Capitolo 4

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Il primo giorno di scuola era finalmente arrivato. Che gioia! Però il lato positivo era che avrei rivisto le mie due migliori amiche, Lidia e Anna.

All'entrata del cancello ci abbracciamo.

Oltre alle chiacchiere e domande di come erano andate le vacanze, Lidia andò al sodo. Sapevo che non stava nella pelle, voleva chiedermelo.

<<Raccontami dei tuoi nuovissimi vicini di casa?>>

<<Hai dei nuovi vicini di casa? Eva, non me lo hai detto?>> Anna mi diede una gomitata al fianco.

<<E non ti ha detto il bello cara Anna. Sono dei fighi pazzeschi!Guarda!>> e gli mostrò la foto di Micene a petto nudo che tagliava l'erba del mio giardino. Me l'ero scordata.

Entrambe guardarono la foto con la bava alla bocca.

<<Ragazze...>>e gli indicai la bocca.

Anche in classe, prima che iniziasse la lezione, l'argomento era quello.Pazzesco.

La professoressa di lingua greca entrò, tutta la classe si ammutolì.

Seduta alla cattedra sistemò i libri e il registro, poi fece l'appello.

Finito l'appello qualcuno bussò alla porta.

<<Avanti!>>

La porta si aprì. Era sicuramente uno scherzo. Anche Anna e Lidia rimasero a bocca aperta, da quella porta entrò Micene, il sorrisetto stampato sulla faccia e un aria da spavaldo. Mi rimpicciolii il più possibile, speravo che non mi vedesse.

La prof si alzò in piedi.

<<Ragazzi,vi presento il vostro nuovo compagno di classe. Micene Arcati. Si è trasferito da poco.>>

Avevo appena scoperto il suo cognome. Tutti si misero a parlare e a salutare, le ragazze ovviamente... non serve nemmeno dirlo.

<<Conosci già qualcuno?>>

No,no, non dire il mio nome, ti prego! Mi rivolse un sorriso furbetto e mi indicò.

<<Eva.Siamo vicini di casa>>

Ecco fatto. Non poteva tenerselo per se? Ovviamente no. Scherziamo?

La prof fece spostare il mio compagno di banco, un ragazzo cicciotello,e con un pessimo odore. Micene si accomodò, mi diede una gomitata emi sorrise. Che c'era da sorridere?

Mi distanziai. Inaspettatamente mi prese per il gomito e mi rimise al centro.

<<Dove scappi?>>

<<Cerco di starti il più lontano possibile.>>

<<Cheti ho fatto?>>

Mi scappò, non volevo ma uscì dalla mia bocca. <<Sei irritante,e uno stronzo!>> lo stavo guardando dritto negli occhi, ma lui sorrideva.

<<Guarda che non era un complimento!>>

Si mise a ridere.

Per tutta la mattinata fu un incubo. Non vedevo l'ora che arrivasse la fine, per poter tornare a casa.

Stavo uscendo dal cancello, mi dirigevo verso la fermata dell'autobus,Micene era dietro di me. Arrivò subito l'audi. Atreo abbassò il finestrino.

<<Eva sali, ti portiamo a casa noi.>>

<<Grazie.>>

Durante il tragitto mi venne in mente il giorno che vidi gli occhi di Micene gialli. Era stupido, ma glielo avrei detto.

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