chapter seven

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《Okay, quindi le è chiaro il regolamento, Signorina Greene?》

Esordì, con quella che speravo fosse la frase finale, il Signor Butterfield.

《Certo, prima la gentilezza, poi la formalità e, sopratutto la puntualità, le prometto che sarò sempre in orario e gentiele da ora in poi, signor Butterfield.》

Risposi poi io, con un tono quasi cantinelante, anche perchè credo che il capo me lo abbia ripetuto troppe volte in una

Stava per allontanarsi dalla mia postazione, ed era proprio all' uscita quando si voltò per guardarmi nuovamente.
Mi ispezionò con lo sguardo per un po' prima di parlare.

《Ma quella è la felpa di mio figlio!》

Okay sono nella merda.
CHE CAZZO DICO.
Mammamia regina Elisabetta II salvami perfavore aiuto io sto morendo.

《Ehm, sì Signor Butterfield.》

Dissi soltanto questo.
SOLO QUESTO.
OKAY L' IMBARAZZO MA LA CAPACITÀ DI PARLARE CE L' HAI DA UN BEL PO' SIGNORINA GREENE EH.

《Ora esigo delle spiegazioni, e che siano sincere.》

Disse lui avvicinandosi alla mia postazione, con aria di sfida, quasi delusa.
Adesso sta pensando che sono andata a letto con suo figlio.
Ottimo.

《Ehm, non è come pensa lei. Oggi sono andata a correre e mi sono imbattuta in un ragazzo, che mi ha rovesciato addosso il suo caffè.
Ora come lei sa anche suo figlio è andato a correre, no?》

Dissi molto velocemente, interrompemdomi per far capire al Signor Butterfield che volevo una risposta.
Lui si limitò ad annuire flebilmente, continuando a fissarmi.
Ed io mi sentivo piccolina piccolina, insignificante, neanche fosse seriamente Elisabetta II.

《Ecco, dato che ero proprio davanti a casa vostra, suo figlio ci ha notato è mi ha dato la sua felpa, per non lasciarmi sporca di caffè a lavoro. Dato che era molto tardi.》

La cosa filava, no?

《Mmh. La cosa sembra essere vera.》

Annunciò infine l' uomo.
Ed io tirai un sospiro di sollievo, proprio come quando da bambina il mio papà mi prendeva e mi metteva a testa in giù, ed io urlavo e ridevo nello stesso tempo. Poi finalmente mi metteva a terra, dalla parte giusta, ed io stavo bene.

《Oh ma certo, non le mentire mai, lei sa quanto io sia onorata di lavorare qua.》

Onorata. Ancora.

Pronto, vendete forbici adatte per tagliare lingue?
Sì esatto, mi taglio la mia.

《Bene, perché di lei mi fido.》

Rispose nuovamente lui, con un tono serio, subito smentito da un sorriso caloroso.
Okay me la sono scampata.

Tanto con quello non ci scoperò mai.

*frase da tenere nel cassetto delle frasi che potrebbero essere riusate come promemoria.*

BENE TESTOLINA OTTIMO LAVORO.
COSÌ MI FAI PENSARE CHE IO CI VOGLIA SCOPARE CON QUEL PAZZO BIPOLARE ATTRAENTE.

*senza attraente, senza attraente.*

OH GRAZIE MI ERO CONFUSA UN ATTIMO.
IO CON QUELLO NON CI FACCIO NIENTE.

《Hey, pazzoide mestruata.》

Poi quella fottuta voce fastidiosa mi inebriò la testa di luce e... ma che cazzo sto dicendo. La mia testa era piena di tutti i film horror visti e i modi per uccidere da me conosciuti.

And now? we play. (EX LOVE CANNOT BE BOUGHT).Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora