Capitolo 16

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16 marzo
0 giorni al mio compleanno.
Un giorno alla luna piena.
Mi svegliai. Fuori era ancora buio. Mi sentivo stranamente bene... cosa diamine è successo questa notte?
A fatica mi misi seduta sul letto e mi ritrovai piena di bende.
Isaac era nella stessa posizione di ieri.
Derek era seduto su una sedia accanto al letto e zio Alan dormiva su una infondo al letto.
Sul braccio avevo la puntura di un'ago, la riconoscevo bene. Dovevano avermi iniettato chissà quanta roba per farmi guarire o comunque farmi stare meglio.
Sapevo che con le bende non avrei dovuto, ma puzzavo e non potevo fare a meno di farmi una doccia.
Quando uscii dovetti cambiarle e gli altri dormivano ancora, tutti e tre.
Misi la maglietta che Isaac si era tolto la sera prima e mi ristesi a letto accoccolandomi tra le sue braccia.
Non so cosa m'avessero dato, ma qualunque cosa fosse stavo davvero bene.
Quando mi risvegliai il sole era sorto ed erano tutti svegli che mi fissavano. Inquietante.
«Fammi vedere come sono le bende.» disse zio Alan, mi avvicinai a lui e quando sollevai la maglia fece una smorfia.
«Ti sei cambiata le bende da sola? Io non te le avevo di certo messe così!» non avevo mai sentito zio Alan così preoccupato e non gli avevo nemmeno mai sentito usare questo tono.
«Avevo bisogno di fare una doccia, puzzavo di sangue secco e sudore.» cercai di giustificarmi. Isaac e Derek non proferivano parola.
«Che mi è successo ieri? Come mai oggi sto meglio? Cosa mi sta succedendo?» chiesi mentre zio Alan mi cambiava le bende sistemandole correttamente.
«Non ne sono ancora sicuro, ma credo sia una miscela  di vari tipi di strozzalupo e forse altro e sto cercando una cura e anche di capirci meglio.» rispose zio Alan.
«Okay, ma perché sto bene ora se non hai ancora trovato una cura?»
«Ti ho iniettato coagulante in modo che il sangue si fermasse e anestetico in modo che non sentissi nulla. Non so quanto durerà l'effetto perciò» mi passò una specie di astuccio com dentro delle siringhe «iniettatene una appena senti qualcosa, al minimo dolore. Se aspetti potrebbe non fare effetto.» annuii soltanto.
«Hai bisogno di cambiare aria, ma non sforzarti troppo, Isaac verrà con te.» Derek non disse altro, avevo l'impressione che fosse arrabbiato con me. Lp raggiunsi facendo un po' di fatica.
«Che ho fatto? Perché ti comporti così?» mi dava le spalle e gliene sfiorai una poco prima di parlare.
«Hai nascosto a tutti che stavi male, lo hai nascosto a me... ti ho trovata dopo anni e tu hai dei segreti con me... ero preoccupato e il fatto che tu non mi dicessi niente mi preoccupava di più.» disse girandosi finalmente e d'istinto lo abbracciai, i suoi muscoli erano tesi dal primo all'ultimo e non credo si aspettasse il mio abbraccio perché non reagì subito, ma poi si rilassò e ricambio l'abbraccio.
«Tu che farai?»
«Andrò con Deaton a cercare una cura. Non stancarti troppo, mi raccomando.» Derek mi lasciò un bacio sulla fronte e poi uscì con zio Alan.
Mi stesi di nuovo a letto a fianco al mio ragazzo -"mio ragazzo", mi suona ancora un po' strano- e misi una gamba tra le sue per essergli più vicina e per stare più comoda.
«Quella è la mia maglia?» annuii. Fece sfiorare i nostri nasi ed io mi sporsi per baciarlo, ma lui si ritirò.
«Buon compleanno amore» fu lui a baciarmi poi. Mi spostai su di lui, ma mi bloccò.
«Lo sai l'effetto che mi fai e non puoi, devi stare a riposo.» alzai gli occhi al cielo e sorrisi baciandolo.
«Mi dai una mano a prepararmi?»
Isaac mi aiutò a vestirmi e a salire in auto. Mi portò fuori città -più che città fuori dal paese- dove c'era una distesa di campi verdi e qualche albero dove poter stendersi all'ombra.
«Quando ero piccolo venivamo spesso qui.» prese uno zaino dai sedili posteriori e mi diede una mano per raggiungere un albero diverso dagli altri: più grosso e con un'altalena appesa ad un ramo.
Stese una coperta per terra, tirata fuori dallo zaino, e poi tirò fuori anche dei panini.
«So che non volevi nulla di speciale, perciò non considerarla come una festa di compleanno, ma come un'uscita.» era arrossito e si sfregava il retro del collo, sicuramente nervoso, non potei non pensare a quanto fosse dolce in questo momento.
Dopo il "romantico" pranzo di panini restammo stesi sulla coperta a guardare le nuvole.
Non mi è mai piaciuto il cielo completamente calmo senza nemmeno una nuvola, che ti sembra così vicino da poterlo toccare, ma anche così lontano da sembrarti infinito. Quando ci sono le nuvole, invece, riesco a dargli un contegno e non mi sento persa o soffocata.
«Sai, pensavo che una volta tornata qui le cose si sarebbero sistemate. Pensavo che la mia amicizia con Scott e Stiles si sarebbe riallacciata come se tutti questi anni non li avessimo passati lontani e che una volta trovato mio fratello... non lo so, è tutto molto diverso da come l'avevo immaginato e mi ero ripromessa anche di non aver nessun ragazzo o ragazza, non eri in programma, non che non mi faccia piacere, però...» sospirai.
«Hai presente quando aspetti da tutta la vita qualcosa e quando arriva non è come te l'aspettavi?» lo sentii sospirare.
«Sì, capisco quello che vuoi dire, io vorrei passare ogni momento con te, vorrei scappare insieme a te, ma non posso perché non sei solo mia e poi ho la costante paura di farti del male al solo tocco. L'anno prossimo sarò al college, lo saremo tutti e non posso lasciarti qui da sola, io proprio non ci riesco.» non sapevo che dire perché non c'era nulla da dire. La vita di rende un pessimista e appena ti regala una gioia ti fa vedere i secondi contati di cui puoi goderne.
Passammo il resto del pomeriggio abbracciati, non parlammo, non ce n'era bisogno.
«Stasera stai da me, ne ho già parlato con Derek, lui e Deaton non torneranno prima di domani sera.» m'informò Isaac. Annuì.
Durante la giornata avevo già usato tre siringhe e ne rimanevano sette.
«Isaac, ho bisogno di un'altra siringa.» mi sorrise incoraggiante. Il braccio destro aveva una macchia viola tanto era stata bucata dalla siringa.
«Passerà.» disse Isaac prima di baciarmi la fronte. Annuii e salii in auto.

«Mi dai una tua maglietta per dormire?» si tolse quella che aveva addosso e me la diede, poi si tolse anche scarpe e pantaloni e si stese a letto. Lo stesso feci io, mi tolsi scarpe e pantaloni e poi la maglia rimanendo in intimo per poi mettermi la sua maglia. Sentivo il suo sguardo bruciarmi sulla pelle.
Quando mi stesi a letto mi strinse a sé, iniziò a baciarmi, un bacio lento e casto che io approfondii presto. Scese a baciarmi il collo, mi tolse la maglietta continuando la scia di baci umidi fin sopra il seno. Alzò gli occhi su di me come a chiedermi il consenso e quando gli sorrisi mi tolse il reggiseno iniziò a stuzzicare un mio capezzolo facendomi ansimare. La sua mano che mi massaggiava la pancia scese fino alla mia intimità stuzzicando il mio clitoride facendomi gemere. Continuò così per un po' e poi alzò di nuovo gli occhi su di me, chiedendomi nuovamente il consenso, gli sorrisi e mi baciò.
Si tolse i boxer e mi tolse gli slip. Ogni suo movimento era tremendamente delicato e lento come se avesse paura di rompermi da un momento all'altro.
Con una spinta delicata entrò in me e sentii dolore, Isaac aspettò a muoversi fino a quando io annuii.
La stanza era piena dei nostri sciocchi causati dai baci e dei nostri gemiti.
Venni e Isaac un paio di spinte dopo. Uscì da me e mi stese di fianco, mi accoccolai sul suo petto e ci addormentammo.

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