Capitolo 30

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Erano passati alcuni giorni da quando lo avevo ferito... Micene venne a casa mia dopo pranzo.

Dovevamo preparare un piano. E io ne avevo già in mente uno. Ci sedemmo a tavola e lo guardai con determinazione.

<<Non se ne parla Eva!>>

Aveva intuito.

<<È l'unico modo!>>

<<Eva non farai da esca. Non se ne parla proprio!>> si alzò dalla sedia. Mi alzai anche io e lo raggiunsi, mi parai davanti e gli misi una mano al petto.

Gli sorrisi dolcemente.

<<Micene ascolta... Arn deve pensare che io sia sola. Così verrà preso alla sprovvista.>>. Sentivo la sua tensione. Non era l'unico a sentire le emozioni dell'altro.

<<Potrebbe andare male.>>

<<No che non andrà male. Se seguiamo il piano andrà tutto bene.>>.

Micene mi guardava con paura. Si staccò e iniziò a camminare avanti e indietro nervosamente.

<<Se lui ti...>> mi guardò e continuò; <<Impazzirei Eva.>>si fermò davanti a me. Mi prese in contro piede. Mi abbracciò forte. Mi stringeva così forte che mi faceva male.

Sentivo il suo dolore. Anche per me era lo stesso. Se lui fosse morto...entrambi avevamo già provato un'esperienza simile. Entrambi pensavamo che l'altro fosse morto.

Ricambiai l'abbraccio.

<<Non mi succederà niente! Non CI succederà niente!>>

<<Ti amo Eva!>> mi baciò la fronte. Era un piano pericoloso. Avrei dovuto fare da esca, mentre Micene rimaneva nascosto... a un chilometro di distanza. Io avrei dovuto, provocarlo, ferirlo se necessario e poi portarlo dritto nella trappola, dritto nelle fauci di Micene, e insieme avremmo completato l'opera. Lo avremmo ucciso assieme!

Era rischioso... per me. Ma era l'unico modo!




Ero pronta, sia fisicamente sia psicologicamente. Sapevo di potercela fare.

Micene entrò senza suonare.

<<Hai di nuovo saltato il cancello?>> mi fece le spallucce. Si sarebbe cambiato a casa mia. Gli altri non dovevano sospettare nulla.

Gli lanciai una borsa di carta. La prese al volo. <<Che cos'è?>>gli sorrisi furba.

Avevo preso degli abiti per l'occasione. Volevo fare le cose per bene,tutto nei minimi dettagli e come dire... dovevamo essere a tema.

Mi guardò con aria strana.

<<Indosserai tutto mio caro licantropo!>> non era molto convinto. Io andai di sopra con la mia borsa. Indossai tutto. Fortunatamente era una notte fredda, forse ci sarebbe stato un temporale. Indossai i pantaloni di pelle nera, ai lati esterni erano tagliati in una striscia e chiusa dall'altra parte con dei lacci, una canottiera nera attillata e degli anfibi. Feci una bella coda alta. A guardarmi sembravo una vera dura. Ed era quello che ero diventata.

Scesi e trovai Micene vestito. Lui indossava pantaloni neri e una maglia a maniche corte nera super attillata, tanto che si potevano vedere i muscoli, e degli anfibi. Quando scesi rimase a bocca aperta. Mi fissava.

<<Wao!Che gnocca!>>.

Lo guardai di sbieco. Però mi aveva fatto piacere. Dovevo trattenermi!

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