Capitolo dodici

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Quel lunedì pomeriggio, Sebastian e Cedric camminarono insieme verso casa e, dopo un'iniziale imbarazzo, cominciarono a parlare, a ridere, a prendersi bonariamente in giro, come facevano da piccoli prima che tutto cambiasse; senza che se ne accorgessero, arrivarono a destinazione e, di fronte la casa della famiglia Moss, arrivò il momento di salutarsi, ma nessuno dei due voleva che ciò accadesse. Una volta da soli, tutto quello che era successo sarebbe improvvisamente diventato concreto, come se fino a quel momento il bacio che si erano dati poco prima, le emozioni che avevano provato, le parole che si erano detti, fossero solo dei pensieri astratti, senza nessuna collocazione nella realtà. Erano immobili e muti di fronte a quella casa, attorno a loro era come se si formasse una nube che scacciava via tutte le risate e i comportamenti spensierati e scherzosi di solo qualche minuto prima.

<< Sei arrivato >> disse Cedric in un sospiro. I suoi occhi grigi, da luminosi che erano, vennero come coperti da un velo trasparente, che li rese opachi e malinconici. Sebastian non sapeva cosa fare, cosa dire, nemmeno come salutarlo.

<< Già >> rispose semplicemente.

<< Bene, ciao allora >> lo salutò il ragazzo biondo, rimanendo però fermo lì dov'era. Sebastian prese le chiavi di casa e fece per inserirle nella serratura della porta, ma si girò di nuovo e disse solo:

<< Sono... sono stato bene oggi, volevo che lo sapessi >> .

Cedric aprì la bocca, come a voler dire qualcosa, ma la richiuse e gli sorrise semplicemente, per poi avviarsi verso casa sua. Sebastian non rimase deluso da quel comportamento, anzi, si sentiva fiducioso ed entrò in casa allegro, ma non sapeva che il suo entusiasmo avrebbe avuto vita breve.

<< Sono tornato mamma! >> disse ad alta voce una volta varcata la soglia, dirigendosi verso la cucina; lì c'era sua madre, che cominciava ad armeggiare con delle padelle per preparare la cena.

<< Sei già tornato? Hai fatto presto oggi >> disse lei sorpresa.

<< Sì, la mia professoressa non poteva rimanere questo pomeriggio, quindi un'insegnante di un'altra classe ha fatto uscire me e Cedric prima >> rispose il figlio, sedendosi al tavolo della cucina. Si sentiva un po' stanco, le ultime ore erano state piene di emozioni che non aveva ancora ben metabolizzato.

<< Cedric? Cedric Wood? >> chiese la madre confusa.

<< Sì mamma, non te l'avevo detto? È lui il mio tutor >>.

Sebastian era tranquillo, non aveva omesso questa informazione di proposito, se ne era dimenticato e non pensava che per la madre facesse la differenza sapere il nome del tutor del figlio, anche se si trattava di un membro della famiglia Wood.

<< Proprio lui? Pensavo che non foste più amici >> dalla sua voce si notava che stesse iniziando a perdere la calma, ma all'esterno appariva pacata come sempre.

<< No, beh... no, non siamo amici, ma è un bravissimo insegnante. Te ne sarai accorta anche tu, guardando i miei voti. Non vorrei sbilanciarmi troppo, ma sento che forse... forse le cose fra noi si stanno appianando. Sai quanto lui fosse importante per me >>

<< Certo che lo so, ma pensi che non mi ricordi quante lacrime hai versato quando avevi tredici anni? Pensi che non mi ricordi di tutte le volte che sei tornato a casa con i lividi dopo aver fatto a botte con lui? >> disse sua madre alzando considerevolmente il tono della voce e facendo innervosire Sebastian, che provò comunque a rimanere tranquillo per farla ragionare.

<< Mamma, so perfettamente quello che è successo in passato, ma io sono cambiato e anche Cedric l'ha fatto. Perché continui a portare rancore verso questa famiglia? Non è colpa loro se papà è morto >>. Sebastian, con queste parole, involontariamente alimentò la rabbia della madre, risvegliando il dolore causato dalla perdita del marito.

<< Ci hanno voltato le spalle nel momento del bisogno! Come fai a non capirlo? Sono subdoli e malvagi e hanno insegnato ad esserlo pure a loro figlio. Cedric si sta riavvicinando a te solo e soltanto per abbandonarti di nuovo, presto o tardi. Parlerò con la tua professoressa per fare in modo di sostituire il tutor, oppure prenderemo un professore privato >>.

Sebastian era incredulo e furioso. Le paure di sua madre erano infondate, ma rischiavano comunque di rovinare quei pochi piccoli passi in avanti che stava facendo con Cedric.

<< Sei stata tu ad allontanarli, mamma! Li odi solo perché non hai mai accettato che papà se ne sia andato, dai la colpa a loro perché non sai con chi prendertela. Lui è morto, fattene una ragione! Se vuoi prendertela con qualcuno, prenditela con te stessa, perché gli avrai rovinato la vita come lo stai facendo con me! >> sputò fuori queste parole senza nemmeno accorgersene, rendendosi conto di quanto quelle accuse fossero gravi subito dopo, alla vista dell'espressione avvilita di sua madre, la quale però non aggiunse nulla e semplicemente uscì dalla cucina senza nemmeno guardare il figlio; Sebastian, frustrato per il litigio e cosciente dell'immenso errore che aveva appena commesso, uscì di casa, lasciando all'ingresso un biglietto con su scritto:

"Torno più tardi. Mi dispiace".

Una volta fuori, il ragazzo non sapeva dove andare, pensò subito al parco dei cani, ma era già buio e non voleva rischiare di incontrare strana gente, quindi cercò nella tasca della felpa i suoi auricolari, che si portava sempre dietro, li mise nelle orecchie e fece partire una playlist a caso, per poi iniziare a vagare per la sua via. Camminò avanti e indietro per un po' di tempo, fino a quando la stessa musica non cominciò a innervosirlo, per cui la spense e si tolse le cuffie, per rendersi poi conto di dove fosse. Guardò la casa di fronte a cui era inconsapevolmente arrivato e, come un sonnambulo, si diresse verso di essa, suonò il campanello e dopo pochi secondi aprì la porta una bellissima donna alta e snella: dimostrava quarant'anni appena, aveva i capelli color rame e gli occhi cerulei e, alla vista di Sebastian, dapprima sembrò confusa, per poi illuminarsi con un sorriso smagliante e stupito.

<< Sebastian! >> esclamò.

<< Buonasera signora Wood >> la salutò il ragazzo un po' imbarazzato.

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