Chapter 6

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Sobbalzai scossa. La prima cosa che vidi fu l'oscurità. L'unico rumore che sentivo era il frenetico battito del mio cuore. La mia maglia impregnata di sudore era appiccicata alla schiena. Mi risvegliai dalla sonnolenza e capii di essere in camera mia. Ero al sicuro tra le turchine e viola porpora pareti e nel mio letto. Mi lasciai sprofondare nel materasso e sospirai sollevata. Oh, grazie a Dio era solo tutto un sogno, pensai.

In quel momento realizzai. Mi misi seduta di scatto di nuovo. Non ricordavo di essermi addormentata in camera mia la sera precedente. Mi ricordavo di essere uscita nel giardino per andare nello sgabuzzino per prendere un po' di Sale di Magnesio. Ricordai dell'apparizione di una creatura mitologica che apparse all'improvviso davanti ai miei occhi. Scacciai velocemente questi pensieri e ridacchiai per essere così stupida. Questo posto mi stava seriamente facendo diventare pazza. C'era probabilmente qualche virus nell'aria.

Controllando l'orario, scoprii che erano già le sei di mattina. La scuola sarebbe iniziata tra due ore. Zia Feli di solito mi svegliava a quest'ora, ma oggi non era ancora passata. Si sarà appisolata. Alzai le braccia per stirarmi la schiena, ma un dolore insopportabile alla spalla destra mi immobilizzò all'istante. Annaspai in cerca d'aria e abbassai le braccia lentamente.

Vuoi vedere che la creatura mitologica mi ha morso sul serio? Avrà iniettato un virus nel mio corpo? Oh, per favore non la rabbia! Annaspai ancora per il dolore. Sto per morire?

Mi alzai sempre con cautela dal mio letto, accendendo la luce. Mi precipitai al mio specchio e mi guardai con orrore. C'era il marchio di un grande morso sulla mia spalla destra. Era ancora rossastro, ma non avevo conoscenze in materia se fosse grave o meno. Passai le dita sul mio nuovo segno e provai fastidio, se non ancora dolore. Non è stato tutto un sogno?

Una miliarde di domande mi affollavano la mente, ma sapevo che nessuno poteva darmi delle risposte. C'era sul serio una bestia nel mio giardino? Che cosa significa questo marchio sulla mia spalla? Diventerò malata e soffrirò? O morirò? Oppure sono già morta? C'erano così tanti interrogativi che stavo per piangere. Rivedevo ancora e ancora l'episodio di ieri notte. Ero terrificata all'ennesima potenza.

Per essere sicura di non essere morta, uscii di soppiatto dalla mia stanza e scesi le scale. Trovai Zia Feli davanti alla porta d'ingresso, intenta a parlare sommessamente con qualcuno. Un quieto calore di sollievo si diffuse per il mio corpo. Se fossi stata morta e in paradiso o all'inferno, Zia Feli non sarebbe stata lì con me. Ero sicuramente ancora viva. Aspetta, potrebbe la bestia aver ucciso anche Zia Feli? Mi irrigidii un po', ridendo subito dopo per la mia stupidità.

"George, non è un bel momento. Tua figlia sta dormendo e tu hai bevuto troppo" disse Zia Feli.

"Ohhhhhhh andiiiiaaaammmmoooo Feliiiiii. Non ho bevuto, neanche un po'! Hah, un po' " farfugliava una voce, per mettersi a ridacchiare in seguito. La raggia mi salì quando riconosi la voce di mio padre. "Voglio solo parlare con mia figlia, solo questo. Lei è diventata molto una marmocchia viziata ultimamente. Qualcunoooo deve darle una lezioneeeee".

Marciai in direzione della porta e la presi a calci affinchè sbattesse violentemente. L'odore dell'alcool raggiunse il mio naso. Mi tappai la bocca. I capelli di mio padre sembravano avere vita propria per quanto fossero sparpagliati in tutte le direzioni. I suoi occhi erano umidi e aveva stampato in faccia un sorrisetto che a me infastidiva abbastanza. La cravatta era slacciata e strisce di vomito si riuscivano a riconoscere sulla sua camicia bianca.

"Dannnnnyyyy. Mi manchiii. Peerfavoree parla con meee" e bevve un goccio di birra che con una mano stava sorreggendo.

"Papà, vai a casa. Non voglio parlare con te" sputai velenosa.

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