«No, io... tu non puoi avere la mia stessa cosa, la mia è una maledizione, sono dannata e sono un mostro... tu non puoi capire... tu... io...» le lacrime ricominciarono a scendermi in grossi goccioloni lungo le guance. Non avevo mai considerato il mio problema come tale perché non avevo nessuno e perciò nessuno a cui nasconderlo, ma ora mi sembrava un enorme problema.
«Non ti spaventare, okay? Ora ti faccio vedere che siamo uguali, va bene?» mi parlava come se fossi una bambina e in un momento diverso e forse anche con qualcun altro mi sarei infuriata, ma ora...
Si allontanò di qualche passo da me, mi guardò negli occhi e poi li abbassò. Quando li rialzò era... diverso, le basette si erano estese alle guance, i canini erano più affilati, le orecchie leggermente allungate, le unghie diventate artigli e gli occhi blu, ma non un semplice blu acceso, avevano una puntina di giallo.
«Vedi, sono proprio come te...» la sua voce era più profonda. Si ritrasformò e fece per avvicinarsi, ma io lo bloccai.
«No... io sono peggio...» presi un respiro, dovevo mostrarmi, prima o poi lo avrebbe scoperto, se non domani la prossima luna piena o quella dopo.
Respirai a fondo, non lo guardavo, ero spaventata... mi morsi il labbro e presi un altro respiro e mi traformai.
Si abbassò alla mia altezza e mi fece segno di avvicinarmi, riluttante mossi un passo verso di lui, mi accarezzò dietro le orecchie e sotto il muso, poi passò la sua mano sulla mia schiena che scomparve nella mia folta pelliccia. Mi stesi lasciando il muso sopra una zampa e coprendomi con l'altra.
«Non sei un mostro, sei molto simile a nostra madre... anche lei si trasformava completamente.» mi sorrise, ma quando mi ritrasformai i miei vestiti erano a terra, laceri. Mis succedeva dopo ogni trasformazione.
Mi diede la sua giacca che fortunatamente mi copriva fino a metà coscia e mi appoggiai a lui, gli effetti della luna piena di domani si facevano già sentire.POV DEREK
Si era appoggiata a me per non cadere, ma era comunque instabile. Divenne più pesante e capii che era svenuta. Non succede spesso, quasi mai, è molto raro, solitamente durante la luna piena si hanno problemi di trasformazione, ma può capitare anche di svenire.
La portai a casa e le tolsi la giacca per poi metterla a letto e coprirla. Dovevo curarle quella ferita sul fianco prima che si svegliasse. Non è affatto bella e non so come possa essere ancora viva con una ferita del genere.
Si svegliò mentre le pulivo e curavo la ferita, non fu piacevole per lei e il suo gemito di dolore mi fece male, ma sarebbe stata meglio.
«Da quanto hai quella ferita?»
«Qualche mese... non so quanti, non li conto più. Ormai avevo imparato a conviverci e nemmeno mi dava più fastidio.» non mi guardò mentre lo disse. Cercava di essere forte, ma non lo era, non aveva avuto altra scelta, lo capisco, non avendo nessuno che si preoccupasse per lei, ma ora che l'ho trovata non la lascerò più andare.
Sorrise.
«Che c'è da sorridere?»
«È che è strano avere un fratello o qualcuno che si occupi di me, sono sempre stata abituata ad essere da sola ed ad esserci per me.» abbassò gli occhi iniziando a torturarsi le mani e le accarezzai la guancia.
«Ora ci sono io per te e non dovrai più preoccuparti di nulla.» l'abbracciai, ma involontariamente mi scontrai contro la ferita ed emise un altro gemito di dolore.
«Scusa» le sorrisi.
«Magari se vuoi puoi trasferiti qui... sempre che tu o Deaton siate d'accordo.» lui lavora tutto il giorno e io potrei occuparmi meglio di lei. Annuì con un sorriso e mi rilassai, ma il suo sguardo si fece buio.
«È stanotte la luna piena, vero?»
«Sì, ma tranquilla, ci sarò qui io. Senti, facciamo così: vado a prenderti un cambio o due e intanto tu fai una doccia qui e questa sera ti aiuto io, ok?» annuì insicura e le sue parole mi spaventarono.
«Tu non hai idea di cosa accadrà, fidati di me, prendi l'estintore.»POVE ESTERNO
«Quindi ci troviamo tutti da Derek questa sera?» Isaac era a capotavola nella mensa insieme a tutto il gruppo.
«No, solo noi tre, aggiorneremo gli altri dopo.»Scott aveva bussato, ma Derek non aveva aperto perciò Stiles aveva iniziato a bussare furiosamente. Ultimamente era strano, diverso e l'avevano notato tutti.
Isaac era intenzionato a tornarsene a casa, ma Scott aprì con la chiave di riserva.
Il rumore dell'acqua della doccia invase le loro orecchie e capirono perché non aveva aperto.
Isaac si affacciò al bagno per avvisare Derek, ma la schiena con tatuaggio del triskelion era quella sbagliata nonostante il tatuaggio fosse al posto giusto. Quando la persona sotto la doccia si girò appena -mostrando un secondo tatuaggio che rappresentava un sole, una luna e la verità- Isaac riconobbe Victoria e si girò di scatto.
«Isaac che diamine ci fai qui?»
«Dovevamo parlare con Derek e non apriva e allora Scott ha usato la chiave di riserva. Poi abbiamo sentito il rumore dell'acqua e pensavamo ci fosse lui sotto la doccia, non di certo tu ed ero venuto per avvisare Derek.» Isaac era evidentemente imbarazzato.
Victoria stava per dirgli di raggiungere gli altri due e avvisarli chiedendo di aspettare il ritorno di Derek, ma si sentì lo scatto della serratura e la voce di Scott.
«Aspetta, ma se tu sei qui con chi sta parlando Isaac nel bagno?»
«Isaac esci subito dal bagno o ti uccido con le mie mani!» Victoria ridacchiò per la gelosia e il fare geloso del fratello. Poco dopo Derek entrò nel bagno e appoggiò dei vestiti sul lavandino.
«Spero vada bene, non sapevo cosa prendere...»
«Benissimo, grazie»Quando Victoria li raggiunse nell'altra stanza indossava dei jeans e un reggiseno sportivo, si stava infilando la maglia lasciando scoperta la garza della ferita. Attorno al tavolo erano seduti Derek, Scott, Stiles, Isaac e anche Peter.
POV VICTORIA
«Cosa ci fai tu qui?» chiesi a Peter, ma lui rispose alla mia domanda con un'altra domanda.
«Che hai fatto al fianco?»
«T'interessa?» la mia voce era tagliente come una lama.
«Sei mia nipote!» rispose con tono di ovvietà.
«E questo sarebbe un motivo?» trattenni una risatina.
«Che hai fatto al fianco?» chiese Isaac, questa volta.
«Tu non osare nemmeno parlare.» lo incenerì con gli occhi.
«Hai frainteso...» il suo tono era supplichevole.
«Non ci pensare nemmeno!» ed ecco di nuovo il tono protettivo di mio fratello.
Isaac non provò nemmeno a continuare la frase e anzi rimase silenzioso con gli occhi bassi dopo il rimprovero di mio fratello.
Derek mi fece segno di sedermi a fianco a lui, poi ripresero a parlare. Mi fermai ad osservare la grande vetrata dietro il tavolo e mi accorsi che era già buio. La luna nascosta dalle nuvole uscì e iniziai a vedere rosso.
"Non di nuovo" fu tutto ciò che pensai prima di cadere a terra circondata da fiamme.
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Ritorno a Beacon Hills
ФанфикUna ragazza, diventata matura troppo presto, torna nella propria città dopo una importante notizia comunicata con una semplice lettera. Conoscerà la propria famiglia, ritroverà gli amici persi, se ne farà di nuovi e magari troverà l'amore. La vita c...