14.

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Passarono tre giorni, giorni in cui tutto sembrava andasse per il meglio; e non si poteva negare che qualcosa però fosse comunque cambiato.
Taheyung non faceva che evitare o sviare tutte
le domande che Jimin provava a fargli riguardo lui e Jungkook. Non perché non volesse, ma perché non sapeva cosa rispondere.
Ma nonostante questo era felice del rapporto che lui e Jungkook stavano raggiungendo; piano piano si conoscevano sempre meglio, non c'era giorno in cui uno dei due non scopriva qualcosa di nuovo sull'altro.
Stavano andando d'accordo, ma ovviamente i loro battibecchi non mancavano mai.
Era quasi sera; Jungkook e Taheyung erano rimasti tutto il giorno ad allenarsi, all'inizio stavano andando bene, ma verso la fine dell'allenamento il biondo aveva cominciato a commettere alcuni errori, era distratto oppure era semplicemente stanco.
-Vuoi fermarti qui?- gli chiese Jungkook nel vederlo al quanto distrutto e affaticato -No no, ce la faccio- rifiutò Taehyung andandosi ad arrampicare nuovamente per la struttura, ma si sentiva il corpo troppo pesante da non riuscire nemmeno a fare il più semplice dei movimenti.
E questo Jungkook lo aveva notato, infatti riuscì a prenderlo appena in tempo quando vide cedergli le gambe -Per oggi è abbastanza- gli disse con tono che non accettava repliche.
Taehyung acconsentì; in fin dei conti non poteva rischiare di farsi del male.
Improvvisamente sentì i suoi piedi staccarsi da terra e due braccia salde su di lui -Non ce n'è bisogno- disse, ma come se non lo stesse ascoltando il corvino lo tenne tra le braccia posandolo poco dopo su un vecchio materasso.
Era stanco doveva ammetterlo, tanto che non cercò nemmeno di resistere ai suoi occhi intenti a chiudersi; ma dovette riaprirli, sentiva lo sguardo persistente di Jungkook su di lui e quando li mise a fuoco potè vedere come della preoccupazione -Qualcosa non va?
Ma invece che rispondere Jungkook strinse gli occhi in due fessure, avvicinandosi un po' al suo volto -Stai dormendo abbastanza?- gli domandò continuando a squadrarlo.
-Non proprio- rispose Taehyung, non provò nemmeno a mentire consapevole che sarebbe stato tutto abbastanza inutile date le evidenti occhiaie sul suo volto.
E tutto per colpa di quei sogni che erano tornati a fargli visita durante e che non gli permettevano di passare una notte in tranquillità. Istintivamente si portò una mano sulla clavicola, in cui era presenta quella cicatrice, ricordo di momenti passati in armonia e che come fumo erano svaniti.
Jungkook notò immediatamente quel gesto e subito il suo occhio cadde su quella ferita sul corpo del biondo. Quel segno aveva attirato la sua attenzione fin dai primi giorni, ma in quel ultimo periodo si era ritrovato molto spesso a pensarci.
-Come te la sei fatta?- chiese dando sfogò a quella domanda che lo tormentava da giorni.
Taehyung non si rese conto di avere lo sguardo perso nel vuoto fino a quando non sentì la voce di Jungkook.
Non c'era bisogno che ripetesse la domanda, gli era arrivata forte e chiara e in un certo senso se l'aspettava a momenti. Aveva notato come a volte Jungkook si perdesse a fissare quel punto; nonostante i suoi tentativi di nasconderlo.
-Un incidente, è solo una piccola ustione- non se la sentiva di raccontargli come se la fosse fatta, non in quel momento; per lui raccontare significava riportare alla luce quello che invece cercava di dimenticare.
E per fortuna Jungkook sembrò capirlo, non avrebbe insistito, gli avrebbe lasciato il suo tempo fino a quando non se la sarebbe sentita.
Si abbassò sul suo viso in modo di attaccare le loro labbra. Ormai erano diventati così naturali per loro quei contatti e anche molto frequenti.
Taehyung sospirò sulle su labbra, liberando la mente come ogni volta che si baciavano.
Lo attirò un po' di più a se afferrandolo per la nuca, approfondendo ancora di più quel loro contatto; che passò dal essere puro e casto, ad essere completamente l'opposto.
Jungkook si spostò sopra di lui per rendere il tutto più intenso; chiese l'accesso al biondo che seppur con esitazione gliela concesse.
Nuove sensazioni, emozioni si facevano strada in loro come un fiume in piena.
Era tutto così nuovo che Taehyung sembrò realizzare la situazione solamente quando sentì una mano fredda insinuarsi sotto la sua maglia; cosa che lo costrinse a mettere a termine quel contatto -Kook- disse facendo una leggera pressione sulle sue spalle, ma il corvino sembrava non volersi staccare, cominciando ad attaccare il suo collo. Era tutto così bello per Taehyung ma non se la sentiva, non era pronto.
All'ennesimo richiamo Jungkook si staccò da lui, fissandolo quasi con aria preoccupata.
Con uno scatto si allontanò da lui, sedendosi sul bordo del materasso -Scusa, non so cosa mi sia preso.
-Non fa niente- lo rassicurò Taehyung mettendosi in ginocchio dietro di lui, poggiandogli una mano sulla spalla che subito venne stretta da quella del corvino; ma che si alzò poco dopo -Vado da Namjoon- disse -Tu fatti una doccia e riposati- e uscì senza dare nemmeno il tempo a Taehyung di elaborare la frase.
Ormai ogni sera dopo il loro allenamento Jungkook correva sempre dal maggiore, senza mai dirgli il motivo; anche perché non gli lasciava mai tempo di chiederglielo che se ne era già svignata. Proprio come in quel momento, si era nuovamente ritrovato da solo, ma dopo dieci minuti in cui era rimasto a fissare il vuoto decise di fare come gli era stato detto dal corvino e quindi si alzò prendendo la sua roba.
Quando una voce alle sue spalle lo colse completamente di sorpresa -Taetae- disse una voce che sembrava così lontana e debole; una voce che lui conosceva bene, che lo fece impietrire. Quella voce non poteva più esistere, non poteva più sentirla.
Si girò con uno scatto, ma non c'era nessuno, se lo era immaginato; doveva proprio farsi una dormita, la sua mente cominciava a giocargli brutti scherzi.
Raccolse di corsa le ultime cose e si diresse a passo svelto verso la sua roulotte; appena entrò, con non curanza lanciò tutto ciò che aveva in mano in un angolo. Cominciò a spogliarsi e subito si gettò sotto il getto d'acqua che in meno di un secondo si fece più calda, rilassandogli immediatamente i nervi tesi.
Si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo, per poi concentrarsi solamente sulle sensazioni che provava in quel momento, dimenticando per il momento tutto il resto.

Jungkook si stava dirigendo verso il tendone di Namjoon, vedeva già la luce luce che proveniva dal suo intorno.
Arrivato abbastanza vicino, potè sentire che Namjoon non era solo, riuscendo a riconoscere la voce di Jin. Subito si fermò pesando che sarebbe passato più tardi, ma la loro conversazione attirò la sua attenzione e quindi decise di rimanere fuori, nascosto in un angolo tendendo l'orecchio il più possibile.
-Siamo sul lastrico Jin- disse Namjoon con tono frustrato, a quelle parole Jungkook sentì di stare sbiancando -Vedrai che troveremo una soluzione- cercò di rassicurarlo Jin, ma si vedeva che anche lui era preoccupato quanto il biondo -Come sempre.
-Questa volta non è così semplice- obbiettò Namjoon -La banca ci ha dato un massimo di tre mesi per ripagare il debito, se non rispettiamo i tempi mi toccherà chiudere.
-Intendi dirlo agli altri?- disse Jin avvicinando a lui cingendogli un braccio intorno alle spalle -No- sussurrò Namjoon affondando poi il viso tra le sue mani -Non voglio farli preoccupare.
Ma il moro non sembrava d'accordo -Ma prima o poi verranno a saperlo.
-Ci penseremo quando sarà il momento, ma per ora tutto questo deve rimanere tra noi- disse Namjoon.
Jungkook non poteva credere a quello che stava sentendo e non poteva accettarlo.
Non ce la fece a restare un minuto di più e cominciò a correre il più lontano da lì, senza preoccuparsi di essere visto o sentito e ignorando le lacrime che stava iniziando scappare dal suo controllo.
Non voleva tutto quello; aveva finalmente trovato un posto da poter chiamare casa e non poteva perderla, non lo avrebbe sopportato.
Corse così lontano da non essersi nemmeno accorto di essere uscito dal Circo. Arrivò in una radura, circondato da erba alta e secca, si inginocchiò sopraffatto lasciando libero sfogo a quelle lacrime di rabbia e angoscia che facevano ormai parte del suo essere.
Lasciando trasparire quel suo lato debole che poche volte lasciava prevalere e facendo fuoriuscire quei sentimenti che teneva nascosti a tutti.
Perchè non poteva essere felice? Perchè proprio quando stava andando tutto per il meglio qualcosa doveva sempre rovinare tutto? Perchè?

~~~~~
Eeeeeeeh niente.

THE GREATEST CIRCUSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora