IL TRIO

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I corsi di yoga erano iniziati.

Beh,a dire il vero c'erano soltanto due persone iscritte

-la sorella del ferramenta del paese e una ragazza che si occupava di Ayurveda conosciuta alla fiera dei borghi-

ma da qualche parte bisognava pur iniziare no?!
Francesca era entusiasta anche grazie al fatto che le due allieve si erano dimostrate molto aperte e ricettive fin dalla prima lezione e si erano impegnate a cercare di coinvolgere qualche amica in questa nuova attività.

Silvia soprattutto era una ragazza piacevole e carina. Lei, Verena e Marco l'avevano conosciuta esattamente cinque giorni prima...

-Una sera in cui non avevano ospiti per la notte, si erano concessi di uscire tutti quanti per andare a vedere questa famosissima fiera dei borghi, giù in paese.

A dirla tutta Marco non ne voleva sapere di lasciare il b&b, ma Verena e Francesca erano riuscite a convincerlo e alla fine avevano trascorso la serata girando per gli stand più disparati. Ad un certo punto si erano imbattuti in questo padiglione, dove un'incantevole fanciulla vendeva prodotti naturali fornendo informazioni sull'alimentazione macrobiotica. Le due pettegole, Verena e Francesca, dando per scontato che Marco fosse interessato alla ragazza piuttosto che agli articoli in vendita, si erano eclissate fingendo di dover assecondare i bambini che scalpitavano per vedere l'esibizione di un certo mago! E invece il ragazzo si era trattenuto giusto il tempo di lasciare alla donna una brochure del b&b che riportava gli orari dei corsi di yoga e aveva raggiunto le amiche.

Una volta rincasati avevano subito messo a letto i bambini stremati dalla serata e successivamente si erano seduti come di consueto sotto al pergolato per sorseggiare un amaro e chiacchierare prima di ritirarsi ognuno nelle rispettive stanze. Francesca e Verena erano andate avanti dieci minuti buoni a prendere in giro Marco per come era corso da loro invece di approfondire la conoscenza con un'avvenente giovane donna. Che non avesse colto il loro gesto di andarsene per lasciarlo solo con lei? . Marco aveva permesso che le due oche giulive con cui abitava lo deridessero semplicemente perché gli faceva piacere fossero complici, una volta tanto! Poi aveva balbettato qualcosa circa la simpatia di "questa Silvia" e sul fatto che non era interessato ad approfondire; successivamente si era incupito e dal nulla aveva preso a parlare di com'era cominciata la storia d'amore, proprio così l'aveva definita, tra lui ed Elena... e a quel punto le due donne non avevano potuto far altro che tacere e lasciare che finalmente si aprisse con loro...

...Elena era stata la titolare di Marco, Francesca lo sapeva bene, per molti anni, anche non consecutivi. Un anno dopo che lei si era trasferita in Toscana, Elena aveva preso la decisione di lasciare il bar/tavola calda per aprire un'attività meno impegnativa. In previsione di questo Marco aveva cominciato a guardarsi attorno in cerca di un'altra occupazione, ma un giorno Elena gli aveva parlato del suo sogno di gestire un piccolo bistrot e proposto di diventare soci. Per quanto fosse stata inaspettata, la proposta l'aveva inorgoglito per via della stima che la sua titolare nutriva nei suoi confronti. Ovviamente aveva immediatamente accettato.

Da quel momento la ristrutturazione di un locale in affitto era improvvisamente diventata un progetto comune e i due, ritrovandosi costantemente fianco a fianco per seguire l'avanzamento dei lavori, avevano cominciato a vedersi reciprocamente sotto un'altra luce. Fino a che, dopo una giornata trascorsa ad imbiancare le pareti, si erano concessi una birretta di troppo e presi dall'entusiasmo si erano scambiati un bacio tra i pennelli e le latte usate per tinteggiare.
A lavori ultimati non avevano ancora smesso di baciarsi, ma non si erano mai soffermati a parlare di ciò che stava accadendo e fuori dal cantiere ognuno continuava a condurre la propria esistenza come se niente fosse.
Poi il locale aveva aperto i battenti e dopo l'inaugurazione erano seguiti un paio di giorni di "full immersion" in cui i due soci in affari avevano lavorato insieme dalla mattina alla sera; poi avevano capito quanto fosse inutile trattenersi entrambi dalle colazioni all'ora dell'aperitivo, perciò si erano dati dei turni in maniera tale che quando l'uno avesse preso servizio, l'altra avrebbe terminato il suo: questo avrebbe permesso ad entrambi di avere più ore per riposarsi o comunque continuare a condurre una vita sociale al di fuori dal lavoro.
In realtà quando uno dei due staccava passava la serata a casa mandando messaggini all'altro sul cellulare e qualora fosse uscito sarebbe stato solo per presentarsi al locale fingendo di trovarcisi per caso e finendo per trascorrere quel che rimaneva del proprio tempo libero "sul posto di lavoro".
E così erano finiti per stare dietro ad un bancone diciotto ore al giorno a testa anche se non era necessario, realizzando soltanto dopo un paio di mesi che il motivo fosse non riuscire più a stare lontano l'uno dall'altra.

IO PER LEIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora