«Ragazzi, siete sicuri che questo locale sia un posto tranquillo?» Chiese timoroso Taehyung per la millesima volta mentre, una volta scesi dall'autobus che li aveva condotti fino alla fermata più vicina alla discoteca di loro interesse, s'avviavano in direzione di quest'ultima.
Il locale tanto nominato da Seokjin e Jimin sembrava trovarsi in una posizione decisamente sperduta e isolata rispetto al resto della città, il quartiere in cui si stavano aggirando alla ricerca della loro destinazione non sembrava nemmeno così accogliente. Cosa avrebbero fatto se qualcuno avesse tentato di aggredirli? Avrebbero potuto urlare pure a squarciagola, nessuno li avrebbe sicuramente sentiti.
Le preoccupazioni e i pensieri di Taehyung erano talmente radicati nella sua mente da averlo isolato da qualsiasi altro stimolo proveniente dall'esterno, come ad esempio le voci dei suoi amici che cercavano di orientarsi tramite il navigatore del cellulare di Jimin.
Taehyung era chiaramente il classico fifone, quello che dorme con la lucina accesa accanto la porta e che non esce mai da solo quando fuori è buio. In quel momento nemmeno la compagnia dei suoi amici riusciva a tranquillizzare il suo animo agitato e il battito del suo cuore tanto accelerato contro la gabbia toracica, al punto da superare anche il rumore della musica proveniente da uno degli edifici già in piena vista.
Musica? Forse ci erano quasi.
«Hai visto, Taehyung? È qui la discoteca, non c'è nulla di cui preoccuparsi!» Fu la risposta soddisfatta di Jimin, dopo un primo momento di panico – credeva anche lui che si fossero persi come i grandissimi idioti quali erano o che avessero totalmente sbagliato zona.
Tuttavia il locale era ormai lì, proprio davanti i loro occhi, non si poteva più tornare indietro.
Furono veloci a mostrare i documenti e pagare i loro ingressi, conservando subito dopo in tasca il foglietto che avrebbe permesso loro di ricevere un cocktail in omaggio - Taehyung fu veloce e a cedere il proprio biglietto ai suoi amici, i quali promisero di dividersi qualcosa da bere.
Poco prima di fare il loro ingresso in discoteca, Taehyung volle usufruire della luce di un lampione proprio accanto l'enorme porta d'ingresso per studiare il timbro d'inchiostro che gli era stato appena premuto sul dorso della mano.
Grazie alle spiegazioni di Seokjin aveva compreso che gli sarebbe servito come "distintivo" nel caso in cui avesse deciso di uscire dal locale e rientrare in un secondo momento senza dover pagare l'ingresso una seconda volta. La preoccupazione di Taehyung fu, però, rivolta al rischio di macchiare la maglia chiara che aveva indossato con l'inchiostro ancora fresco del timbro.
Non appena misero un piede all'interno della discoteca, le luci diminuirono notevolemente e aumentò, invece, il volume della musica, assordante e martellante. Taehyung cominciò a sentirsi a disagio proprio in quell'istante, ma avrebbe provato a resistere perché voleva davvero bene ai suoi amici.
«Non lo voglio!» Urlò Taehyung per superare il volume della musica assordante della discoteca, rifiutando il cocktail azzurro che Seokjin aveva tentato di offrirgli. Beveva solo succhi di frutta oltre l'acqua, come potevano pensare che potesse bere degli alcolici?
Jimin sembrava nel suo mondo, non appena avevano messo piede dentro il locale aveva cominciato a ondeggiare i fianchi seguendo il ritmo della musica. Non aveva smesso di ballare nemmeno con il cocktail in mano, facendone cadere metà per terra e mettendo in pericolo il fondoschiena di Taehyung che ci era scivolato sopra, rischiando di collezionare già in meno di mezz'ora la prima figuraccia di tutta la serata.
Sfortuna volle, infatti, che ci fosse un gruppetto di ragazze accanto a loro e Taehyung, pur di non cadere, s'era aggrappato a una di loro, abbassandole accidentalmente il top striminzito che le comprimeva le tette. Venne subito scambiato per un maniaco e giurò di aver sentito degli insulti mentre invano tentava di scusarsi con la ragazza alla quale aveva arrecato il danno, trascinato via dai suoi due amici che, conoscendolo, sapevano avrebbe solo peggiorato la situazione.
Per fortuna le ragazze lasciarono perdere la faccenda, magari s'erano rese conto che si era trattato solamente di un equivoco.
Sorprendentemente, Taehyung si fece convincere in poco tempo a scendere in pista da ballo. Così, una volta che Jimin e Seokjin ebbero abbandonato i loro cocktail ormai quasi terminati su uno dei tavolini ai lati del locale, si fecero spazio tra la gente ammassata a ballare per trovare qualche centimetro in cui muoversi un po' più liberamente.
Seppure la musica non fosse totalmente di suo gradimento, Taehyung riuscì a imitare i passi dei propri amici e muoversi a ritmo senza sembrare lo sfigato di turno. Anzi, accadde tutto il contrario: qualcuno sembrò trovarlo interessante.
La prima mano che si posò sul suo fondoschiena fu bellamente ignorata, l'ingenuità di Taehyung gli aveva inculcato in testa che s'era trattato semplicemente di un incidente dovuto al poco spazio in cui erano costretti a muoversi l'uno incollato all'altro.
La seconda mano, però, si posò sulla sua spalla, le unghie smaltate di rosso gli fecero intendere che si trattasse di una ragazza. In poco tempo se la ritrovò spalmata sul petto, le dita sottili che vagavano in esplorazione sul suo corpo. Taehyung s'era pietrificato, gli occhi sgranati e lo sguardo terrorizzato si mossero ovunque tranne che sul viso della ragazza, magari alla ricerca di aiuto da parte dei suoi amici, che però si accorsero solo troppo tardi della situazione.
La ragazza, sicuramente poco lucida, sembrò interpretare quella sua reazione come semplice stupore, dunque non si fermò. Questa volta fu il suo viso ad avvicinarsi fin troppo a quello di Taehyung, così come le sue mani stavano cercando di intrufolarsi in zone che non avrebbero nemmeno dovute essere pensate da qualcuno che non fosse lui stesso.
Si risvegliò improvvisamente da quello stato di trance, la musica ritornò a forargli i timpani e, preso da uno scatto d'ira e di frustrazione, spintonò la ragazza dalle spalle e corse immediatamente verso l'uscita del locale. Come diavolo era potuto succedere tutto ciò? Che cosa gli era passato per la mente quando aveva pensato che sarebbe stato okay dare una possibilità alle speranze dei propri amici e andare insieme in un luogo tanto orribile frequentato da gente altrettanto disgustosa?
Il rumore stridulo di una frenata improvvisa lo fece spaventare, così come la luce di un paio di fari improvvisamente troppo vicini lo accecò per una frazione di secondo. Capì di essersi praticamente lanciato in mezzo alla strada durante la corsa fuori dalla discoteca e di aver rischiato di farsi mettere sotto da un auto solo quando, accucciato sulle ginocchia e con gli occhi lucidi per lo spavento, si ritrovò il muso della vettura a pochi centimetri dal viso.
«Che cazzo fai, coglione?» Fu la domanda scontrosa di quello che, ora a pochi passi da Taehyung, sembrava essere il conducente dell'auto.
STAI LEGGENDO
YUÁNFÈN
Fanfiction[KOOKV] Il termine "yuánfèn" (缘分) indica che l'affinità e la relazione tra due persone è predestinata: si tratta del destino, del caso, di quella forza vincolante e misteriosa che fa incrociare due vite in modo significativo. Jeongguk e Taehyung, d...