Twenty-Three.

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Amare se stessi ha tante definizioni e forse non sapremo mai fino in fondo cosa voglia davvero significare perché ognuno di noi metabolizza il tutto in maniera diversa. Se non ami te stesso non riuscirai mai ad amare qualcuno o ad essere amata, ci dicono. Ma una delle tante cose che Luke mi insegnò fu proprio amare me stessa, perché per quanto banale, a volte si ha bisogno di qualcuno che ci faccia capire che non siamo soli al mondo e che ognuno con i suoi pregi e difetti è un esemplare unico. Non è dipendere da qualcuno come in molti altri pensano, semplicemente è rassicurante essere consapevoli che da qualche parte c'è qualcuno che crede nelle tue capacità e che crede che ce la farai in qualche modo a raggiungere i tuoi obiettivi. È rassicurante riuscire a motivarsi a vicenda. È rassicurante avere qualcuno al proprio fianco, che sia un membro della famiglia, un amico o una dolce metà. È rassicurante avere attorno energia positiva. È rassicurante sentirsi amato e dare amore nella stessa quantità. Ma a volte per amare se stessi si ha bisogno anche di una dose di sano egoismo che in quel momento della mia vita fu difficile tirare fuori perché ho sempre teso ad ascoltare più il cuore che il cervello. Amare se stessi significa anche riuscire a mettere un punto a qualcosa che a lungo andare ci manda in confusione o ci fa stare male. Amare se stessi significa anche riuscire a fermare il caos che si ha attorno per riuscire a darsi spazio e tempo per riconoscersi e riscoprirsi nuovamente, uscire dalla propria zona di conforto e farsi del bene, darsi un'altra opportunità. E dare un'altra opportunità a me stessa in quel periodo fu una delle cose più difficili che avrei mai pensato di dover fare.

Gli ultimi mesi passati con Luke non smettevano di affollare la mia mente, esattamente come il momento in cui Calum se ne andò lasciandomi in mezzo al parcheggio in lacrime. Non riuscivo a perdonare me stessa per il dolore che gli avevo provocato, perché lui era convinto che io fossi la sua primavera, che gli portassi il calore dei raggi del sole sulle pelle regalandogli quella sensazione di serenità e il sapore dolciastro come quello delle fragole. Era convinto che fossi la donna della sua vita, che insieme saremo stati in grado di costruire qualcosa che da quando pronunciai quel "si" mi sembrava sempre più grande di me man mano che i giorni passavano facendomi sentire quasi intrappolata in una realtà che non ritenevo mi appartenesse. Con Luke al mio fianco tutte quelle preoccupazioni svanirono, perché da sempre la sua presenza era un antidoto a tutto quello che mi tormentava, ma in quel momento anche il solo fatto che azionasse in quel modo su di me, mi spaventava. Mi spaventava spezzare una routine e una relazione provocando così del male a qualcuno che non lo meritava, ma soprattutto mi spaventava inseguire la mia felicità, ma qualche giorno dopo presi una decisione definitiva e mi trovai su un aereo di ritorno dall'altra parte del mondo rispetto a quella in cui mi trovavo: Sydney. Lasciai Los Angeles perché volevo amarmi, darmi spazio e tempo; e avere un'altra opportunità.

-Come stai? -mi chiese Louis seduto al mio fianco sulla sabbia mentre osservavamo le onde del mare scontrarsi contro la scogliera, un leggero vento ad accarezzarci il viso e le stelle ad illuminare il cielo.

-Non nego più a me stessa che provo nulla per Luke, credo sia un passo avanti. Ma mi sento in colpa per  tutto quel male che ho fatto a Calum. Mi amava e l'ho amato anche io. Sono stati cinque anni nei quali mi ha donato tanta felicità e sono arrivata a credere anche io che insieme saremo stati qualcosa di meraviglioso, ma quando è arrivata la proposta di matrimonio è stato come un schiaffo in pieno viso che mi ha fatto rendere conto che non ero pronta e che non riuscivo a vedermi al suo fianco in un futuro e questo sentimento si è ingigantito quando ho rivisto Luke. -presi un sorso della mia birra per poi portare le ginocchia al petto stringendomi nella felpa.

-Vieni qui. -avvolse un braccio attorno alle mie spalle stringendomi a se nell'intento di riscaldarmi. -È un mese che sei a casa e sai cosa? Sono fiero di te, Ellie. Per una volta sei riuscita a mettere te al primo posto, al centro di tutte le cose, non Luke, non Calum, non qualche altra persona o motivo. Quando tu e Luke vi siete lasciati ti ho visto piangerti addosso e non essere in grado neanche di tirare fuori il naso fuori di casa, poi è arrivato Calum e lo hai messo prima di tutto e tutti tanto che ti senti ancora in colpa per averlo fatto soffrire. Ma diamine, Ellie, per una volta sei riuscita ad essere egoista, a pensare al tuo bene. Hai avuto il coraggio di abbandonare tutto così com'era e darti del tempo per ricominciare. Non hai chiamato tua sorella o me per chiedere un consiglio, anche se la cosa mi ha ferito. -scherzai facendomi scappare una risatina. -Hai agito d'istinto e al momento è stata la cosa migliore che tu possa aver fatto.

-Lou. -ridacchiai commossa tirando su col naso. -Grazie. -gli sorrisi. Un sorriso sincero perché Louis è sempre stato la mia persona, quello su cui avrei potuto contare in tutto e per tutto, nel bene e nel male.

I found what I'd been looking for in myself
Found a life worth living for someone else
Never thought that I could be, I could be
Happy.

Una volta ritornata a casa dopo quella serata passata in compagnia del mio migliore amico aggiornandoci sulle nostre vite come ai vecchi tempi andai immediatamente a fare una doccia calda che per la prima volta in qualche mese riuscì a rilassarmi e non farmi rimuginare continuamente i soliti pensieri che si alternavano nella mia mente come una qualsiasi playlist in riproduzione casuale. Mi lasciai scappare un sospiro di sollievo quando finalmente il mio corpo toccò il materasso infilandosi nelle coperte e subito dopo afferrai il telefono per impostare la sveglia per il giorno dopo e controllare le ultime notifiche e proprio in quel momento quando lo schermo era illuminato dal nome Luke Hemmings persi un battito per poi aprire quella email intitolata "9 Primavere", un file allegato e nient'altro in più. Aprii il file nel giro di qualche secondo ed ebbi bisogno di qualche attimo per realizzare che si trattasse della sua prima raccolta di poesie. Istintivamente le mie labbra si curvarono in un sorriso nel vedere la copertina che raffigurava una foto scattata da qualche nostro amico: noi due seduti di spalle al bancone della nostra discoteca preferita con due drink totalmente diversi in mano a sorriderci teneramente a vicenda. Scrollai in basso per poter vedere la prima pagina e non appena lessi le parole stese su di essa non riuscii a trattenere le lacrime che presero a scendere velocemente sulle mie guance.

"Nove primavere, nove inverni, altrettante estati
E dopo quegli autunni
Ci piacevano da matti
Quattro case, tre traslochi
Tremilaquattrocento giorni in due.

A te, che hai ascoltato canzoni d'amore insieme a me per notti intere.
A te, che sei la mia primavera.
Perché l'unico modo per volermi bene è attraverso te.
Sì, attraverso te."

***

HOLA

In realtà non c'è molto da dire su questo capitolo, here it is e spero tanto che le mie parole per certi versi possano aiutare qualcuno.

Buona Pasqua cuori miei e tanti auguri all'unico e inimitabile Brendon Urie che casualmente compie 33 anni. 😂🐣💖

Vi voglio bene.

SEE YOU SOON,

A. 🌹

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