Capitolo tre

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Il Liceo Statale era solo a qualche isolato dalle case di Sebastian e Cedric, per questo probabilmente erano capitati entrambi lì, ma seguire le stesse classi, eccezion fatta per gli allenamenti di lacrosse, doveva per forza essere un caso. Quella mattina le ore passavano in fretta e rendevano lo stare sui banchi un po' più piacevole, in fondo, con tutta quella pioggia, stare all'aperto sarebbe stato piuttosto difficile. Sebastian, seduto al quarto banco accanto alla finestra, ascoltava con poco interesse il professore che cercava di rendere la fisica più allettante con battute di scarso livello, e ogni tanto faceva roteare gli occhi soffermandosi sul ragazzo seduto sempre al quarto banco, ma dalla parte opposta della classe e, cercando di non farsi notare, osservava ogni suo movimento: la mano che passava insistentemente sui capelli biondo cenere, il piede che batteva impaziente sul pavimento, gli occhi grigi puntati sull'orologio appeso sulla parete dietro alla cattedra. Cedric, dal canto suo, si accorse di essere fissato, ma non se ne preoccupò, anche se normalmente si sarebbe subito voltato e avrebbe chiesto sarcasticamente al "guardone" se avesse preferito scattargli una foto. Ma quel giorno proprio non gli andava di avviare una discussione con la quale si rischiava di arrivare alle mani, aveva già passato troppe ore in punizione a causa di Sebastian. Quest'ultimo sobbalzò quando la campanella cominciò a suonare, mentre Cedric sembrava aspettare solo quello; infatti quella campanella, in quello specifico momento della giornata, sanciva l'inizio degli allenamenti della squadra di lacrosse. Mentre gli studenti si riversavano nei corridoi creando trambusto, Sebastian si sentì tirare il cappuccio della felpa e, senza nemmeno voltarsi, disse scocciato:

<< Cristo Step, un giorno mi strozzerai facendo così >>.

Step era la sua migliore amica e compagna di banco, bassina, magra, con dei lunghi capelli castani raccolti in una treccia e contenuti da un berretto rosso. Era attraente e a scuola erano in molti quelli che desideravano uscire con lei, ma Sebastian non se ne rendeva nemmeno conto: ormai da un anno si era messo l'anima in pace, accettando finalmente di essere gay, qualche ragazza l'aveva anche avuta senza problemi, essendo proprio un bel ragazzo, ma forse proprio per questo si era reso conto che il sesso femminile non faceva per lui. All'interno della scuola tutti erano a conoscenza dell'omosessualità del ragazzo, ma non era mai stato motivo di scherno, anzi, non importava a nessuno. In quel momento le sopracciglia di Step incorniciavano in modo minaccioso il suo viso, donando ai suoi occhi marroni una scintilla di rabbia e Sebastian se ne accorse quando alla fine si era deciso a voltarsi.

<< Qualcosa non va? >> chiese guardandola dall'alto.

<< Non capisco proprio come possa piacerti un idiota come quello, non vi rivolgete mai la parola e, se lo fate, vi picchiate. Ti farai sospendere per colpa sua >> rispose lei nervosa, indicando con il mento Cedric, a un paio di metri di distanza da loro, che scherzava con delle ragazze mentre si avviava verso il campo di lacrosse.

<< Piacermi? Lui? Ma sei impazzita? >> domandò preso alla sprovvista.

<< Mi sono accorta che non facevi altro che guardarlo durante la lezione, sono sempre la tua compagna di banco. Comunque accetta un consiglio da un'amica, lascialo stare, oltre a essere davvero stupido è anche etero >> disse la ragazza scocciata cominciando a incamminarsi verso l'uscita. Certamente lei non conosceva il passato dei due, né il suo migliore amico aveva intenzione di raccontarglielo e infatti, a volte, anche lui stesso si convinceva che quello stesso passato fosse solo un'invenzione della sua mente e che in realtà non fosse mai accaduto nulla di quello che ricordava.

<< Non capisco quale sia il tuo problema con lui, insomma, d'accordo, è un coglione, ma non credo che a te abbia mai torto un capello. O sbaglio? >> Sebastian pronunciava queste parole riuscendo a tenere a malapena il passo. Per essere così piccolina, Step camminava piuttosto velocemente.

<< No, beh... sì... senti, non importa, fingi che non ti abbia detto nulla >> disse in modo poco convincente lei senza smettere di camminare.

<< Che ti ha fatto, Step? Dimmelo >> disse preoccupato afferrandole il braccio per costringerla a fermarsi. Step tentennò prima di dire:

<< Siamo stati a letto insieme >>.

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