Torino, 11 settembre 2017
La vittoria contro il Chievo è servita moltissimo ad alzare il morale della squadra dopo la pausa nazionali, ha dato ai ragazzi un'ulteriore consapevolezza dei loro mezzi e questo non può che essere una spinta in più per fare l'esordio in Champions League domani sera a Barcellona.
Non sarà una partita facile: i blaugrana difenderanno il loro campo con le unghie e con i denti, ma la Juventus ha ancora impresso negli occhi il sonoro 3-0 rifilato all'Allianz Stadium pochi mesi fa alla squadra capitanata da Lionel Messi.
Domani i ragazzi partiranno per la Spagna con un obiettivo ben chiaro in mente: cercare di mantenere la porta inviolata e provare a fare gol. Semplice, no? Come dire ad un alcolista di non bere per una settimana.
Ma nulla è impossibile.
Chi più degli juventini può dirlo?Federico sta preparando quelle poche cose che gli serviranno in queste ore di trasferta; mi ha chiesto se potevo fargli compagnia per passare un po' di tempo insieme prima di andare in aeroporto.
"Sicura che non puoi venire?" Mi chiede per l'ennesima volta il mio ragazzo mentre sistema alcune magliette da riscaldamento dentro al trolley.
"Ancora Fede? È la centesima volta che te lo dico: devo andare in università" spiego alzando gli occhi al cielo.
Sono infastidita dalla domanda perché vorrei più di ogni altra cosa andare con i ragazzi, seguirli passo dopo passo e calpestare l'erba del Camp Nou. Ci sono alcuni stadi che penso siano da vedere almeno una volta nella vita. Qualunque tifoso di calcio vorrebbe vedere il Camp Nou, il Santiago Bernabeu o l'Allianz Arena prima di morire, indipendentemente dalla fede calcistica. Sono enormi opere d'arte, incorniciate da migliaia di cuori che battono all'unisono per gli stessi colori. Questa è la mia idea di religione.
"Lo so, stavo cercando di corromperti." Federico sorride sotto ai baffi e si gira per guardarmi, rivolgendomi uno sguardo dei suoi.
Quando è in casa ha la mania di stare a petto nudo, solo con i boxer o, al massimo, con i pantaloncini da allenamento. Da quando ha scoperto che adoro quelli neri perché mettono ancora di più in risalto le sue forme sembra che lo faccia apposta a tentarmi.
"Non cedo così facilmente, Bernardeschi" mento spudoratamente, incrociando le braccia al petto mentre mi appoggio allo stipite della porta della sua camera da letto.
"Vale sempre la pena tentare, non credi?" Si avvicina lentamente a me, tirando gli addominali per provare a distrarmi.
"Non attacca" scuoto la testa mordicchiandomi il labbro inferiore, sorridendo perché nonostante tutto mi piacciono questi mezzi che adotta per provocarmi. È pur sempre un bello spettacolo da guardare. Purtroppo stavolta non posso proprio cedere, anche se vorrei tanto.
"Credimi, l'idea di vedere Messi dal vivo mi eccita particolarmente" lo stuzzico un po', appoggiando la testa allo stipite con fare sognante.
"Scusa?" Federico alza un sopracciglio con le mani sui fianchi.
"Beh, è uno dei calciatori più forti del mondo, non capita tutti i giorni di vederlo giocare!" Alzo le spalle guardandolo negli occhi.
"D'accordo che è più forte, ma io sono più bello" ammicca nella mia direzione.
"Beh, questo lo dici tu... i gusti sono gusti" arriccio il naso portandomi un dito sul mento.
"Posso capire che perdo contro Ronaldo, ma contro Messi non posso accettarlo" si siede sul bordo del letto affranto, pugnalandosi virtualmente al petto.
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Fino alla fine || Federico Bernardeschi || [IN REVISIONE 👩🏼💻]
FanfictionOlivia, studentessa ventiduenne di lingue, si trasferisce a Torino con il padre dopo la separazione dei suoi genitori. Ragazza semplice ed ambiziosa, ricomincia da capo in una nuova città. Riuscirà uno scontro a cambiare la sua vita?