Matthew si avvicinò a lei e le alzò il mento in modo da far incontrare i loro occhi. Miles in quell'istante iniziò ad affogare dentro quel colore che tanto amava. Tutto senza rendersene conto.
Lui continuava ad avvicinarsi. Miles sapeva cosa stava facendo, ormai lo conosceva come le sue tasche. Continuava a voler leggerla dentro, in modo da scoprire qualcosa in più. Qualcosa che nemmeno lei sapeva cos'era.
- Io non capisco.- gli sussurrò. Erano molto vicini e lei non riusciva a sopportare la situazione. - Perché fai così, Matt?-
Niente lo faceva allontanare. Il suo sguardo era troppo intenso. La stava letteralmente penetrando dentro.
La stava bruciando viva, consumando e lei sentiva che i veli trasparenti che la coprivano se ne stavano andando.- Ti prego, basta.- Matthew le si avvicinò ancora di più e le poso una mano sulla guancia. La voleva vicino, voleva sentirla sua. Voleva capire se anche lui era così importante per lei da dirgli tutto.
Aveva capito che c'era un qualcosa in mezzo ai due, ma non voleva dargli troppo peso.
Lei era ancora la sua migliore amica, era la persona alla quale teneva di più e il suo sentimento non sarebbe mai cambiato, qualunque cosa fosse successa dopo. Lei era troppo importante per perderla.
- Tu non mi hai portata qui per puro caso, non è vero? -
- Cosa mi nascondi, Miles?- le chiese all'improvviso facendola indietreggiare un po', ma restando comunque così vicina da far mischiare i loro respiri. - Davvero conto così poco per te?-
- Di cosa stai parlando? Io non riesco a capire. - Le si poteva leggere la confusione negli occhi.
- Dei messaggi parlo.- disse tranquillo mentre continuava a fare dei cerchi sulla guancia della ragazza. - Perché non me ne hai parlato, Miles?
- T-tu come fai a...Insomma, si...Quando?-
- Sei carina quando balbetti e quando non finisci una frase, lo sai.- Matt cercò di alleggerire l'atmosfera creatosi attorno ai due con un dolce sorriso, ma Miles era troppo occupata a cercare di capire la situazione.
Una situazione a dir poco assurda. Così intima e seria allo stesso tempo.
- Matthew.- cercò di allontanarsi, in modo da poter parlare più facilmente, dato che quella vicinanza la stordiva un po', ma il ragazzo era ostinato a non mollare la presa.
- Giovedì scorso, avevi lasciato il tuo telefono in salotto, sul tavolino. Io ero sul divano che pensavo ai fatti miei, quando quel affare iniziò a suonare. Era insistente. Tu eri sotto la doccia e io quel giorno ero di cattivo umore e ogni minimo rumore di dava fastidio, mi irritava, così- venne bloccato da Miles mentre raccontava come aveva scoperto il piccolo segreto.
- Quindi, mi stai dicendo che ti sei fatto gli affari miei solo perché ti giravano le palle, Matt? Oddio, non puoi essere serio!- Incredula si alzò dalla sabbia velocemente, iniziando a camminare verso il parcheggio a piedi nudi.
- No. Miles, aspetta! Non è così che è andata. Miles!- Era troppo lontana perché potesse sentirlo, così iniziò a correre verso la sua direzione per poterla raggiungere.
Quando la raggiunse, ormai erano arrivati dove era parcheggiata la macchina e Matt trovò Miles ranicchiata accanto ad essa con la schiena appoggiata sulla portiera grigia.
-Ti prego, Matt, aprila e riportami a casa.-gli supplico' singhiozzando debolmente per non farsi sentire da lui. Non le era mai piaciuto farsi vedere debole davanti agli altri.
Lui cercò di avvicinarsi, ma lei lo rifiutò, spingendolo via.
Durante il tragitto, nessuno dei due aveva aperto bocca. C'era stato un silenzio infernale; uno di quelli che ti spaccavano i timpani.
Appena misero piede dentro casa, la ragazza andò subito in camera sua, mentre il ragazzo cercava in tutti i modi di parlarle, di spiegarle le sue ragioni, ma con scarso risultato.
- Ah, un'ultima cosa: Non sono affari tuoi quello che succede nella mia fottuta vita! Devi starne fuori! -
Detto questo, gli chiuse la porta della sua camera in faccia, producendo un sonoro tonfo, senza preoccuparsi di svegliare Karen, e si lasciò scivolare sul legno freddo. Era tutto così dannatamente complicato per i due.
Quelle parole colpirono nel profondo Matt. Lui voleva solo aiutarla a combattere una guerra alla quale non era preparata, alla quale non era ancora pronta. Matthew voleva solo facilitarle le cose, non voleva lasciarla da sola. Ma, infondo, aveva reagito senza pensare e aveva fatto una cavolata enorme.
Lui era così e non poteva farci nulla.
- Sei davvero immatura, Miles! Adesso capisco perché ti hanno cacciata di casa. Non riuscivano a starti dietro nemmeno i tuoi! -
Quella frase era uscita dalla sua bocca d'impulso. Nessuno dei due riusciva a credere alle parole appena dette. Ma quando Matt se ne rese conto e cercò di rimediare, ormai era tardi, lei lo aveva sentito.
- Vai a farti fottere, Matt! Io ti odio. Sei solo uno stronzo come tutti gli altri! - Lei piangeva, si sentiva distrutta.
Non si sarebbe mai aspettata una reazione così forte da parte di colui che considerava suo fratello.
Questa volta, il ragazzo aveva esagerato.Sua madre era sveglia e aveva assistito alla lite tra i due. Voleva restarne fuori, ma allo stesso tempo detestava vederli in una situazione del genere. Avrebbe voluto fare qualcosa, ma sapeva che il suo intervento avrebbe solo causato altre incomprensioni.
Matt sapeva che, se non faceva qualcosa, l'avrebbe persa e lui non poteva permetterselo.
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The Journey
FanfictionDalle decisioni che prendiamo, da come lo organizziamo e come lo affrontiamo, dipenderà come ci andrà in questo viaggio.