Quarantotto

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Torino, 3 gennaio 2018

Giocare ogni tre giorni, per molte squadre, è un impegno quasi insostenibile: i giocatori si stancano, il rendimento cala e la motivazione viene meno. Per la Juventus sembra l'esatto opposto: competere su tre fronti per la quasi totalità dell'anno è un vantaggio, una spinta a dare sempre il massimo e un motivo in più per mantenere la concentrazione.

La Coppa Italia è uno dei tanti trofei che la società si impegna ogni anno a vincere e quest'anno, come gli anni passati, non vuole farsi sfuggire questo riconoscimento che porta i colori bianconeri da tre anni a questa parte.

L'obiettivo della Juventus è quello di aggiungere un'altra Coppa Italia al museo, meritandosi quindi di diritto l'entrata nella storia e il primato delle vittorie di questo trofeo.

I quarti di finale si svolgono all'Allianz Stadium, proprio contro la rivale della nostra città: il Torino. L'animo del Derby della Mole si riscalda nuovamente anche se non si tratta di una partita di campionato, ma ogni occasione è buona per conquistare calcisticamente il territorio torinese.

Con due reti spettacolari di Douglas Costa e Mario Mandzukic, la Juventus accede alla semifinale di Coppa Italia dove la attende la sempre pericolosa Atalanta. I ragazzi esultano insieme allo stadio per aver regalato la prima gioia del nuovo anno a tutto il popolo bianconero; tuttavia, prima di avere due settimane di pausa dal campionato, bisogna affrontare il Cagliari in trasferta, dove non è mai semplice vincere.

"Oli, stasera si festeggia. Vieni con noi?" domanda Miralem una volta finito il giro dello stadio per salutare i tifosi presenti.

"Va bene, Mire. Però non ho nulla da mettermi, a meno che io non stia con la maglia di allenamento" rispondo sarcastica mentre i ragazzi incominciano ad affollare il tunnel per dirigersi negli spogliatoi.

"E secondo te io cosa sono qui a fare?" mio padre compare alle mie spalle con una busta in mano, probabilmente contenente un cambio adatto alla serata.

"Ma voi cospirate sempre contro di me?" domando a Miralem e a mio papà mentre entrambi ridono scambiandosi una stretta di mano vigorosa.

"Siamo i tuoi angeli custodi" asserisce il bosniaco ricevendo un'occhiata di intesa con il mio vecchio.

"Okay, mi fate paura" scuoto la testa rassegnata prendendo la borsa dalla mano di mio padre per andare a cambiarmi il più in fretta possibile.

"Corrado, se vuoi venire anche tu ci farebbe molto piacere. Andiamo nel ristorante di Roberta, la moglie di Claudio" sento le parole del mio migliore amico mentre entro negli spogliatoi femminili.

"Grazie, Miralem. Ma purtroppo per stasera ho già un impegno" risponde mio padre. E anche se la sua voce è lontana, aggrotto le sopracciglia pensando che è davvero strano che lui abbia un appuntamento di mercoledì sera.

Che abbia trovato una donna? No, me lo avrebbe detto.

"Alla prossima, allora" il bosniaco saluta calorosamente mio papà, che percorre tutto il tunnel e si dirige all'uscita dello stadio.

***

La serata prosegue nel migliore dei modi: mangiamo dell'ottimo sushi e chiacchieriamo tutti insieme. Finalmente mi sembra di essere tornata alle prime uscite con Federico, quando c'era ancora quel lieve imbarazzo che mi rendeva nervosa anche solo stare seduta accanto a lui.

Il toscano intreccia le dita con le mie sotto al tavolo, accarezza il dorso della mia mano con il pollice mentre i nostri sguardi si incontrano per un istante. Mi perdo per un attimo nei suoi occhi, esattamente come ai primi tempi, e mi sembra quasi impossibile guardare altro.

Fino alla fine || Federico Bernardeschi || [IN REVISIONE 👩🏼‍💻]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora