Capitolo 11

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Ormai non avevo più lacrime.

<<Da quanto tempo?>>

<<Cosa?>>chiese Fay, era seduta a gambe incrociate affianco a me.

<<Da quanto tempo sono chiusa qui?>>, mi guardò con espressione preoccupata. Forse non sapeva se poteva dirmelo o no. Lasciai perdere.

Il capo banda e la sua fidanzata non si facevano mai vedere. Arn invece mi faceva spesso visita, mi osservava da tutti i lati. Daniel invece se ne stava quasi sempre in un angolo, al buio. Forse un po gli dispiaceva.

Poi i tre si allertarono, ritti come pali, si guardavano e poi guardavano la porta. C'era qualcosa. Ma cosa?

Il capo gruppo spalancò la porta. Sorrideva. <<Sono qui!>>Daniel scomparve in un attimo, Fay mi guardò e sorrise. Arn prima di dileguarsi si avvicinò.

<<Il tuo Micene è arrivato. Qui per te cara. E questa... sarà la sua tomba!>> me lo sussurro all'orecchio. Mi venne un colpo al cuore.

Sembravano minuti interminabili, sembravano ore. Arn, Daniel e Fay tornarono dove ero prigioniera. Daniel si nascose in un angolo, era talmente buio che non lo si vedeva. Fay era accanto a me e Arn... lui mi da vale spalle, i pugni stretti.

Un rumore sordo.

Qualcosa di pesante era caduto. Mi spaventai, non capivo cosa stesse succedendo, a quanto pare ero l'unica. I miei carcerieri erano un fascio di nervi.

Il mio cuore batteva così forte che avevo paura che si sentisse,cercavo anche di non respirare, come se cambiasse qualcosa.

Tutti puntavano la porta d'acciaio. Al di la di quella porta rumori strani,colpi forti e delle specie di ringhi.

Poi...

La porta venne scaraventata via. Guardavo a destra e a sinistra, cosa aveva colpito la porta talmente forte da farla volare via? I miei occhi erano sgranati e impauriti, quelli dei tre ragazzi invece...erano seri, determinati. Aspettavano qualcuno o... qualcosa.

Un ombra... era gigantesca e sembrava quella di un mostro. Dall'oscurità uscì una figura che conoscevo bene. Micene!

I miei occhi si rallegrarono, ma la mia gioia svanì in un attimo.

I suoi occhi non erano azzurri, erano gialli, di un giallo intenso,facevano trasparire tutto l'odio che aveva.

Avrei voluto indietreggiare, ma ero legata. Arn rise.

<<Non avete pensato alle conseguenze!>> Micene era minaccioso, la mandibola serrata.

Arn lo provocò ancora di più. <<Lo sai Micene... hai davvero una ragazza molto bella. In tutti i sensi>> ridacchiò.

Micene si arrestò, mi guardò e si voltò subito verso Arn. <<Come hai osato! Ti sventrerò...>>

Arn sorrise.

E Micene glielo fece morire <<Come feci con il tuo fratellino!>>fece un ghigno feroce. A quella provocazione Arn non si trattenne.Partì di corsa, il pugno stretto.

Mancavano pochi passi all'impatto, arrivò tutto in un lampo... quello davanti ad Arn non era più Micene. Ora c'era qualcos'altro. Micene era come mutato, il muso si allungo, come quello di un cane, dalla bocca comparvero quattro enormi canini, lunghi più di quelli del più grande felino della terra. Due orecchie lunghe e dritte presero posto in cima alla testa, il bianco dell'occhio divenne nero, i capelli biondo mielato di Micene divennero lunghi e diventarono il manto,arti superiori forti e muscolose, cinque dita seguite da lunghi e affilati artigli, si reggeva su due zampe, ricurve come quelle dei cani ed era senza coda. Era mostruoso. Parò il colpo arrivato da Arn, chiuse le dita sul suo pugno e lo scaraventò dall'altra parte della stanza.

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