"Sei veramente eccitante come crocerossina, potrei prendere seriamente in considerazione il fatto di farmi picchiare più spesso."
Quanto è cretino.
Federico è seduto sul divano a petto nudo, mentre io faccio avanti e indietro per prendere del ghiaccio da mettere sul livido e qualcosa da mangiare per entrambi.
"Non ti ci abituare, femminuccia" mi siedo al suo fianco, passando a cavalcioni su di lui, facendo sfiorare per un attimo le nostre labbra.
"La smetti?" Si volta verso di me, allungando un braccio attorno al mio collo. "Ho ricevuto un pugno, non sono diventato gay" precisa, facendomi notare la sua erezione ben visibile dentro ai pantaloncini neri della Juventus numero 33.
"Non vorrei mai approfittarmi di un malato" lo prendo in giro, allungando una mano a tastare gli addominali, facendo ben attenzione a non fare troppa pressione sul livido a livello della bocca dello stomaco.
La mia mano scende lentamente, andando a massaggiare la sua erezione da sopra il tessuto dei suoi pantaloncini da allenamento. Alzo di poco lo sguardo per spiare la sua espressione: i suoi occhi sono una fessura, la bocca è leggermente aperta, dalla quale escono respiri sempre più pesanti, una delle sue mani e tra il ciuffo biondo a spettinarlo e l'altra è sulla mia coscia, che stringe mano a mano che il piacere cresce.
E' bello da stare male.
Mi alzo dal divano e mi inginocchio davanti a lui, togliendogli i pantaloncini e i boxer subito dopo, iniziando a dedicare tutte le mie attenzioni, prima con le mani e poi con la bocca, al suo amichetto, ormai duro e pronto per me.
Mentre gli procuro piacere lui non smette di guardarmi, afferrando con una mano i miei capelli, tirandoli in modo da guidarmi al meglio per farlo impazzire ed io allungo le braccia per accarezzargli gli addominali e i fianchi, procurandogli ulteriori brividi su tutto il corpo.
Sta quasi per venire, me ne sono accorta. Lo guardo negli occhi per fargli capire che può lasciarsi andare ma mi alza la testa per baciarmi a fondo, esplorando con la sua lingua parti della mia bocca che non sapevo nemmeno di avere. Mi attira a cavalcioni su di lui ed inizio a strusciarmi, poi con un movimento fluido e veloce riesco a liberarmi dei pantaloncini e delle mutandine. Punto la sua erezione verso di me e in un attimo lo sento dentro al mio corpo.
Inizio a muovermi ritmicamente sopra di lui, appoggiando una mano sul suo petto che si alza e si abbassa velocemente e l'altra tra i suoi capelli, che spettino e tiro di sfuggita. Lui posa entrambe le mani sui miei fianchi, come per aiutarmi a scandire il ritmo delle mie spinte.
Siamo una cosa sola, non potremmo essere più uniti di così, siamo persi l'uno nell'altra in un angolo di piacere solo nostro.
"Sei più bella di un gol al 90°" dice Federico, subito dopo essere venuto dentro di me, prendendomi il viso tra le mani e baciandomi con una dolcezza infinita.
Sento le farfalle allo stomaco. Sicuramente un po' è colpa dell'orgasmo che ho appena avuto, ma è anche merito di quelle parole che, pronunciate dalla sua bocca e dalla sua voce rauca post coito, lo fanno sembrare ancora più sexy.
"Perchè non usate quasi mai i pantaloncini neri nelle partite?" Chiedo dal nulla, mentre sono accoccolata con la testa sul suo petto e glielo accarezzo, guardando un punto indefinito davanti a noi.
"Non lo so, quando anche gli altri hanno i pantaloncini bianchi forse usiamo quelli neri, non ci ho mai fatto caso sinceramente, perchè?" Mi accarezza i capelli dolcemente, lasciando ogni tanto dei baci su di essi.
"Perchè vi fanno un culo notevole" dico, con estrema sincerità.
"Dovresti guardare solo il mio, lo sai?" Ridacchia, alzandomi il mento con due dita per permettere ai suoi occhi verdi di incontrare i miei.
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Fino alla fine || Federico Bernardeschi || [IN REVISIONE 👩🏼💻]
Fiksi PenggemarOlivia, studentessa ventiduenne di lingue, si trasferisce a Torino con il padre dopo la separazione dei suoi genitori. Ragazza semplice ed ambiziosa, ricomincia da capo in una nuova città. Riuscirà uno scontro a cambiare la sua vita?