Capitolo sette

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Sebastian aveva trascorso il weekend nel migliore dei modi, cioè a casa da solo guardando un disumano numero di puntate della sua serie tv preferita; domenica sera aveva pure invitato Step a cena e davanti a una pizza si era potuto scusare per lo strano comportamento che aveva tenuto un paio di giorni prima. La serenità del weekend fu propedeutica per preparare Sebastian, che infatti decise di affrontare il lunedì e le lezioni con Cedric con un'altra filosofia, d'altronde non sarebbe potuto sfuggire a questo impegno, quindi gli restava solo che vederlo come una vera opportunità piuttosto che come una condanna.

Sebastian quel lunedì seguì le lezioni quasi con piacere, in fondo non erano quelle la vera sfida del giorno, e dopo la pausa pranzo e le due ore pomeridiane di matematica, l'orologio segnò le 16 e mentre tutti gli alunni uscivano dalla classe, rimasero dentro solo i due ragazzi, seduti nelle due parti opposte dell'aula, ed entrò anche la professoressa di chimica, che si rivolse a loro dicendo che lei sarebbe rimasta nella classe accanto e ogni tanto sarebbe passata per accertarsi che i due non si stessero distraendo, quindi uscì lasciandoli soli. Cedric si alzò dal suo banco e si diresse verso quello di Sebastian vicino alla finestra e disse << Prima cominciamo meglio è, per oggi iniziamo dalle basi, la struttura del carbonio e l'ibridazione, dalla prossima volta iniziamo con gli idrocarburi >> non lasciò nemmeno il tempo di replicare a Sebastian, il quale sbuffò e prese un quaderno per prendere appunti; l'iniziale diffidenza nei confronti del suo tutor svanì quasi immediatamente, infatti, spiegati da Cedric, quegli argomenti sembravano estremamente semplici, e l'ora del tutorato passò più velocemente del previsto, tanto che, quando alle 17:10 la professoressa di chimica avvisò i ragazzi che potevano andare a casa, loro si guardarono increduli, chiaramente stupiti che il tempo fosse già finito. Raccolsero quindi le proprie cose, salutarono la professoressa e uscirono dalla classe e, una volta fuori, nessuno dei due disse una parola. << E adesso? >> pensò Sebastian guardando il parcheggio della scuola in cui erano rimaste solo tre macchine, perché tutti erano andati a casa da più di un'ora << Il bus ormai è andato, mi tocca tornare a piedi. Spero solo che lui abbia altro da fare, per oggi ne ho abbastanza >> ma purtroppo si sbagliava. Cedric lo guardò alzando le sopracciglia, come se si aspettasse qualcosa << Che c'è? >> chiese scocciato Sebastian, voltandosi di scatto verso l'osservatore, che disse:

<< Vuoi star fermo qui per sempre? >>

<< Se hai fretta perché non te ne vai? Non siamo mica ammanettati insieme >>

<< Una donzella deve essere sempre scortata a casa >> disse Cedric con un ghigno.

Sebastian inspirò forte e strinse i pugni e quando Cedric se ne accorse si affrettò ad aggiungere:

<< Ehi, scherzavo, rilassati. Ormai siamo amici, no? >> era sarcastico.

<< Io e te non siamo amici Cedric, non lo saremo mai. Abitiamo nello stesso isolato, quindi non posso impedirti di camminare insieme a me. Fammi solo il piacere di stare in silenzio e di non starmi vicino, credi di esserne capace? >> Sebastian con sguardo gelido disse queste parole, a cui Cedric semplicemente annuì, quindi tornarono verso casa camminando in silenzio nei due marciapiedi opposti.

Una volta a casa Sebastian era sconvolto, si sentiva sempre più confuso e se avesse potuto avrebbe fatto scomparire Cedric dalla sua vita, ma non poteva. Doveva continuare a stare da solo con lui un'ora alla settimana fino alla fine dell'anno, doveva continuare a guardarlo consapevole che non sarebbero davvero mai stati di nuovo amici e nemmeno nulla di più. Non che ci sperasse, chiaramente. Lui lo odiava. Lo odiava. Lo odiava. Ma se lo odiava davvero così tanto forse non avrebbe dovuto sentirsi così.

Trascorsero tre settimane dal primo incontro del progetto di tutorato e Sebastian sembrava essere più a suo agio. Si era abituato a stare così vicino a Cedric per quell'ora il lunedì, per poi tornare a essere degli sconosciuti per il resto dei giorni. Era il quarto lunedì di seguito che si vedevano e anche quel pomeriggio scattarono le 17.

<< Ok, abbiamo finito, possiamo andare >> disse Cedric. Uscirono dalla scuola e Sebastian tornò a casa camminando nel suo marciapiede, ma, arrivato davanti alla porta, si sentì osservato, guardò dall'altra parte della strada e vide il suo tutor sul marciapiede di fronte casa che lo fissava.

<< Ti serve qualcosa? >> chiese ad alta voce titubante.

<< No >> rispose il ragazzo biondo abbassando lo sguardo.

<< Allora va' a casa, la lezione è finita >> disse l'altro bruscamente.

<< Senti, mi dispiace >>

Sebastian non credeva alle sue orecchie. Si avvicinò a Cedric per poter parlare a un tono di voce normale.

<< Per cosa ti dispiace? >>

<< Lo sai >>

<< No, non lo so >>

<< So di aver sbagliato... l'altro giorno... sul campo cazzo, lo sai a cosa mi riferisco >> era diventato paonazzo. Era la prima volta che Sebastian lo vedeva fuori dal ruolo di atleta perfetto e sicuro di sé, non pensava che fosse in grado di provare imbarazzo.

<< Beh sì, hai sbagliato, ma sai, ormai sono abituato a questo tuo tipo di comportamento >> dopo anni per la prima volta parlavano di quello che era successo quando avevano tredici anni. Cedric arrossì ancora di più e iniziò a toccarsi la nuca.

<< Tu non vuoi parlarne davvero >>

<< Perché no? Non è mai troppo tardi giusto? >> Sebastian cominciava a sentire il nervosismo che saliva e Cedric lo notò dal movimento delle unghie della mano sinistra che non davano tregua alle pellicine della mano destra.

<< Vedi che ti uscirà sangue se continui così >> venne ignorato da quello che aveva ormai riaperto una vecchia ferita sulle cuticole << Mi dispiace, per tutto >> furono le ultime parole di Cedric, che poi si voltò per andare verso casa sua. Il ragazzo moro, rimasto solo, sospirò e scosse la testa, ma, pur avendo avuto tutte le ragioni di adirarsi, accennò invece un mezzo sorriso. Di certo non aveva perdonato il suo vecchio amico, non ne sarebbe mai stato capace, ma era la prima volta che sentì delle scuse da parte sua, quindi si aggrappò a questo per evitare ulteriore stress. Si era messo l'anima in pace, lui e Cedric non sarebbero mai andati oltre a una semplice conoscenza, non sarebbero mai stati né amici, né nulla e alla fine andava bene così. Questa faida era andata avanti già per troppo tempo ed era arrivato il momento di voltare pagina.

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