5.

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Matthew si avvicinò e con delicatezza le sollevò il mento, obbligandola a guardarlo negli occhi. Miles si perse nel colore che tanto amava, sentendosi improvvisamente vulnerabile. Lui continuava ad avvicinarsi, come se volesse leggerla dentro, scavare oltre la superficie.

- Io non capisco... - sussurrò lei, il respiro irregolare. - Perché fai così, Matt? -

Il suo sguardo era intenso, bruciante. La stava consumando, e lei sentiva che ogni barriera che si era costruita stava crollando.

- Ti prego, basta... - La sua voce tremò mentre Matt le sfiorò la guancia con una mano. Voleva sentirla vicina, voleva sapere se lui contava per lei tanto quanto lei contava per lui.

- Tu non mi hai portata qui per caso, vero? - chiese Miles, la consapevolezza iniziava a farsi strada dentro di lei.

Matt esitò un istante. - Cosa mi nascondi, Miles? - chiese infine, la voce bassa ma tagliente. - Davvero conto così poco per te? -

Lei era ancora la sua migliore amica, era la persona alla quale teneva di più e il suo sentimento non sarebbe mai cambiato, qualunque cosa fosse successa dopo. Lei era troppo importante per perderla.

Miles sgranò gli occhi. - Di cosa stai parlando? Io... io non capisco. -

- Dei messaggi - rispose lui, tracciando piccoli cerchi sulla sua guancia. - Perché non me ne hai parlato, Miles? -

Il cuore della ragazza saltò un battito. - C-come fai a... Insomma... quando...? - balbettò, sentendo il panico salire.

- Sei carina quando balbetti - Matt sorrise piano, cercando di alleggerire la tensione, ma lei non si lasciò distrarre.

- Matthew... - cercò di allontanarsi, ma lui non la lasciò andare.

- Giovedì scorso. Hai lasciato il telefono in salotto. Io ero sul divano, tu in doccia e quando ha iniziato a vibrare senza sosta... - Si fermò un attimo, cercando le parole giuste. - Ero nervoso, non sopportavo il rumore, così l'ho guardato. Non volevo impicciarmi, ma... -

Miles sussultò, poi gli scostò bruscamente la mano. - Quindi ti sei fatto gli affari miei solo perché eri di cattivo umore? Dimmi che stai scherzando! - La sua voce era un misto di incredulità e rabbia.

Si alzò di scatto dalla sabbia e iniziò a camminare verso il parcheggio, a piedi nudi. Matt la chiamò più volte, ma lei non si voltò. Quando la raggiunse, era accovacciata accanto alla macchina, le spalle tremanti.

- Ti prego, Matt - singhiozzò piano. - Apri la macchina e riportami a casa.

Lui provò ad avvicinarsi, ma lei lo respinse.

Durante il tragitto il silenzio era assordante. Un vuoto denso di parole non dette.

Appena arrivati a casa, Miles corse in camera sua. Matt la seguì, tentando di spiegarle, ma lei non gli diede tregua.

- Un'ultima cosa - disse prima di chiudere la porta in faccia a Matt. - Quello che succede nella mia vita non sono affari tuoi. Stanne fuori. -

Il tonfo della porta che si chiudeva risuonò nel corridoio, e con esso, il colpo che Matt sentì nello stomaco. Si sentì svuotato. Voleva solo aiutarla, voleva esserci per lei. Ma aveva sbagliato, e ora rischiava di perderla.

Quelle parole arrivarono come un secchio d'acqua ghiacciata. Matthew voleva solo aiutarla a combattere una guerra alla quale non era preparata, alla quale non era ancora pronta. Matthew voleva solo facilitarle le cose, non voleva lasciarla da sola. Ma, infondo, aveva reagito senza pensare e aveva fatto una cavolata enorme.

Poi, in un impeto d'ira e frustrazione, pronunciò le parole che non avrebbe mai dovuto dire.

- Sei davvero immatura, Miles! Adesso capisco perché ti hanno cacciata di casa! Nemmeno loro riuscivano a starti dietro! -

Appena le parole lasciarono le sue labbra, Matt si rese conto dell'errore. Ma era troppo tardi. Miles aveva sentito. Il suo respiro si fermò per un istante, poi si voltò lentamente verso di lui, gli occhi lucidi e pieni di dolore.

- Vai a farti fottere, Matt - la sua voce si spezzò. - Ti odio. Sei solo uno stronzo come tutti gli altri. -

Matt rimase immobile, sentendo il peso di quelle parole schiacciarlo. Sua madre, svegliatasi per il trambusto, rimase in disparte, incapace di intervenire. Sapeva che, se avesse detto qualcosa, avrebbe solo peggiorato le cose.

Matt sapeva di aver fatto un errore enorme. Se non trovava un modo per rimediare, l'avrebbe persa per sempre.

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