24. Mi odio, ma con te al mio fianco riesco ad amarmi.

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Sfortunatamente due giorni fa sono uscita dal mio paradiso e tutto è tornato alla normalità.

Sono qui. In piedi davanti alla tomba di mio fratello.

Vestita di nero, circondata da persone vestite di nero, il mondo è spento. Per me.

Sono qui e vorrei tornare indietro nel tempo, vorrei tornare al momento in cui ho detto di si.

Oppure mi va bene anche il momento del mio suicidio così almeno farei le cose più in fretta senza che qualcuno mi porti alla realtà.

Stamattina mentre mi preparavo mi guardavo allo specchio. Vedevo una ragazza distrutta, non riuscivo a reggermi.

Ero così magra, piena di lividi causati dalle mie continue cadute, una cicatrice nella pancia, i segni delle flebo ancora nelle mie braccia, le mie occhiaie pesanti per il viaggio e i miei capelli lunghi legati in una coda di cavallo.

Poi attraverso lo specchio avevo intravisto la figura stanca di Caleb.

Ci siamo guardati per una frazione di secondo, poi ho chiuso la porta e mi sono appoggiata ad essa.

Inutile negare che ho pianto. Ho un casino in testa.

·Bella, andiamo.· Mi richiama mio fratello appoggiando una mano nella mia spalla.

Ma io mi scanso subito al suo tocco.

·Non toccatemi.· Sussurro abbassando la testa.

Guardo un'ultima volta la lapide del mio fratellone, poi mi giro e inizio a camminare.

·Bella, possiamo parlare?· Domanda la persona davanti a me.

Guardo mio fratello che è furioso e le ragazze stranite.

·Non ho tempo di parlare con te.· Borbotto continuando a camminare

·Bella, ti prego. Dammi solo 2 minuti. Due.· Mi prega.

Ci penso qualche secondo e poi gli faccio segno di continuare.

·Sai, mi manchi. Bella, so che stai male, però lo senti? Questo cuore batte per tutti e due.· Dice prendendomi la mano e avvicinandola al suo cuore.

·Ti prego. Stammi lontano, Nico.· Lo supplico levando la mano e andandome.

Ho bisogno di stare sola. Senza nessuno che venga da me per farmi sentire il cuore che batte.

Salgo in macchina e con la mia famiglia ci dirigiamo alla villa degli Evans.

Appena arriviamo me ne vado immediatamente in stanza.

Non voglio stare con nessuno.

Prendo le cuffie e metto are you with me di Nilu.

Mi lascio trasportare dalle parole e lascio che la malinconia mi assorba tutta.

Ho un bisogno estremo di dormire e non svegliarmi più.

* * * * * * * * * *

Dopo aver passato non so quante ore nel letto a morire dentro con una canzone depressiva, mi alzo e vado in bagno.

Ho bisogno di una bella doccia e di morire affogata.

Mi chiudo dentro e inizio a spogliarmi lentamente, mentre aspetto che la vasca si riempie.

Mi guardo allo specchio e mi vedo sempre più brutta.

Sono così magra, piena di lividi...come diavolo faccio a levarli?

Non ci riesco più. Non sopporto più questi lividi. Li odio.

Inizio a grattarmi la parte dei lividi e intravedo il rossore farsi sempre più intenso.

Invece di levarli, li sto ingrandendo.

Inizio a piangere. Non so perché.

Semplicemente piango.

La mia vista inizia ad appannarsi e inizio ad avere un giramento di testa.

Butto tutto quello che trovo a terra e a terra una moltitudine di cocci di vetro.

La porta si apre rivelando Caleb.

Quest'ultimo si butta sopra di me e mi tiene stretta.

·Sh, piccola. Io ci sarò comunque vada. Sta tranquilla. Ti proteggo io.· Dice accarezzando la mia testa.

Poi chiude la porta a chiave e mi leva il reggiseno e le mutandine.

Mi fa entrare nella vasca e inizia a lavarmi delicatamente.

·Amarti è così difficile. Sei così dannatamente fragile che non so mai quale passo fare.· Sussurra.

Faccio finta di non aver sentito e mi faccio avvolgere dalla tovaglia.

Mi prende in braccio e mi porta nella camera degli ospiti.

·Ho bisogno di sfogarmi.· Sussurro

·Bene, parlami allora.· Dice sedendosi accanto a me.

·Non in quel senso, Caleb. Ho bisogno di fare l'amore con te.· Dico diventando paonazza.

Lui fa un sorriso pervertito e poi si avvicina a me.

Mi lascia un bacio in bocca e poi mi bacia tutto il collo.

Inizio ad ansimare, dire che il collo è la mia parte più sensibile è dire nulla.

Piano piano gli tolgo la maglietta e lui si slaccia i pantaloni.

Ci guardiamo negli occhi e per me, i suoi occhi sono un libro.

Sono gli unici oggi che so decifrare. Amo il suo azzurro chiaro quando è calmo, il suo azzurro intenso quando è arrabbiato e la sua bocca?

La sua bocca è un fiume. Un fiume dove annegherei felicemente.

Amo tutto di lui, anche il suo fare arrogante. Ma sono troppo timida per dirglielo. Preferisco stare zitta e godermelo così.

Una cosa che i libri insegnano è: non dichiararti mai allo stronzo, perché poi scappa.

Però fallo innamorare. Lentamente. Cosa che per me non è difficile, ma nemmeno tanto facile.

·Vuoi metterlo tu?· Domanda mostrandomi il preservativo.

Annuisco e con qualche difficoltà finalmente riesco a metterglielo.

Lui affonda dentro di me procurandomi un piacere intenso, mi bacia e inizia con le spinte veloci.

Mi provoca così tanto piacere che non vorrei mai che lui uscisse da dentro di me.

Il suo tocco per me è come una piuma che mi tocca, mi fa passare tutto il dolore che ho dentro, mi fa dimenticare tutto e tutti.

·Caleb, adoro quando mi tocchi.· Mi lascio sfuggire mentre ansimo.

·E io adoro stare dentro di te e baciarti.· Mi sussurra mordendomi l'oboe.

Cosa mi fai Caleb?

Riesco ad amarmi quando sono con te.

·You Hurt Me.· Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora