Ridiamo, finché Ethan entra completamente in casa e, come vede Victoria, sgrana gli occhi sbiancando di almeno due tonalità.
"Victó ma che cazzo ti é successo?!"
Avremmo riso ancora, questa volta del suo tono acuto, (quello che utilizza solo quando non riesce a tenere a bada le emozioni improvvise) se la realtá ci fosse piombata di nuovo addosso come un macigno, riportando le care, vecchie preoccupazioni alla luce.
Lei, di fianco a me, sospira."É lunga da spiegare..."
L'ex batterista si avvicina finchè si trova di fronte a noi, guarda prima Vic, poi me e, notando la mano gonfia e già annerita, esordisce:
"Io più vado avanti, più mi convinco che voi due abbiate dei seri problemi."
Ci osserva ancora, come calcolando chissà quale teorema.
"Dobbiamo andare in ospedale, poi mi spiegherete cosa è successo questa volta."
Il suo tono è calmo, ma allo stesso tempo autoritario, come quello di un padre che parla ai suoi figli.
Victoria scatta in piedi all'improvviso."No, non posso!"
La guardiamo tutti, io e Thomas in apprensione ed Ethan piuttosto confuso.
"Vi spiegheró tutto, ve lo giuro, ma non portatemi al pronto soccorso... nessuno deve vedermi così."
Incrocia le braccia al petto, come a segnalare la sua inammovibilità, un'espressione decisa in volto.
Vorrei contraddirla, farla ragionare ma un occhiata eloquente di Thom mi fa capire che é meglio non insistere.
Alla fine decidiamo che Ethan accompagnerà solo me con la sua auto mentre gli altri due rimarranno qui a preparare qualcosa per cena.
Ho un pó paura a lasciare la mia casa nelle loro mani sinceramente... cerco di controbattere, ricordando di quella volta in cui avevamo quasi dovuto chiamare i pompieri in quanto, nello stupido tentativo di fare un dolce, per poco non incendiavano l'intero appartamento di Vic.
Alla fine cedo rassegnato e io e il mio nuovo tassista, dopo esserci bardati per bene, usciamo da questa bendetta casa.Siamo in auto ora, le luci della cittá corrono veloci al mio fianco, tramutandosi in un lungo serpente luminoso.
Tento di concentrarmi su di esse per non pensare al dolore pulsante alla mano ma purtroppo questa mia soluzione ha ben poco successo.
All'improvviso il mio accompagnatore rompe la mia meditazione."Damiano, spiegami cos'é successo..."
Il suo tono fermo non ammette repliche, cosí io, consapevole che è inutile nascondere cose ad Ethan (tanto poi, in un modo o nell'altro, viene sempre a sapere tutto), gli racconto i fatti dall'inizio alla fine, parlando finché non giungiamo nel parcheggio dell'ospedale.
Ferma la macchina, tira fuori le chiavi dal quadro e si gira a guardarmi fisso negli occhi, indecifrabile."Il giorno in cui imparerete a non complicarvi la vita, credo che daró una grande festa."
Il suo tono e la sua espressione sono talmente seri che, inizialmente, non capisco che mi sta prendendo in giro.
Senza aggiungere altro, scende dalla vettura, lasciandomi un momento imbambolato.
Lo vedo incamminarsi a passo lento verso l'entrata, così, riscuotendomi subito, mi chiudo la portiera alle spalle e lo raggiungo velocemente.
Gli sono a fianco ora e dico, stando al suo gioco."Ma tu odi le feste..."
Mi lancia un sorriso, facendomi l'occhiolino.
"Appunto."
Gli sorrido anch'io ed entriamo in fretta, tentando di sfuggire all'aria gelida dell'esterno.
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Siamo appena usciti dal pronto soccorso e adesso, dopo essermi fumato una bella sigaretta e aver scambiato qualche chiacchiera con Ethan, stiamo quasi correndo verso la macchina poiché fa ancora piú freddo di prima.
Il risultato della mia sfuriata di oggi?
Oh beh, una bella frattura doppia, effetto combo, indice e medio della mano destra, che gioia.
Guardo l'orario sul cruscotto.
Sono le 19:02, sono trascorse almeno due orette buone da quando abbiamo lasciato quei due da soli nel MIO appartamento.
Ah, giá immagino i disastri che dovró sistemare...
Mentre continuo a tormentarmi con immagini di ciò che è potuto andare storto durante la nostra assenza, mi perdo completamente in me stesso, cullato dal ronzio sommesso della radio accesa e non mi accorgo di qualcosa che, in qualsiasi altro caso, mi avrebbe fatto entusiasmare come un bambino."Damiá, guarda!"
La voce del mio compagno di avventure mi risveglia dal torpore mentale, mi volto nuovamente verso avanti e mi accorgo dei piccoli, candidi fiocchi di neve che cominciano a posarsi sul parabrezza, dapprima timidamente, poi sempre con maggiore impetuositá.
Sorrido tra me, incapace i trattenere la contentezza e, con la coda dell'occhio, riesco a vedere che Ethan è nella mia stessa situazione.
Per quando raggiungiamo di nuovo la mia palazzina, una coltre bianca, morbida e leggera, copre giá tutto quanto e la bufera di piccoli cristalli non accenna a quietarsi.
Attenti a non scivolare sul ghiaccio, ci affrettiamo verso il portone, varchiamo la soglia, facciamo le scale praticamente a due a due e, ancora prima di avere la possibilità di suonare il campanello, un Thomas sconvolto e stanco viene ad aprirci."Per favore sedatela, vi prego!"
Ci lascia entrare e, mentre lui continua a parlare, noto con sorpresa che tutto sembra essere al suo posto.
"È da quando si è accorta che sta nevicando che non sta ferma un attimo, è tornata bambina, non ne posso piú!"
Poggiamo le giacche sulla cassapanca all'entrata, raggiungiamo il salotto, anch'esso perfettamente intatto, ma stranamente vuoto.
"Oddio, ndo è annata mò..."
Thomas, disperato, alza gli occhi al cielo in maniera plateale ed Ethan gli assesta una pacca incoraggiante sulla spalla.
Uno sbuffo di corrente fredda ci raggiunge da chissà dove e, all'improvviso, so esattamente dove andare a cercarla.
Mi dirigo, con i miei amici poco più indietro, verso il balcone.
Come mi aspettavo, la porta-finestra è aperta, esco rabbrividendo e subito mi ritrovo, ancor prima di individuare Victoria, con una palla di neve spiaccicata in faccia.
La sua risata (un pó spastica a dire il vero, ma lei non deve sapere assolutamente che l'ho pensato, altrimenti sono guai seri) riempie il silenzio candido mentre io riapro gli occhi, guardandola sconvolto."Secondo me ti si è gelato il cervello."
Dice Ethan ragionevole, come se la sua affermazione fosse la cosa più ovvia del mondo.
"Ethaniaaa, questa è per te!"
Tenta di colpire anche lui, che tranquillamente schiva il colpo, il quale alla fine va a schiantarsi contro il povero Thomas che non c'entrava niente.
In men che non si dica, il mio balcone si trasforma in un vero e proprio campo di battaglia.
Sghignaziamo come pazzi, ci rincorriamo come bambini e ci colpiamo a vicenda.
Ad un tratto, probabilmente nella foga di racimolare nuove munizioni, Thom scivola, spalmandosi a terra come un salame e tutti scoppiamo a ridere ancora più forte.
Tenta di rialzarsi, cadendo ancora miseramente e alla fine, dopo vari tentativi falliti, santo Ethan decide di andare a dargli una mano.
Mentre tento di riprendere fiato, un peso improvviso sulla schiena quasi mi fa perdere l'equilibrio, mi tengo alla ringhiera con la mano buona e mi volto, per ritrovarmi il viso luminoso di Vic a pochi centimetri.
Le sorrido un pó imbarazzato, folgorato dalla sua bellezza semplice e lei ricambia gioiosa, con le guance arrossate che la fanno sembrare ancora la ragazzina che era fino a qualche anno fa.
Nonostante il livido che le adombra una parte del volto, i suoi occhi sono vivi, fulminanti e brillano di quell'energia accesa che tanto adoro di lei, quella che, fino ad un momento fa, temevo fosse svanita per sempre.
È proprio lei, è la mia Victoria e, cazzo, da quel che mi ricordo, non mi è mai sembrata cosí bella.
Tra i capelli, ora sciolti e ondulati lungo le spalle, luccicano tante piccole gemme bianche, rendendo l'immagine ancora più da film e le sue labbra, dio, le sue labbra, arrossate dal freddo e incurvate in un sorriso sincero, giuro che mi stanno supplicando di essere baciate.
La voce nella mia testa grida a gran voce: "Fallo Damià, fallo cazzo!" ed io questa volta solo assolutamente tentato di ubidirle...
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❄Freddo e neve❄
FanfictionDAMxVIC "Si stringe nella giacca troppo grande per lei e, come rendendosi conto solo ora di ciò che sta succedendo, la sua espressione torna dura, glaciale. -Beh? Che hai da guardare? Sembra che hai visto un fantasma...- Il suo tono freddo, acido, m...