Torino, 27 agosto 2017
"Spiegami perché ci siamo svegliati così presto e mi hai costretto a girare tutti i negozi di Torino" sbuffa Federico, trascinando le gambe a fatica per le strade del capoluogo piemontese.
"Perché sì, dobbiamo prendere il regalo di Edin, non possiamo ridurci all'ultimo minuto come al solito. Hai qualche idea?" Chiedo al numero 33 bianconero, che si stropiccia gli occhi dal sonno, a causa delle ore di riposo perse stanotte.
"No, ho le scimmiette nel cervello che battono i piatti" sbadiglia e, mentre camminiamo per il centro di Torino, mi prende la mano ed intreccia le dita con le mie, accarezzando il dorso della mia mano con il pollice.
È un gesto semplicissimo, nessuno ci farebbe mai caso, ma io non posso che sorridere di fronte a tale spontaneità. Mi sento così bene al suo fianco e non vorrei mai staccarmi da lui. Sono i piccoli momenti di quotidianità che mi fanno innamorare sempre di più di lui.
"E comunque ce l'avete tutti con me, una volta che Max ci dà il giorno di riposo e posso dormire fino a tardi ci pensi tu a buttarmi giù dal letto" abbasso di poco lo sguardo, a causa della nostra notevole differenza di altezza, per fulminarmi con lo sguardo.
"Smettila di fare la vittima dai, mica stai andando in guerra, un po' di vita, su!" Lo sprono, entrando nell'ennesimo negozio di giocattoli.
"Oh mio Dio, questo è il paradiso!" Esclama Federico guardandosi attorno: sembra un bambino in questo momento ed è così tenero, mi si scioglie il cuore.
"Peggio dei bambini" scuoto la testa e tiro fuori il cellulare per scattargli qualche foto di nascosto, per immortalare quello sguardo sorridente e spensierato che ha stampato sul volto. Sembra così piccolo ed innocente con questa espressione.
È bello da star male.
"Pensiamo un attimo... Cosa piace a Edin?" L'attaccante bianconero sembra avere recuperato tutte le energie che sembravano morte e sepolte fino a pochi minuti fa e inizia a girare per gli infiniti scaffali del negozio.
"Le macchine!" Mi viene un lampo di genio mentre faccio passare corridoio dopo corridoio, sperando di farmi venire un'idea. Non ho neanche bisogno di pensare troppo perché, alla fine di un reparto di LEGO, vedo il regalo perfetto per il piccolo Pjanic.
"Non esistevano questi giochi alla mia epoca" commenta Federico, mentre ci avviciniamo all'oggetto in questione: un modello di Jeep Compass formato giocattolo.
"È perfetta per lui" batto le mani, contenta di aver trovato quello che fa al caso nostro.
"Scusi, gentilmente, può spiegarci come funziona?" Federico chiede a una commessa del negozio, la quale sembra fin troppo entusiasta di spiegare il funzionamento della macchina al mio ragazzo.
Mi avvicino all'attaccante bianconero e gli metto un braccio attorno alla vita per marcare il territorio, dato che la commessa sembra non capire che deve girare al largo.
È già occupato, smettila di guardarlo come se fosse un cioccolatino svizzero, grazie.
"Quindi funziona esattamente come una macchina normale, in pratica" aggiunge Federico, girandosi per dare un'ultima occhiata al mezzo.
"Io direi che è perfetta, che ne pensi?" Gli domando, sperando vivamente che risponda in modo affermativo.
"Sarà felicissimo" si gira verso di me e mi rivolge uno dei suoi sorrisi che farebbero sciogliere il Circolo Polare Artico, perciò mi sporgo leggermente e sfioro le labbra con le sue, dandogli un casto bacio a stampo. La commessa sembra non gradire il nostro momento romantico, infatti si schiarisce la voce per attirare la nostra attenzione.
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Fino alla fine || Federico Bernardeschi || [IN REVISIONE 👩🏼💻]
FanfictionOlivia, studentessa ventiduenne di lingue, si trasferisce a Torino con il padre dopo la separazione dei suoi genitori. Ragazza semplice ed ambiziosa, ricomincia da capo in una nuova città. Riuscirà uno scontro a cambiare la sua vita?