Luke's P.O.V.
Una delle poche cose di cui andavo fiero di me stesso era il saper scrivere e la capacità di riuscire a buttare giù qualsiasi sentimento che mi divorava su uno sfondo bianco senza troppi rimpianti, eppure una cosa che non avevo mai imparato era mettere un punto. Tutto ha la sua conseguenza e forse per questo motivo non è mai stato facile porre fine a qualcosa. Quando scrissi la mia prima poesia, metterle un punto fu naturale ma lasciò in me una sensazione inspiegabile, un misto tra tristezza e felicità, tra malinconia dei momenti in cui è stata scritta e l'essere fiero di averla portata al suo termine. Purtroppo, non sono stato costretto a mettere punti solo in quello che scrivevo, ma anche nella vita reale e forse quella è stata la cosa più complicata di tutte. Dopo aver chiuso una delle mie prime amicizie, che risultò essere tossica a tutti gli effetti, l'unica cosa che mi era rimasta era il ricordo e un sapore amaro in bocca per aver affidato completamente la mia vita nelle mani di qualcuno. Ho messo punti in tante cose, eppure il più doloroso è e sarà per sempre Ellie. La verità era che la pensavo anche in quel momento dopo aver riletto per la millesima volta la tanto attesa tesi di laurea a cui mancava ancora il suo punto finale, perché in qualche modo speravo ancora in un finale migliore.
Non ero nient'altro se non un ragazzo di ventitré anni che teneva addosso un punto che non riusciva a disegnare su quel sfondo colorato che la vita è, nonostante stesse per chiudere uno dei libri più importanti della sua vita. Ho sempre visto la mia laurea come un ammasso di emozioni che andavano a sovrapporsi tra loro, ma che solo uno sguardo specifico sarebbe stato in grado di calmare. Mi immaginavo accanto ad Ellie, con i nostri amici attorno, i raggi del sole che ci riscaldava la pelle e che mettevano in risalto quella sfumatura di verde presente nei suoi occhi, la sua mano che stringeva la mia, la delicatezza di un bacio e la dolcezza della miriade di abbracci. La realtà, invece, era che i castelli in aria che una volta costruii furono distrutti e che quel pomeriggio di fine aprile con un cielo leggermente nuvoloso mi trovavo solo, sul divano nell'appartamento del mio migliore amico, consapevole di dover mettere un punto a qualcosa di estremamente enorme ed importante, e con una proposta di lavoro dall'altra parte del mondo in sospeso.
Quello che mi risvegliò dalle tenebri della mia mente fu la porta di casa che si chiuse con un tonfo rumoroso raffigurandomi davanti il biondino nel giro di qualche secondo.
-Ti sembra giusto che quel cretino di Ryan non si è presentato di nuovo alle prove? -sbuffò porgendomi uno dei due iced coffee che teneva tra le mani per poi buttarsi sul divano accanto a me.
-Ciao anche a te Ashton, tutto bene, tu invece? -ridacchiai guardandolo.
-Perdonami, è stata una lunga giornata. -sospirò prendendo un sorso del suo caffè.
-Tranquillo amico, tanto sappiamo che alla fine la migliore esibizione sarà la vostra come sempre. -gli sorrisi dandogli una leggera pacca sulla spalla, d'altronde era vero, in qualsiasi posto andassero a suonare la gente ne rimaneva entusiasta e a qualsiasi contest partecipassero raggiungevano sempre i migliori risultati.
-Grazie. -ricambiò il sorriso. -Tu hai finito questa tesi? -mi guardò consapevole del fatto che erano giorni che non facevo altro che fissare quello schermo senza riuscire a mettere un punto nonostante avessi già finito tutto da tempo. Rimasi in silenzio e poggiai il bicchiere di plastica contenente il caffé sul tavolino in legno che si trovava di fronte a noi.
-Cosa aspetti Luke? -mi rimproverò lui. -È una delle cose più belle che tu abbia mai scritto, hai parlato dell'amore e hai dato voce al tuo dolore mettendo in qualche modo una fine a un qualcosa di immenso nella tua vita. -disse poggiando il suo bicchiere accanto al mio e forse a quello di cui stava parlando, io una fine non volevo metterla. -È un grande passo quello che hai fatto. -mi guardò con sguardo rassicurante. -E sono fiero di te e del fatto che hai provato a farlo, ma adesso devi chiuderlo e cominciare a vivere. -concluse alzandosi dal divano cominciando a dirigersi verso la cucina.
-Ash... -lo seguii. -Devo parlarti. -deglutii poggiandomi al muro. -Ho due problemi maggiori che mi impediscono di farlo.
-E quale sarà mai questo problema che non ti fa laureare dopo tutti i sforzi che hai fatto? -sbottò con un tono infastidito nella voce togliendo qualcosa dal frigo.
-Mi hanno proposto lavoro a New York. In un'editoria. Come inizio mi hanno proposto di scrivere qualche articolo e poi si vedrà come andranno le cose, ma hanno detto di aver visto del potenziale in me. -strinsi le labbra ma fu impossibile nascondere un leggero sorriso.
-Ma è fantastico, Luke! -gridò il mio amico con la sua voce da ragazzina ridacchiando felice venendomi incontro per poi avvolgermi in un abbraccio.
-Non lo è. -sbuffai. -È dall'altra parte del mondo.
-Lo so che ti mancherò. -rise lui facendo uscire per l'ennesima volta il suo lato egocentrico. -Ma è New York! La grande mela! Chi rifiuterebbe un'opportunità del genere? -disse facendo avanti e indietro davanti al bancone della cucina felice come un bambino, forse più di me ed a volte è proprio così che si riconoscono i veri amici. -Cosa ti trattiene qui? -si fermò di colpo guardandomi.
-Ellie. Qualche giorno fa l'ho vista tenendosi per mano con qualcuno. Era felice. Tanto. Io, pensavo di essere andato avanti e invece ho fatto mille passi indietro e mi sono reso conto che non sono pronto ad allontanarmi da lei. -mi sedetti su uno sgabello prendendomi la testa tra le mani.
-Ellie è accanto ad una persona meravigliosa che si prenderà cura di lei come si deve e tu devi trovare quella che farà lo stesso per te, ma inizialmente quella persona devi essere tu per te stesso. -mi raggiunse sedendosi al mio fianco.
-E tu come fai a saperlo? -chiesi alzando lo sguardo sentendo il cuore andare a trecento all'ora con la paura che uno dei miei più cari amici mi potesse nascondere qualcosa.
-L'ho incontrata ieri al Taylor's Rooftop Bar, dove suonavamo. -mi guardò. -Sta con Calum, uno dei miei vecchi amici del liceo.
Mi alzai di scatto facendo cadere a terra il vaso contente delle margherite che andò a frantumarsi in numerosi pezzi nello stesso modo in cui sentivo il mio cuore in quel momento. Non importava quanta paura avevo a mettere quel punto, Ellie non sarebbe più tornata. Ellie non mi apparteneva più.
-Ne usciremo Luke, ne usciremo insieme da tutto questo. -disse arrivandomi di fronte poggiando le sue mani sulle mie spalle nell'intento di calmare la rabbia che scorreva nel mio corpo visibile dal movimento brusco del mio petto che si alzava e abbassava ripetutamente. Il punto era ormai messo senza neanche che io me ne rendessi conto.
***
HOLAAAAA
Eccoci con un nuovo Luke's point of view dove si riconferma la relazione tra Ashton e l'iced coffee. Insomma, secondo me quell'uomo ormai è fatto al 99% di iced coffee.😂
Ritorniamo serie, allora abbiamo Luke che si sta laureando e una proposta di lavoro a New York ed è ancora legato alla nostra Ellie. Chissà cosa sceglierà di fare e come andrà tra la nostra protagonista e Calum coffcoff😏
Per ora quali sono le vostre ship e come pensate che andrà avanti?
Grazie per essere qui e per continuare a leggermi. Spero il capitolo vi sia piaciuto e se è così, stellinate e commentate.🌟
🌈Treat people with kindness🌈
SEE YOU SOON,
A.🌹
STAI LEGGENDO
9 Primavere || lrh
FanfictionNove anni pieni di amore e delusioni, di sole e cieli grigi, di guerre e pace, di vittorie, sconfitte e a loro volta rivincite, di tutto quello che esisteva di più bello al mondo. Nove anni che lasciarono il silenzio dopo la tempesta. Nove anni vola...