Capitolo 13

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Io e Micene ci eravamo avvicinati moltissimo. Stavamo sempre insieme, e dato il mio caro trauma cranico, mi accudiva.

Era davvero carino. Mi coccolava e faceva tutto quello che volevo.

<<Dovrai esercitarti>>

<<A cosa?>> lo guardai stupito.

<<Al mio aspetto da lupo>> e rise sedendosi accanto a me. Giusto,avrei dovuto farlo. E l'idea non mi piaceva.

Durante il film il cellulare squillò. Era Lidia. <<Pronto?>>

<<Eva come stai? Quando torni a scuola?>>

Mi alzai e andai in cucina, chiusi la porta per non disturbare. <<Tutto bene! Torno lunedì.>>

Micene dopo un ora che ero al telefono mi raggiunse. Aprì la portata tutto sorridente. Mi faceva gesti incomprensibili. Che cavolo voleva?

Mi veniva da ridere. Poi iniziò a togliersi la felpa e poi la maglietta. Era a petto nudo, i suoi muscoli erano da urlo e mi distraevano dalla conversazione con Lidia.

Mi girai dall'altra parte. Non se ne andò, ma allora cosa stava facendo? Mi voltai, si stava slacciando la cintura, la lanciò a terra. Arrossii violentemente. Iniziai a fargli gestacci. Piano piano iniziò a sbottonarsi, e poi sempre lentamente a tirarsi giù la cerniera.

Si tirò giù i pantaloni.

<<Micene!Tirati su quei pantaloni!>> Lidia si blocco, e mi accorsi che lo avevo praticamente urlato ai quattro venti. Merda!

Riuscii a stento a fermare Lidia, Micene mi aspettava sul divano, il film in pausa.

<<Sei un idiota!>>

<<Però ai guardato. Ammettilo!>>

Lo guardai sorridendo, arrossi : <<E sei ben dotato devo dire!>>ero viola, lo avevo detto d'avvero. Lo avevo detto... l'ego di Micene si ingrandì.

<<Sono contento!>> e rimise il film. Eravamo abbracciati, la testa iniziava a girarmi, stavo di nuovo male. Scappai in bagno.

Micene mi venne dietro disperato.

Vomitai.Oddio che male che stavo. <<Che ti succede?>>

Lo guardai un attimo: <<Non vedi? Sto male!>> e tornai a vomitare. Prese il cellulare e chiamò il fratello. <<Vieni ti porto in ospedale!>>

Mi voltai: <<Devo chiudere casa!>>

<<Scema!Verrà qui mio fratello. Andiamo!>>

Incrociai Atreo e lo salutai. Micene prese la sua macchina e corse come un dannato all'ospedale.

Mi girava tutto, dovevo camminare piano. Sembravo un anziana accompagnata dal nipote a braccetto. Faceva ridere.

Dovemmo aspettare, intanto facevo avanti e indietro per il bagno.

Finalmente arrivò il mio turno. Micene fece il diavolo a quattro per entrare con me.

Dovettero ricoverarmi, il trauma cranico era peggiorato.

Micene avverti gli altri e chiese a Malia di portarmi un pigiama e altre cose. Intanto pensai che avrei dovuto avvisare i miei. Ero in stanza da sola, che brutta cosa.

Micene prese la poltrona che era tra i due letti.

<<Ora come stai?>>

<<Meglio...>>ora stavo meglio, ma non mi andava l'idea di stare chiusa in ospedale. Mi avrebbero trattenuta per alcuni giorni. Sarebbe stato una noia.

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