FRANCESCA

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Francesca aveva trent'anni ed era nel periodo più bello della sua vita: era single, aveva un lavoro ben retribuito, molti amici e un grazioso appartamentino in cui viveva da sola da oltre otto anni.

E da oltre otto anni entrava e usciva da relazioni sentimentali complicate al termine delle quali riemergeva a fatica, ma non si era data per vinta e credeva ancora nell'amore quando aveva incontrato Claudio.

Il venerdì sera, verso le sette, gli impiegati degli uffici vicino al locale in cui faceva la barista a tempo pieno, erano soliti fermarsi per l'aperitivo. Ormai li conosceva tutti, compresi gli avvocati dello studio legale che quella sera di Gennaio le avevano presentato il loro nuovo collega augurandole che diventasse un nuovo cliente.

Anche se il suo raziocinio respingeva questa bizzarra certezza, quella sera Francesca, stringendo la mano di Claudio, aveva "sentito" che avrebbe avuto una storia con lui!
Non una fantasia, non un pensiero o una volontà, visto che quell'uomo a prima vista non sembrava nemmeno potesse essere il suo tipo, ma una sorta di sesto senso...

Non rappresentava assolutamente il suo uomo ideale: biondo, occhi azzurri, alto, magro, sulla quarantina, serio, incravattato... sicuramente brillante ma altrettanto sicuramente lontano da quel che era il suo mondo!

Conosceva i tipi come lui:

-li vedeva tutti i giorni e li serviva a colazione o all'aperitivo, a seconda del turno che faceva al locale-

abito firmato, sopracciglio curato, mani di chi non ha mai impugnato neanche un martello e atteggiamento di chi è convinto che gli sia tutto dovuto, che se non parlano di lavoro parlano di night club, gentili con lei solo perché una bella ragazza.
Francesca oramai aveva imparato a sfoderare il suo falso sorriso e da quando le lasciavano laude mance, la loro presenza non la infastidiva nemmeno più come un tempo!

Ad ogni modo, nei giorni che erano seguiti l'assunzione di Claudio, lui aveva cominciato a fermarsi al locale dopo il lavoro praticamente tutte le sere, anche da solo.
Il bar in settimana era aperto fino alle ore venti e Claudio, uscendo dall'ufficio, si fermava a bere un bicchiere prima di ritornare a casa e se dietro al bancone trovava Francesca, si tratteneva a chiacchierare facendole compagnia durante la chiusura. Era diventato quasi un rituale: lui entrava e ordinava un prosecco aspettando che lei finisse di pulire per non farla uscire dal locale da sola...
E lei ogni sera guardava l'ora mentre asciugava i bicchieri e si aspettava di vederlo entrare...

"Un prosecco?"

...gli chiedeva sapendo già la risposta e dopo averlo servito cominciava a pulire la macchina del caffè, tirare su le sedie, disinfettare il bagno e non le dispiaceva avere compagnia, anzi, si sentiva più sicura quando tirava giù la saracinesca e l'uomo si offriva di accompagnarla alla macchina.

E come accade ad ogni barista che si rispetti con il cliente abituale, anche Francesca si era ritrovata presto ad ascoltare le confidenze di Claudio.

Durante le serate in cui gli avvocati si ritrovavano dopo il lavoro per l'aperitivo, Francesca aveva potuto notare come il cellulare di Claudio, in quelle occasioni, squillasse almeno tre o quattro volte. L'uomo usciva fuori dal locale per rispondere e quando rientrava, dall'espressione del suo viso, sembrava non si trattasse mai di conversazioni piacevoli.

Questa cosa cominciava a succedere spesso anche in settimana: mentre Claudio sorseggiava il suo bicchiere di vino aspettando che Francesca finisse di pulire il bar, ecco partire la suoneria che ormai lei aveva imparato a riconoscere, ed ecco Claudio assentarsi per rispondere. Non portava mai il telefono all'orecchio in presenza di qualcun altro, al massimo lo lasciava suonare, poi chiedeva scusa alle persone in sua compagnia e usciva a richiamare. Una di quelle sere, dopo una conversazione telefonica che sembrava meno piacevole del solito, Francesca si era permessa di chiedergli se fosse tutto a posto e allora Claudio si era lasciato andare...

IO PER LEIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora