A volte il destino è strano.
Per anni, in certi casi anche per una vita intera, aspetti qualcosa, qualcosa che desideri con tutte le tue forze, qualcosa che la sola idea di avere manda in fibrillazione ogni singola cellula del tuo corpo, ma, quando poi riesci a conquistarla, il tuo obiettivo, puff, svanisce insieme a tutti i propositi, tutte promesse fatte a te stesso e tutti i sacrifici vengono resi vani da quel senso bastardo di inibizione, di indecisone che manda sempre tutto a puttane.
Per ben cinque anni ho atteso e sperato con tutte le mie forze di riuscire a ritrovare lei un giorno, l'ho aspettata e l'ho pensata, idealizzata per così tanto tempo che ho perso la cognizione della realtà e ai miei occhi è diventata una sorta di dea, presso la quale pentirmi dei miei peccati e delle mie scempiagini, facendole perdere ogni sfaccettatura di umanità.
E ora che é qui, che non é più solo una fantasia della mia mente, adesso che Victoria si aggira davvero nel mio appartamento, perchè non riesco ad alzarmi da questo divano del cazzo per andare da lei a chiarire tutta questa situazione contorta?
La solita vocina dentro di me mormora:
"Perché non è come te l'aspettavi!"
Ed effettivamente è così.
Vic è cambiata, quella ragazza decisa e sicura di se è svanita, sostituita ora da un essere piccolo, fragile che io, io che dal canto mio non sono mai stato bravo in queste cose, non ho la più pallida idea di come gestire.
Ha bisogno di qualcuno che le stia accanto, che sia in grado di capirla, spronarla, aiutarla ad uscire da questo momento di depressione cosí profondo e, a questo punto, io mi chiedo... sono davvero la persona adatta a questo compito?
Il mio cuore grida si, perchè, dopo averla persa per così tanto tempo so che farei qualsiasi cosa per lei ma, allo stesso tempo, la mente è incerta e continua a ricordarmi tutti quei momenti in cui l'ho ferita, tutte quelle situazioni in cui aveva bisogno della mia spalla ma io, assolutamente cieco e menefreghista, non me ne sono accorto, tutti quei gesti, quelle parole, quegli sguardi che avrebbero dovuto farmi capire qualcosa che io ho ritenuto in secondo piano, perchè ero certo che Victoria sarebbe stata al mio fianco per il resto della mia vita.
Quindi ora cosa faccio? La caccio via e le dico di trovare qualcuno di più capace e sensibile? No, non posso, perchè sarebbe come nascondersi e io ho finito di fare il vigliacco in questo modo.
E allora come vado avanti? Sono disposto a cambiare e diventare qualcuno di diverso per lei?
Si. Se c'è una persona per la quale sono disposto a sacrificare me stesso, quella è sicuramente Vic.
Quindi ora, dopo avere poggiato con dolcezza sui cuscini la mia gatta ancora assopita, mi alzo e, con passo deciso, mi dirigo verso la mia stanza.
Busso alla porta chiusa ma, come poco fa, dall'interno non giunge nessuna risposta e quindi decido di sbirciare per vedere cosa sta facendo.
È stesa sul mio letto, girata su un fianco a quanto pare addormentata, così prestando attenzione a non fare rumore, apro e mi avvicino silenziosamente.
Non appena mi trovo di fronta a lei, rimango qualche secondo ad osservarla e subito un sorriso incurva le mie labbra.
I capelli lunghi e ondulati giacciono sparsi sulla federa bianca del cuscino, le sopracciglia chiare sono fisse in un'espressione rilassata, le palpebre rosee nascondono i suoi occhi di mare, le guance sono arrossate dal tepore che regna al di sotto del piumone e le labbra, piccole e perfette, sembrano chiamarmi e attirarmi come non mai.
Trattengo inconsapevolmente il respiro.
Ogni volta che la vedo mi sembra più bella e io vorrei solo urlarle in faccia che a lei tengo più di ogni altra persona al mondo.
Ad un tratto la sua voce assonnata rompe l'incantesimo, riportandomi bruscamente alla realtà."La smetti de sta li a fissarmi come uno stalker?"
Contenendo l'imbarazzo, la osservo mentre con le mani si stropiccia gli occhi come una bambina, sbadiglia coprendosi la bocca e si tira su a sedere, guardando ovunque tranne che verso di me.
Mi siedo sul bordo del letto, cercando di spingerla in qualche modo a incrociare il suo sguardo con il mio.
Quando succede, mi accorgo dell'insicurezza malcelata dietro una facciata di rabbia nei suoi occhi blu."Beh, allora che vuoi? Hai intenzione di stare qui in silenzio per il resto della giornata?"
Sento che in tutti i modi tenta di tenere in piedi la barriera di commenti acidi e finto menefreghismo che negli anni si è impegnata a costruire, vedo la paura che ha di lasciarsi andare di nuovo, la sofferenza che prova all'idea che ció che ha vissuto possa verificarsi ancora.
Mi avvicino un pò di più mentre con delicatezza avvolgo la mia mano intorno alla sua e lei, con mia sorpresa, non si tira indietro come in precedenza.
La vedo vacillare, i suoi scudi indeboliti da mille crepe, fragile e scoperta che quasi ho paura di mandarla in frantumi se provo a stringere le sue dita un pó di più.
Consapevole che le cose che sto per dire influenzeranno inevitabilmente il corso dei fatti, mi schiarisco la voce e inizio il mio discorso:
"Mi dispiace, mi dispiace per tutto, per essere stato un coglione, per non essermi accorto in tempo che tu sei sempre stata una delle persone più importanti della mia vita, per aver ignorato i tuoi bisogni ed essermi comportato come un perfetto stronzo, per averti costretta a scappare da una mondo di cui eri protagonista tanto quanto me. Scusami Victò, non avrei mai voluto farti del male, ti ho sempre voluto bene e non solo come a una sorella... sono stato stupido e cieco ma, per quanto può valere ora, io ci sono, sono al tuo fianco e lo sarò fino a che tu mi dirai di andare via."Alle mie parole agitate e tremolanti, il suo castello crolla in un cumulo polveroso di macerie, lasciando finalmente libera la mia Vic, quella dei miei sogni, la ragazza che si è stabilita nel mio cuore senza via di scampo.
Incapace di resistere, la tiro su di me, stroncando ogni sua indecisione, la stringo al mio petto mentre lei si accomoda sulle mie gambe, per poi avvolgere le sue braccia sottili attorno al mio torace.
Le poggio qualche bacio tra i capelli, tirando un sospiro che sa veramente di sollievo dopo troppi anni, il mio cuore batte più in fretta per la felicitá e non c'è nessun altro posto al mondo in cui vorrei essere se non qui, in questa stanza semibuia, con la mia migliore amica di nuovo con me e il cielo fuori di nuovo limpido e azzurro.
Rimaniamo così per un tempo indefinito, minuti forse ore, finché un'ultima, solita curiosità mi spinge a parlare nuovamente."Vic... perché te ne sei andata quindi?"
Si allontana da me quel tanto che basta per guardarmi negli occhi.
Sorride."Non l'hai ancora capito?"
Domanda aggiustandosi una ciocca di capelli che la infastidiva.
In realtá, dopo ieri sera si, l'ho capito più o meno ma voglio esserne certo, voglio che lei lo dica e lo confermi da sobria.
Scuoto il capo facendo spallucce e accennando un sorriso innocente.
C'è un attimo di esitazione prima che le parole vengano fuori, tanto dolci quanto spinose, dalle sue labbra morbide."Perchè ti amo, ti ho sempre amato ma tu non te me sei mai accorto, continuavi ad andare in giro, a raccontare a tutti le esperienze che vivevi con le tue stupide mille ragazze e non ti accorgevi di me, di come ti guardavo, di come pendevo dalle tue labbra e da ogni tuo respiro, di come ridevo con te anche quando avevo solo voglia di gettarmi sul letto e piangere. Non mi hai mai guardata con i miei stessi occhi e alla fine, convinta di essere più forte di te me ne sono andata per cercare di dimenticarti."
Lei sorrido pienamente ora, tenendo malamente a bada la voglia di saltare per tutta la stanza fino a sfondare il soffitto.
"E ci sei riuscita?"
Domando con fare malizioso, al che lei, tutta rossa, mi da un colpetto leggero con la mano sul petto e abbassa lo sguardo.
"Sei un coglione."
Rido di fronte al suo imbarazzo e subito me la ritrovo che mi riempie di pugni.
Colto alla sprovvista, cado all'indietro e lei, presa dalla foga di continuare a picchiarmi, si porta a cavalcioni sul mio ventre (non mi lamento assoluatemente😉) mentre io, tra uno spasmo di risa e l'altro riesco a bloccarle i polsi.
Rimaniamo fermi cosí, senza fiato e con il respiro affannato, i nostri sguardi si incrociano e un altro tipo di tensione inizia a crescere nell'aria...
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❄Freddo e neve❄
FanficDAMxVIC "Si stringe nella giacca troppo grande per lei e, come rendendosi conto solo ora di ciò che sta succedendo, la sua espressione torna dura, glaciale. -Beh? Che hai da guardare? Sembra che hai visto un fantasma...- Il suo tono freddo, acido, m...