Ellie's P.O.V.
-Mi stai dicendo che sei uscita per la prima volta in tre mesi e sei finita a letto con qualcuno? -disse Louis strillando come una ragazzina mentre guardava attentamente la strada. -Allora, qualcosa te l'ho pur insegnato. -continuò con un espressione divertita sul volto.
-Ma smettila. -risi arrossendo con lo sguardo rivolto fuori dal finestrino. -Piuttosto dimmi dove eri finito tu. -lo guardai.
-Non provare a cambiare argomento, adesso voglio sapere ogni minimo dettaglio. -mi guardò per un attimo con ancora la sua risata che risuonava in quella macchina al posto della radio.
La mia mente ricreò per l'ennesima volta nel giro di ventiquattro ore quella notte riproducendo una serie di immagini davanti ai miei occhi. Bicchieri vuoti che si poggiavano ripetutamente sul bancone. Una camicia che cadeva sul pavimento. Degli occhi marroni incastrati nei miei. Gambe intrecciate. Una pelle ambrata in contrasto con la mia. E infine, Luke che per quanto avrei voluto, non era insieme a me.
-L'ho fatto per ripicca. -sbottai alzando le mani in aria. -Avevo visto Luke con una ragazza rossiccia. Era incredibilmente felice e non ce l'ho fatta. -sbuffai nervosamente. -Al bancone sto ragazzo mi ha offerto un drink, così ho deciso di lasciarmi andare, abbiamo chiaccherato per un po' e siamo finiti a casa sua e dopo un'altra bottiglia di vino è andata a finire com'è andata a finire. -continuai per poi bere un goccio del caffé che mi ero portata dietro dato che ero uscita frettolosamente di casa.
-Ellie. -disse Louis fermandosi ad un semaforo. -Ognuno ha il suo tempo per assimilare certe cose e superarle. Luke sta cercando di andare avanti o forse l'avrà già fatto per quanto questo possa farti male. Tu invece, hai il tuo tempo e non ti biasimo se sei ancora al punto di partenza. È una lunga strada da fare e riuscirai a farla solo con pazienza e forza di volontà. -accennò un sorriso guardandomi per poi ripartire poggiando una mano sulla mia gamba. Non dissi nulla se non annuire, perché sapevo che aveva ragione ed era inutile prendermela con Luke per il fatto che stava cercando di costruirsi una nuova vita, ma era anche inevitabile non essere arrabbiata con me stessa perché non riuscivo ad ignorare la cosa.
-Almeno era carino? -chiese dopo un attimo di silenzio.
-Louis! -scoppiai a ridere dandogli un leggero pugnetto sul braccio.
-È una cosa importante. -disse estremamente serio parcheggiando di fronte alla mia università. -E sopratutto, bacia bene? -continuò facendomi roteare gli occhi e aprii la portiera per poi scendere.
-Sei un idiota. -risi chiudendo la portiera, ma proprio quando iniziai ad incamminarmi sentii la sua voce che mi richiamava.
-Andrà meglio, Ellie. Te lo prometto. -affermò rivolgendomi uno di quei suoi sorrisi che non facevano altro se non infonderti fiducia e farti dimenticare tutte le cose brutte che esistevano al mondo.
-Grazie Lou. -ricambiai il sorriso consapevole che senza di lui o anche senza le sue battute da bambino che rendevano il tutto più leggero non sarebbe stato facile affrontare l'intera situazione che non riusciva a darmi pace.
Una volta in aula mi sedetti al fondo, vicino a Michael Clifford. Un piercing al sopracciglio. Capelli colorati. Un sorriso sfacciato e il mondo era ai suoi piedi. Era uno di quei ragazzi che ti conquistavano soltanto con uno sguardo e infatti, quei occhi verdi incantavano qualsiasi ragazza incontrasse. Era estremamente sicuro di se e quando si metteva una cosa in testa, nessuno era in grado di togliergliela. Michael era il più bravo del mio corso e per quando prendeva la maggior parte delle cose con leggerezza, in qualche modo se la cavava sempre. Studiava il giusto, non si era mai preoccupato più di tanto, in fondo non gli poteva sfuggire nessuna festa organizzata dai suoi amici e neanche una serata in compagnia di qualche bella ragazza. Entrò nella mia vita in modo totalmente casuale, d'altronde quello che succede ogni volta che si cambia ambiente, che sia scuola, università o lavoro e inevitabilmente si creano nuovi legami. Si era seduto accanto a me un mattino di marzo e la prima cosa che fece fu poggiarsi con la testa sul tavolo e non riuscii a non trattenere una risata per quanto rispecchiava quello che avrei voluto fare in quel momento dopo la notte passata ad ascoltare canzoni d'amore insieme a Luke, condividendo le cuffie con le mani intrecciate tra loro mentre la mia testa era poggiata sulla sua spalla. Michael era l'essere più istintivo che potesse mai esistere, infatti non aveva mai paura di dire quello che pensava anche se poteva essere qualcosa di negativo.
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9 Primavere || lrh
FanfictionNove anni pieni di amore e delusioni, di sole e cieli grigi, di guerre e pace, di vittorie, sconfitte e a loro volta rivincite, di tutto quello che esisteva di più bello al mondo. Nove anni che lasciarono il silenzio dopo la tempesta. Nove anni vola...