Revenge pt.1

231 11 0
                                    

Quello stesso giorno Michael aveva deciso di saltare l’ultima ora, voleva pensare alla sua vendetta contro Clary Cooks. Così scese al bar della scuola per comprarsi un panino, che avrebbe mangiato più tardi tornando a casa. Non aveva davvero idee su come vendicarsi su di lei, non la conosceva affatto e non conosceva i suoi punti deboli. Passò un’ora seduto a quel tavolo, ma nulla, non aveva davvero nessuna idea. Forse perché non era abituato a vendicarsi delle persone, non l’aveva mai fatto, era sempre stato solo, l’avevano sempre ignorato tutti, non aveva mai dovuto vendicarsi di qualcuno e non sapeva perché avesse voluto vendicarsi di Clary. La campanella lo distrasse e si precipitò fuori, addentando il suo panino come se non mangiasse da mesi. Li vide, vide Clary e Luke uscire dall’edificio, sorridenti, scherzavano tra di loro, si prendevano un po’ in giro e si dirigevano alla stazione. Decise di seguirli, non aveva nulla di meglio da fare e magari avrebbe scoperto qualcosa in più su quella ragazza che ormai gli tormentava i pensieri. Li seguì fino a casa Hemmings e poi al laghetto. Scoprì di Megan e decise che fosse il modo migliore di vendicarsi. La sua vendetta sarebbe iniziata il giorno seguente e sarebbe stata veramente cattiva.

Si svegliò di buon umore quel giorno, la sua ripicca sarebbe iniziata alla seconda ora, durante la lezione di matematica. Si presentò a scuola con uno strano sorriso sul volto, un’espressione quasi maligna. Ovviamente nessuno ci fece caso, nessuno si accorse che Michael Clifford era allegro quella mattina, perché a nessuno importava di Michael. Quando oltrepassò l’ingresso e passò davanti a Luke e Clary però, una voce lo bloccò.

«Hey, Clifford! Tutta quest’allegria?» ancora lei, quella ragazzina lo stava tormentando. Dopo la sua vendetta sarebbe sicuramente tornata a ignorarlo o, ancora meglio, avrebbe iniziato a odiarlo. In qualunque caso, voleva liberarsi di lei.

«Cooks, fatti gli affari tuoi una volta tanto!» le urlò da sopra la spalla, senza nemmeno voltarsi, dirigendosi a passo spedito verso il suo armadietto. Nonostante quella ragazzina l’avesse tormentato ancora, la sua espressione maligna non era cambiata, era ancora sul suo volto, quell’allegria non sarebbe sparita tanto facilmente.

La prima ora passò normalmente, ricevette la verifica di storia con quella C scritta sopra, la sufficienza l’aveva presa. Quando suonò la campanella non passò nemmeno per il suo armadietto, corse diretto verso l’aula di matematica e benedisse mentalmente la Bailey per esistere. Si sedette nel suo posto in fondo alla stanza e aspettò con impazienza che la piccola Clary entrasse e lasciasse il suo cellulare nel contenitore sulla cattedra. Quando la castana entrò in classe non si sedette come suo solito al primo banco, ma lasciò giù solo la sua borsa e si diresse verso di lui. Michael sbuffò, cosa voleva ancora da lui? Non l’aveva già assillato abbastanza per oggi? Stava in piedi di fianco a lui senza dire una parola, con le mani intrecciate dietro la schiena e si dondolava sui piedi, sembrava una bimba piccola. «È proprio una bambina.» pensò lui. La ragazza sospirò, cosa stava aspettando? Che lui le dicesse qualcosa? Non aveva nulla da dirle.

«Se aspetti l’autobus, la fermata è fuori da cancello.» disse acidamente. La ragazza alzò lo sguardo e lui ricevette un’occhiata fulminante. Poi però lo guardò come se sapesse leggergli il pensiero, a quel punto il giovane Clifford iniziò a sudare freddo, che l’avesse scoperto, che avesse scoperto il suo piano malefico per farla allontanare da lui?

«Allora? Ti è piaciuto il nostro posto?» gli domandò. Lui deglutì a fatica, strabuzzando gli occhi. Ecco che l’aveva scoperto, l’aveva beccato il giorno precedente a pedinarli.

«C-cosa?» balbettò. Clary si sedette nella sedia di fianco e gli lanciò un’occhiata comprensiva.

«Ti ho visto ieri, seguirci. Se volevi venire, bastava chiederlo, sai? È dalla prima volta che ci siamo parlati che Luke ed io stiamo pensando che puoi uscire con noi qualche volta, se hai voglia. Volevo scusarmi per come mi sono comportata l’altro giorno, quindi se vuoi domani sera noi andiamo in un locale, fanno musica dal vivo.» gli disse sorridendo. L’aveva scoperto e ora lo stava invitando a uscire con loro? Non capiva il ragionamento. Se lui avesse scoperto che qualcuno l’aveva seguito, si sarebbe arrabbiato, e non poco. Invece loro gli stavano chiedendo di uscire, non aveva senso. Michael esitò, ora era indeciso, avrebbe dovuto vendicarsi comunque o lasciar stare? No, lui si sarebbe vendicato, doveva vederla soffrire, voleva. Si sentiva orribile, ma lei non ci aveva pensato due volte a cercare di metterlo nei casini, ora toccava a lui farlo con lei. Inoltre il giorno seguente sarebbe stato sabato, doveva lavorare quella sera.

She Hasn't Been Caught // Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora