Era la terza volta in quella settimana che uscivo dal campus insieme a Calum e per quanto molti dei suoi gesti mi riportavano col pensiero a quella notte, in fondo la sua, era una bella compagnia e per qualche strano motivo riusciva a farmi dimenticare almeno in parte il percorso che stavo attraversando e che risultava ad essere sempre più difficile. A volte anche i più forti hanno bisogno di qualcuno al loro fianco e io, sapevo che da sola non ce l'avrei mai fatta.
Camminavamo leggermente distanti l'uno dall'altro, lui con il suo zaino sulle spalle che giocava perennemente con la catenina che pendeva attorno alla tasca dei suoi pantaloni, io che stringevo la cintura della mia tracolla e aspettavo che Calum dicesse qualcosa per spezzare quel silenzio imbarazzante che toglieva il fiato mischiato alla temperatura calda in quel momento.
-Ellie? -mi richiamò lui guardandomi per un attimo. -Oggi pomeriggio ho l'allenamento con la mia squadra di calcio. -disse dopo che gli feci segno di continuare. -Ma ti andrebbe di uscire questa sera? -chiese infine con le guance leggermente colorate di rosa. Gli rivolsi un mezzo sorriso e rimasi a guardarlo per qualche secondo con la mente che vagava da tutte le parti e il cuore che accelerava ad ogni battito. Non dissi nulla per qualche minuto mentre Calum continuava a guardarmi in attesa di una risposta battendo impazientemente un piede a terra. Se era un appuntamento non lo sapevo, ma per come lo aveva chiesto sembrava proprio di esserlo e in quel momento, per la prima volta in tre mesi, mi immaginai accanto a qualcun altro che non fosse Luke e per quanto il tutto mi era nuovo, forse quell'immagine mi piaceva e avrei voluto farla diventare più familiare di quanto si mostrava.
-Mi piacerebbe passare del tempo con te stasera. -gli sorrisi aggiustandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
-Ti passo a prendere per le sette. -mi sorrise. -A dopo Ellie. -mi lasciò un bacio sulla guancia per poi incamminarsi verso il parcheggio, mentre io lo guardavo allontanarsi man mano con una sensazione strana nell'intero corpo, ma che non vedevo l'ora di scoprire.
Sentii il telefono vibrare e quando lessi il nome sullo schermo, ridacchiai alzando gli occhi al cielo per quanto il mio migliore amico era sempre puntuale tanto che senza nemmeno farlo apposta sembrava sincronizzato con gli avvenimenti della mia vita di cui non ne era ancora a conoscenza.
-Dove sei, Ellie? -chiese non appena risposi.
-Ciao anche a te Tommo, tutto bene, tu? Sì, oggi è stata proprio una bella giornata, sai? -risi prendendolo in giro per poi sentire uno sbuffo dall'altra parte della cornetta.
-Dai, volevo farti una sorpresa e venire a prenderti, ma a quanto pare sono arrivato in ritardo. -rise finalmente anche lui. -Puoi dirmi dove sei adesso o hai intenzione di andare a casa per l'ennesima volta con uno di quei autobus che puzzano di marcio? -continuò divertito e quasi riuscivo a vedere il modo in cui gesticolava in modo drammatico con le mani.
-Solita fermata. -risi scalciando un piccolo sassolino con cui rimasi a giocare fino a quando Louis mi si presentò davanti con la sua piccola auto che a malapena reggeva le strade di Sydney per quanto fu portata da una parte all'altra.
Come nostro solito ci racontammo l'intera giornata appena passata in facoltà e i vari gossip sentiti da poco che con un pettegolo come Louis era impossibile non venirne a conoscenza. Mi ritrovai a parlargli di Calum tanto che non mi resi conto che ogni qualvolta il discorso cambiava anche in un insignificante dettaglio ritornavo a fare riferimento alla sua persona.
-Ti vedo con una luce diversa. -mi guardò per una frazione di secondo. -E parli sempre di sto Calum, c'è qualcosa che mi nascondi? -disse parcheggiando la sua auto davanti al mio palazzo. Mi girai verso di lui e iniziai a parlargli di come stava andando avanti il nostro rapporto, nonostante questo si stava sviluppando solamente da pochi giorni e conclusi accennando al così detto appuntamento di quella sera. I suoi occhi si illuminarono al sentire quella notizia e senza che dicesse qualcosa, capii che era felice del fatto che nonostante l'amaro in bocca cercavo di andare avanti. Le primavere, che Luke Hemmings aveva portato, probabilmente non sarei mai riuscita a dimenticarle, ma con tutta me stessa cercavo di sciogliere il ghiaccio che aveva lasciato.
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9 Primavere || lrh
FanfictionNove anni pieni di amore e delusioni, di sole e cieli grigi, di guerre e pace, di vittorie, sconfitte e a loro volta rivincite, di tutto quello che esisteva di più bello al mondo. Nove anni che lasciarono il silenzio dopo la tempesta. Nove anni vola...