". La testa di Darren spuntò fuori dalla cucina, sorridendo sornione ed ammiccando.

Alzai gli occhi al cielo "E' solo un amico".

"Un amico, huh? E' la stessa persona che ti ha dato quella lettera d'amore?". Agitò le sopracciglia in un modo che io considerai opposto al 'movimento sexy', per poi fermarsi proprio di fronte alla sottoscritta.

Mi congelai sul posto, fulminandolo con lo sguardo. Darren non doveva assolutamente parlare di questo. Non anche lui. "Ma dai, Reny, lo sai perfettamente che non ho nessun ragazzo". Usai il soprannome con cui lo avevo denominato quando eravamo piccoli, apposta perché sapevo che questo gli desse estremamente fastidio.

"Allora una ragazza?" chiese leggermente offeso.

Gli rivolsi un'occhiataccia. Iniziai a prenderlo a pugni sul petto, scherzosamente. Lui, come un perfetto attore, dopo il primo crollò sul pavimento gemendo di dolore. Alzai gli occhi incredula: che bamboccio!

"Ow, ahia, ouch" continuava a lamentarsi Darren nel frattempo.

"Scusami tanto, Reny, non sapevo fossi così femminuccia".

E così gli passai sopra, raggiungendo la porta d'ingresso.

"Gosh honey! Stavo solo scherzando! Dannata te, colpisci come un uomo. Anzi, penso che da oggi in poi ti chiamerò Wonder Woman!" Darren riuscì a strapparmi un sorriso in quella ombrosa giornata.

Ci pensai un attimo "Ma non ha nessun senso"

"Sì invece, tu sei stupida come..."

"E' vestita in mutande!"

"E' forte come Hulk"

"E' un ramoscello"

"Non ha la PMS"

"E tu-"

"E' nella stessa stanza con un uomo troppe volte"

"Idiota!"

"Rompiscatole"

"Oh, sono Darren e colpisco come una femminuccia!"

"Oh, sono Daniella e sono capace di nuotare come un pesce quando siedo su una qualsiasi sedia"

"Stai dicendo che sono bassa?" annaspai irritata. Ma come si permetteva!

"Wow, necessiti che ti ripeta più lentamente ciò che ti ho detto per una più efficace comprensione, mia paziente preferita?"

"Vuoi che-"

"Cosa sta succedendo qui?" L'accento marcato di zia Feli rimbombò per la mia stanza. Si asciugò velocemente lemani sul suo grembiule e si accostò amorevolmente a Darren "Tesoro, fammi vedere il braccio che ti fa male"

"No, non ti preoccupare. Non è-" Darren iniziò a protestare, nascondendo il suo arto dietro la schiena.

"Oh, chiudi quel buco mangiatorte che ti ritrovi. È più grande dello stomaco di una mucca" Zia Feli afferrò il polso del mio povero fratellino e lo esaminò attentamente. Darren sobbalzò quando gli sfiorò accidentalmente il punto dove lo avevo colpito. Lei sospirò "Oh ragazzo mio, c'è da dire che non sei uscito vincitore"

Guardai il gigantesco, viola e nero livido che già si era formato sul suo braccio. Lo sconcerto impresso sul mio viso. Non lo avevo colpito così forte! Non era mai successo con nessuno prima di lui – e posso giurare che non sono andata con man leggera nemmeno sui precedenti. Boccheggiai, formando una 'o' con la bocca.

"Merda" mormorai.

Zia Feli spostò a me la sua completa attenzione "Cosa succede?"

"Danny mi ha colpito!" mi puntò il dito contro Darren, come un bambino di cinque anni.

Lo trucidai con lo sguardo fino a quando zia Feli non eruppe in una risata panziera. "Oh, ragazzo mio, ti stai agitando come un granchio che sulla spiaggia non riesce a raggiungere il mare. Calmati. Fai l'uomo per una volta" disse risoluta.

Darren si alzò lentamente, pulendosi i jeans. Ridacchiai sottovoce e lui mi ringhiò contro. "Perché non vai a cercare il tuo ragazzo? Probabilmente sarà preoccupato che la sua ragazza sia stata rapita o altro. Non che ci fosse il problema, mi hai colpito come un ragazzo e lo avresti fatto anche con il tuo aggressore. Questo mi fa riflettere. Non è che tu sia..." lasciò in sospeso la frase.

Ignorai appositamente la provocazione.

Mi soffermai al pensiero che Weston si fosse preoccupato per la sottoscritta come un fidanzato. Le mie guance si tinsero di una sottile patina rossa ed incrociai lo sguardo furbo di Darren. Lui non perse tempo e scattò giù per le scale.

Lo inseguii fino alla soglia della mia stanza e poi urlai per tutta la casa "Io. Non. Ho. Un. Ragazzo!"

"Danny!" mi sgridò dolcemente la voce di zia Feli. Mi girai un attimo per rassicurarla con lo sguardo prima di correre dietro a mio fratello. Riuscii perfettamente a sentire le sue parole "Lascia che il gatto semini in un campo fertile, ma assicurati che abbia gli artigli sfoderati"

Grugnii in risposta e vidi Darren scivolare per le scale fino al piano terra per le troppe risate.

Sempre la stessa la mia governante.

Marked by the Alpha (Italian translate)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora