Prologo

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Non è stata una scelta, andarcene intendo. Siamo stati costretti a lasciare Beacon Hills.
Ho sempre avuto difficoltà a conoscere persone nuove ed a relazionarmi con gli altri, eppure avevo trovato due amici. Erano due delle cinque persone che tenessero a me, insieme ai miei genitori, o almeno così credevo.
Non ho più avuto amici, non mi sono mai adattata alla nuova città.
Avevo solo sei anni quando i miei sono tornati a casa sudati e preoccupati e hanno detto di prendere l'essenziale e andarcene il più velocemente possibile.
Continuo a sognarlo, quel momento, come in un disco rotto: ogni notte.
C'era una persona lì, a Beacon Hills, la quinta del mio ristretto gruppo, un amico di famiglia, per me era come uno zio, avevamo un bel rapporto, uno di quelli speciali... mi manca lo zio Alan.

Sono passati undici anni, giorno più giorno meno.
Questa mattina mi sono svegliata ed i miei non erano in casa, nulla di strano, spesso uscivano senza avvisarmi tornando anche giorni o settimane dopo. Questa volta, però, invece del solito post-it "Siamo usciti, torneremo", era presente una busta con all'interno una lettera. Era lì, a fianco al mio cuscino.
Ho sempre creduto di essere stata adottata, non assomigliavo a nessuno della famiglia, né caratterialmente né fisicamente. I miei non hanno mai mostrato grande affetto per me e mi è sempre piaciuto pensare che fosse causato dal fatto che fossero stati costretti ad adottarmi e non mi volessero. A me stava bene, mi bastavo e non avevo bisogno di nessun altro amici e zio Alan erano un di più.
Aprì la lettera e riconobbi la scrittura di mia madre.

Quando ti sveglierai noi saremo già partiti.
Siamo dovuti andare via, di nuovo, ma è tempo che tu percorra la tua strada senza essere legata a noi, hai quasi 18 anni, ma sei molto più matura della tua età.
Abbiamo chiamato Deaton, starai da lui fino al tuo compleanno e poi se vorrai avrai un appartamento tuo. Finisci almeno quest'anno scolastico e poi sarai libera.
Devi sapere una cosa, noi non siamo i tuoi veri genitori e non sappiamo chi sia la tua famiglia, ma sappiamo il tuo vero nome e  abbiamo una foto di tuo fratello.
Ti salutiamo per l'ultima volta.

Ma che razza di genitori sono, come hanno fatto ad avere il mio affidamento? Doveva drogarsi molto quello/a che gliel'ha concesso.
Nei libri la protagonista legge la lettera più volte per realizzare, piange, si arrabbia e altre azioni molto teatrali.
Fortunatamente non faccio parte di alcun libro palloso. Lessi la lettera una sola volta e capii che semplicemente avevo ragione.
Mi preparai come ogni mattina, misi la lettera nella mia borsa e presi qualche vestito da portare con me e poche mia altre cose.
Non sapevo a che ora sarebbe arrivato così decisi di salire sul tetto e spararmi la musica a tutto volume.

Deaton tardava ad arrivare, erano le cinque di pomeriggio, quando sentii il rumore di una macchina, era un suono familiare, ma lontano nel tempo. Riconobbi subito la macchina di zio Alan quando guardai giù.
Scesi velocemente e corsi ad abbracciarlo.
Non parlammo, non serviva. Caricammo le mie cose in auto e partimmo.
Alla radio misero una canzone degli Oasis il nostro gruppo preferito e la cantammo a squarciagola...

Today is gonna be the day
That they're gonna throw it back to you
By now you should've somehow
Realized what you gotta do
I don't believe that anybody
Feels the way I do about you now
Backbeat the word was on the street
That the fire in your heart is out
I'm sure you've heard it all before
But you never really had a doubt
I don't believe that anybody feels
The way I do about you now
And all the roads we have to walk along are winding
And all the lights that lead us there are blinding...

Mi mancava sentirmi così viva.
Cazzo se mi mancava!

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