Il suo tono freddo, acido, mi colpisce come un palo in pieno viso.
L'orgoglio mi afferra dolorosamente da dentro, stringendomi le viscere in una morsa di ferro e il battito cardiaco accelera.
L'ho aspettata per tutto questo tempo, non ho fatto altro che pensare a lei, martoriato dal senso di colpa senza un apparente motivo e ora che l'ho ritrovata, ora che posso chiederle tutti i perché che continuano a tormentarmi, lei mi tratta come se fossi un insulso sconosciuto.
Dopo tutto quello che abbiamo vissuto insieme, dopo il bene che le ho voluto (e che le voglio ancora, non posso nasconderlo)…
le lancio un'occhiata di fuoco, sperando di sciogliere un minimo il ghiaccio nei suoi occhi, ma alla fine, vedendo che non sto risolvendo nulla, decido di andarmene, consapevole del fatto che rovinerei solamente tutto se restassi ancora qui, dato che lei, palesemente, non mi vuole.
Per anni ho sognato questo momento, l'ho abbracciata nella mia immaginazione, le ho detto tutto ciò che per stupiditá, ho sempre esitato a rivelarle e adesso che ce l'ho davanti l'unica cosa che posso fare è allontanarmi, con il cuore che sanguina ancora un po' e una rabbia cieca e sorda che si fa largo nel mio petto.
Che poi è stata lei ad abbandonare tutto ed io, come un emerito coglione, l'ho aspettata per ben cinque anni, l'ho chiamata decine di volte ma lei non ha mai risposto, ho ignorato le parole dei miei amici, che mi consigliavano di fingere che fosse morta e andare avanti, di smetterla di farmi del male ma io non potevo, non volevo che il suo ricordo svanisse in uno scompartimento dimenticato del mio cervello.
Nonostante adesso lei sia qui per davvero e la sua figura esile, celata in parte dal buio della notte, non è unicamente frutto del mio delirare, continuo a sentire lo stesso sapore amaro di sempre nella mia bocca.Comincio ad allontanarmi, pronto a spaccare qualsiasi cosa, persona, animale che abbia la sciagurata e malsana idea di intralciare il mio percorso, ma poi...
“Damiano!”
La sua voce mi blocca, tenendo i miei piedi incollati al suolo, come se mi avesse lanciato una qualche sorta di incantesimo (ah, perché devi avere questo effetto su di me?), generando in me una sensazione di assurda anticipazione nell'attesa che i suoi passi affrettati mi raggiungano.
“Aspetta...”
Il suo sussurro mi sfiora la pelle sul retro del orecchio, sento il suo corpo vicino al mio come non lo era da anni, per una frazione di secondor i suoi polpastrelli accarezzano, forse involontariamente, il mio polso sinistro.
Non voltarti Damiano, non cedere alla tentazione, se lo fai fidati, sei fottuto…
La solita vocina risuona nella mia testa, ma questa volta è troppo flebile, riesco a sentirla a malapena (o non voglio ascoltarla probabilmente) e così cerco di nuovo il suo sguardo.
Mi giro e l'emozione che provo a vederla di nuovo a così poca distanza da me è qualcosa che non si può descrivere.
La luce calda dei lampioni la illumina debolmente, mostrandomi, per la prima volta oggi, il suo volto in maniera chiara. La osservo bene e, con un tuffo al cuore, solo ora mi rendo conto di quanto in realtà sembri stanca, delle ombre appena accennate sotto gli occhi, che adombrano i suoi bei lineamenti e dello strano grigiore che sembra contornare la sua persona.Che ti è successo Victoria? Che ne hai fatto della tigre invincibile che conoscevo?
Tutto il mio malumore, il mio rancore svanisce e non posso fare altro che allargare le mie braccia e avvolgerla in esse, sentendomi stranamente elettrizzato all'idea che ciò che solletica le mie mani sono veramente i suoi capelli, che ora le arrivano più o meno alla vita.
Dio se mi sei mancata.
“Non te ne andare, ti prego...”
Le sue parole mi giungono confuse dato che ha il volto premuto contro il mio petto, le sue piccole mani screpolate stringono forte il tessuto della mia felpa mentre la abbraccio di più, ancora incredulo.
La pioggia continua a bagnarci, la terra trema, scossa dal fragore violento dei tuoni e io non mi sono mai sentito così a casa come ora, in questo piazzale buio.
Le poggio un bacio sui capelli umidi, con il respiro che trema e mi trattengo dal sorridere come un emerito imbecille nel momento in cui mi rendo conto del profumo di lavanda che il suo corpo emana.************************************
Sono disteso sul divano di pelle scura nel mio appartamento, il suono della pioggia insistente, che batte ancora contro i vetri delle finestre si unisce a quello dell'acqua che scorre nella doccia.
Sospiro lanciando un'occhiata esasperata verso la porta da cui il rumore del getto proviene.
Victoria è sempre stata una di quelle persone che sarebbero capaci di trascorrere in bagno anche un'intera giornata… quando una volta le ho domandato il perché di tutto questa perdita di tempo, lei ha semplicemente risposto: “Una regina deve sempre essere perfetta agli occhi dei suoi sudditi.”, e mi ha sorriso, con quel pizzico di innocente malizia che caratterizzava il suo essere ancora una bambina che si credeva giá adulta. Poi mi ha costretto ad asciugarle i capelli, perché lei non ne aveva voglia, ho tentato di opporre resistenza ma con scarsi risultati e alla fine, da quel giorno, sono diventato la sua personale "schiava damiana".
comunque sia, attualmente è in bagno da circa due ore e io non posso fare a meno di ridacchiare tra me, perché almeno qualcosa di lei, oltre il profumo, non è cambiato.
Sposto lo sguardo sul soffitto e per un momento chiudo gli occhi, che bruciano di stanchezza, riflettendo sull'assurdità di tutto ciò che è accaduto oggi.
Per molte notti ho avuto incubi tremendi, mi sono scervellato al fine di trovare una ragione plausibile che giustificasse la sua sparizione, ho pensato di tutto, ma alla fine mi sono sempre addossato io le colpe... mi ha ferito oltre ogni limite, pensare che per lei fosse stato tanto semplice lasciarmi mi faceva impazzire, perché il nostro legame era l'unica certezza che allora, insieme al sogno dei Måneskin, possedevo.
Per lei contavo davvero così poco oppure c'era altro di cui, in tutto quel tempo, non mi ero mai accorto? Ho desiderato morire tanto spesso che alla fine ho persino dimenticato cosa significasse vivere davvero, per giorni ho pregato suo padre, sua sorella, o chiunque altro le fosse stato particolarmente vicino affinché mi dessero anche solo un minuscolo indizio su dove lei si trovasse, ma l'unica risposta che ho ottenuto era sapere che lei stava bene, ma che aveva affermato di non volere avere più nulla a che fare con me.
Quelle parole mi hanno stroncato, mi sono chiuso nella mia camera per circa un paio di mesi, cercando di capire, ubriaco perso e incapace di fare altro se non piangermi addosso e, alla fine, mi sono nascosto dietro la maschera di apatia che tutt'ora indosso.
Thomas, Ethan e io non abbiamo mai neanche tentato di sostituirla, perché i Måneskin senza la sua energia, la sua forza, non potevano sopravvivere, era stata lei a crearci e se aveva deciso di abbandonarci così, di punto in bianco, beh allora la band doveva sparire con la sua bassista.
Lo so, so che è un ragionamento assurdo, perché avremmo potuto continuare a vivere la nostra fama, a cavalcare l'onda, ma in verità la felicità stava proprio nel fare musica tutti insieme e che senso avrebbe avuto allora continuare se lei non c'era più?
Mi faceva troppo male pensare di cantare senza averla alla mia destra, senza poterle rivolgere la mia attenzione ogni volta che ne sentivo il bisogno e avrei dato il mondo per rivedere uno dei suoi sorrisi radiosi e incoraggianti... mi sentivo vuoto, così quando la mia regina se ne è andata, ho rinunciato al mio trono e ho lasciato che tutto finisse a puttane.
Mi sono fatto odiare dal mondo intero, mi sono odiato io stesso, ho sfogato il mio dolore, la mia rabbia bruciante in cose di cui non vado affatto fiero, tanto che ancora oggi faccio fatica a guardarmi allo specchio senza sentire in bocca il sapore acre della delusione.
Ora la vita, il caso hanno voluto farci rincontrare così, in una serata qualunque, nel bel mezzo di un temporale, in mezzo ad una strada di cui non ricordo neanche il nome.Perché? Perché proprio ora che stavo provando ad andare avanti?
Sospiro rassegnato, consapevole che, probabilmente, anche queste sono domande alle quali non troverò mai risposta.
Tutto ciò che so ora, è che non me la lascerò sfuggire un'altra volta.*Angolo della matta ossessionata*
Ciao a chiunque avrà la sciagurata idea di leggere questa storia... ebbene si, non avevo nulla di meglio da fare che decidere di cimentarmi anch'io nell'ardua impresa di scrivere una storiella interessante (si spera) sui nostri cari coatti de Roma, che non si interrompa a metá (considerando i miei precedenti da incompiuta su altri siti).
Mi chiamo Greta ho la veneranda etá di diciotto anni (quasi) e ADORO i Måneskin.
Mi piacerebbe molto sapere cosa ne pensate di questi primi due capitoli, per cui se vi va, lasciate un commento grazie!A presto,
Greta
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❄Freddo e neve❄
FanficDAMxVIC "Si stringe nella giacca troppo grande per lei e, come rendendosi conto solo ora di ciò che sta succedendo, la sua espressione torna dura, glaciale. -Beh? Che hai da guardare? Sembra che hai visto un fantasma...- Il suo tono freddo, acido, m...