Il mese dopo quella domenica fu angosciante: non parlai con i ragazzi per molto tempo. Le altre li avevano perdonati e Carolina li aiutava ad organizzare tutto. E quando dico tutto, intendo proprio tutto. Mi sentivo ferita pure da lei. Diceva che in quel modo potevo guadagnare qualche extra e che era una cosa, seppur brutta da fare, molto eccitante. Cosa ci sarà mai di eccitante nello spaccio lo sa solo lei.
Ad ogni modo, mi stavo inconsciamente allontanando da tutti i miei amici: una parte di me mi diceva vai da loro, perdona i ragazzi e divertiti come fanno loro; l'altra parte mi diceva di non seguirli, che mi sarei cacciata di nuovo nei casini e che questa volta sarebbero stati grandi.
E poi c'ero io che non sapevo quale delle due parti di me stessa ascoltare.
Intanto Para rompeva le palle. A scuola infatti continuava a farmi prendere note e a sparlare di me con mezza scuola, era entrato nella squadra di basket e non passava certo inosservato. Era schifosamente popolare. Aveva fatto un cambiamento radicale da quella domenica ma non riuscii a capire il perché. Mi trattava male, c'ero abituata agli insulti si, ma detti da lui avevano un peso maggiore e questo detto da me é strano.
Para, le ragazze, i ragazzi, la scuola. sembrava che avessi tutti contro: fu un mese davvero molto, MOLTO pesante.
A scuola avevo perso la fama da dura, perché a quanto pare, Para aveva messo in giro altre voci su di me al riguardo. Mi chiamavano tutti" puttana", "sfigata". Dicevano che me la tiravo, quando poi non l'ho mai fatto, ma anzi lo faceva Carolina. Prendevo dei votacci, quindi mi davano dell'asina.
Un giorno poi, veso metà ottobre successe il peggio.
*******
Drin drin drin.
Ora di pranzo grazie a Dio.
Scesi le scale frettolosamente e aprii la porta che dava sul cortile. Un aria fresca mi si infranse sulle guance, così infilai le mani nelle tasche del caldo maglione di lana subito dopo aver alzato la sciarpa grigia fino al naso. Attraversai il cortile calpestando un tappeto di foglie rosse, gialle e marroni.
Entrai in mensa e, preso il vassoio, mi misi in fila come tutti. Presi un piatto di spaghetti al sugo, una bottiglia d'acqua e una mela, e mi dirisi verso un tavolo in fondo alla sala. Mentre camminavo però mi sentii chiamare così voltai il viso un secondo ed il secondo dopo mi ritrovai addosso a Francesca, la ragazza più troia di tutta la provincia nonché ragazza che se la tira di più su tutto il pianeta. Provai a scusarmi, cosa assolutamente non da me, ma questa iniziò a strillare come un'aquila in calore. Mi guardò furiosa e urlò parole che mi fecero davvero male:
<< Perché cazzo esisti a fare,eh DePaola? Ma perché non muori? hai presente quanto costa questa camicia? sicuramente più della tua vita.>>
so che non dovrei ascoltare un oca del genere, ma aveva detto cose davvero orribili. Così per non dargliela vinta feci l'unica cosa che sapevo fare: alzare le mani.
Le tirai un ceffone in pieno viso poi presi il succo di frutta ai mirtilli di un ragazzo li vicino e glielo rovesciai sulla testa.
Dieci giorni di sospensione. Buono!
Le sue parole però mi ronzavano in testa.
All' uscita da scuola vidi Carolina parlare con dei ragazzi, mi avvicinai per salutarla ma mi ignorò. "Perfetto pure la migliore amica che mi ignora" pensai.
Davanti alla fermata del bus poi mentre camminavo all'indietro per far passare delle persone un ragazzo mi fece lo sgambetto così caddi in una pozzanghera piena di fango. Perfetto.
Quel ragazzo e gli amici scoppiarono a ridere. Ridendo di me. E io tutta sporca ringraziai il cielo che arrivò l'autobus e mi ci fiondai su.
<<Dio, ma che hai fatto?>> ma che cazz? Matteo Para era dietro di me che mi guardava dall' alto verso il basso, preoccupato. LUI. PREOCCUPATO?!
<<Cos'è, volevi vedere la scena e stai imprecando mentalmente? oppure stai cercando un nuovo modo per sfottere?>>
<<No, vorrei solo sapere chi é stato il coglione che ti ha ridotta così. Almeno gli spacco la faccia.>> doppio ma che cazz?
<<a che gioco stai giocando? prima fai il dolce, poi distruggi la mia vita sociale e mi fai stare da cani e poi mi difendi? Ma che problemi hai?>>
detto così scesi dal veicolo e mi dirisi verso casa mia.
Mamma non c'era, grazie a Dio.
Mi feci un bagno e mi buttai a letto, senza cenare. Pensai. Pensai troppo. Forse noi adolescenti pensiamo troppo alla nostra vita sociale, a ciò che ci circonda e troppo poco alla scuola e alle azioni che stiamo per compiere. E poi da adulti facciamo il contrario. Non troviamo mai l'equilibrio perfetto dei pensieri.
Scoppiai a piangere. Mi sentivo male come quel giorno fuori da scuola quando diluviava ed ero sola. Poi era arrivato Matteo, é vero, ma prima mi sentivo così sola.
Matteo. Che tipo strano. Lunatico più che altro..
Accesi il pc andai un po' su ask e trovai una domanda strana da un anonimo, che poi non era proprio una domanda ma più un ordine: "Alzati e combatti. É solo un momento passerà."
spazio a me!
BOOOOOOM. NUOVO CAPITOLO REGA *-*
Prima di tutto premetto che il titolo l'ho preso da una canzone a me mooolto cara, che m'ha aiutata in un momento abbastanza triste della mia vita e mi sembrava azzeccato per sto capitolo.
Alloooora alla nostra vale sono successe un sacco di cose brutte ed é apparentemente sola, salvo quell'anonimo, chi sarà mai? eheh boh chi lo sa :3
Poi abbiamo il nostro Matteo che é decisamente lunatico.
Carolina fa la stronza ma poi vedrete perché.
E poi abbiamo sempre la domanda più importante: perché si ingrassa mangiando la nutella e soprattutto esiste un modo per mangiarla senza ingrassare e senza fare sport? chi mi da una buona risposta gli do 300000 foglie d'acero :)
Beh alla prossima e grazie per la lettura, ciaoooo. baci Irene <3

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Adolescenti.
Teen FictionScuola, droga, malavita, discoteca, feste, amici, sesso, compagnie. Gli anni dell'adolescenza visti dagli occhi di una ragazza di 17 anni, Valentina. Valentina De Paola, una ragazza più matura di quello che sembra. Alta 1,63cm , castana, occhi verdi...