Chapter 8.1

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Weston's POV

Io ti odio

Queste parole mi rimbombavano chiare nella mente. Si ripetevano. Mi davano la caccia e mi torturavano. La voce di Danny che mi minacciava. Le sue parole bruciavano sulla mia pelle. Ogni lacrima che lei aveva versato era un colpo al cuore. Mi aveva guardato con disgusto e mi voleva morto. Sentivo la sua tristezza trapassarmi e colpirmi mentre il mio lupo mi ringhiava di fare qualsiasi cosa.

Le stesse tre parole ripetute ancora e ancora nella mia testa. Mi stavano distruggendo. Le mie mani erano strette lungo i fianchi, ma non riuscivo a fare a meno di tremare. Ma non ero arrabbiato con nessuno. Solo con me stesso.

La mensa era ancora in un silenzio tombale, indecisi su cosa fare dopo aver assistito a tutta la scena. Dopo che Danny se ne era andata, lasciando la scia del suo solito aroma che tanto adoravo, avevo freddo. Anche se, un momento fa, ero riuscito nel mio obiettivo. Lei mi odiava.

Ora mi stavo pentendo. Ora tutto quello che volevo da lei era avere le mie possenti braccia sul suo esile corpo, per proteggerla, per far sì che i suoi occhi mi guardassero con ammirazione. Volevo che le sue labbra combaciassero con le mie, il suo sorriso illuminasse ogni mattina le mie giornate, la sua splendida risata che mi mandasse il cuore fuori giri. Ma l'avevo persa, perché il mio spropositato ego aveva preso la parte migliore di me.

Mi pentii di ogni cosa che avevo fatto. Non avrei mai voluto ripetere gli errori che avevo commesso. La sua incazzatura era assolutamente giusta nei miei confronti. Lei non era quella patetica, io lo ero. Non c'era nessuno a cui dare la colpa, solo me stesso. Avevo una cosa in comune con Danny: mi odiavo.

Il silenzio fu spezzato da un rumore di tacchi dietro di me "Oh babe, sei così sexy quando ti arrabbi" Jessica – o era Janet? – sussurrò al mio orecchio. Rabbrividii dal disgusto. Non volevo nessuna al di fuori della mia Danny. Janet dovette pensare che le sue parole mi avessero fatto piacere perché allungò la mano verso il mio basso ventre.

La bloccai e le ghignai "Janet, non siamo niente e mai lo saremo"

Lei sussultò e iniziò a piangere. Alzai gli occhi alla sua vulnerabilità. Dopo cinque minuti di una perfetta recita, mi tirò uno schiaffo. Niente di paragonabile al dolore che la mia Danny mi aveva inflitto.

"E' Jennifer, bastardo" mi disse irosa andandosene.

The Stone Pack mi accerchiò, ma io stetti dritto immobile. Non potevo mostrarmi debole, specialmente con loro. Mi guardarono con disgusto, ma io li restituii uno sguardo provocatorio. "Mio, caro Marshall" prese parola Jarred "Abbastanza spezzacuori, huh?". Rimasi in silenzio. "Sei fortunato che abbiamo una tregua con il tuo branco, altrimenti saresti già con un occhio nero e qualche ossa rotte"

"Dimentichiamoci della tregua" sputò velenosa Abigail nella mia direzione. Tuttavia Charles la prese da dietro accarezzandole la schiena, facendola calmare. Anche se i suoi occhi rimasero pieni d'odio "Charles lasciami! Questo bastardo non merita il nostro rispetto"

"Abs, calmati. Un giorno pagherà il prezzo. Lui sicuramente non merita il nostro rispetto, ma suo padre sì" disse Jarred, sempre con gli occhi puntati sul sottoscritto "Fai attenzione, Marshall"

Lo guardai di rimando. Non mi importava ciò che aveva detto. Il mio unico problema era Daniella. L'avevo persa. E non sapevo più cosa fare per poter rimediare.

Angolo
Sensi di colpa?
Pubblico domenica
Kya

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