Davanti la porta di quella che sapeva fosse casa di Jeongguk, Taehyung aveva cominciato a camminare avanti e indietro su quel vialetto, calciando ogni tanto dei piccoli sassolini che intralciavano quei suoi movimenti agitati.
Non riusciva a spiegarsi il motivo per il quale fosse così nervoso, temeva che Jeongguk potesse essere arrabbiato con lui perché non gli aveva mandato alcun messaggio. Ma come poteva farlo? Il suo cellulare era ancora sotto sequestro, così come lui rimaneva ancora in punizione fino al fine settimana. Era anzi da ritenersi un miracolo il fatto che avesse ottenuto il permesso per andare a casa di Jimin.
D'altro canto, però, Jeongguk non poteva sapere che Taehyung non avesse il cellulare, quindi magari gli aveva mandato dei messaggi e, non avendo ricevuto alcuna risposta, aveva pensato che a Taehyung non importasse nulla e si fosse dimenticato di lui. Il solo pensiero di questa possibilità lo preoccupava ancora di più.
Ciò che Taehyung seriamente temeva era ritrovarsi davanti un Jeongguk scocciato e innervosito dalla propria presenza così come l'aveva visto quel giorno in ospedale. Ripensare a quella giornata lo faceva sentire ridicolo, perché era chiaro che Jeongguk non lo volesse in mezzo ai piedi ma lui, infantile com'era, aveva continuato a insistere e insistere ancora, e non sapeva grazie a quale divinità Jeongguk non si fosse seriamente arrabbiato con lui ma l'avesse semplicemente ignorato.
Certo, aveva detestato quel suo comportamento, ma era un sollievo sapere che non lo odiasse. Era questo il motivo per cui il giorno seguente gli aveva fatto visita nuovamente, questa volta per scusarsi di non aver compreso il suo desiderio di voler rimanere solo, e Jeongguk sembrava del tutto un'altra persona. In quei due giorni sembravano aver fatto dei grossi passi avanti, dunque perché Taehyung temeva così tanto di ritrovarsi davanti un Jeongguk arrabbiato?
Prese un respiro profondo, impiegò un'altra decina di minuti per recuperare quel dannato coraggio che spariva ogni qualvolta ci fosse Jeongguk di mezzo, cercò di tranquillizzare il suo animo e, inutile negarlo, anche il suo cuore – perché aveva cominciato a battere più velocemente non appena si era avvicinato alla porta? Che quel ragazzo gli facesse qualche strano effetto? Scosse immediatamente la testa: era impossibile.
Si decise quindi a passare all'azione, l'indice destro era finalmente sul pulsante del campanello ad avvisare della propria presenza, dunque nascondersi dietro qualcosa e far finta di non essersi mai trovato lì era ormai un'opzione da scartare. Avrebbe semplicemente dovuto comportarsi come sempre.
Riuscì a sentire la voce un po' roca di Jeongguk borbottare qualcosa, era piuttosto sicuro si trattasse di un "sto arrivando" accompagnato da un'imprecazione, probabilmente per essere stato disturbato. Quando la porta venne finalmente aperta, Taehyung perse qualche battito, un sorriso imbarazzato arricciava le sue labbra.
«Taehyung? Che ci fai qui?» Furono le prime parole di Jeongguk, un'espressione sorpresa e al tempo stesso preoccupata sul suo volto, lo sguardo che vagava al di là delle spalle del minore, forse alla ricerca di qualcun altro oltre Taehyung.
Jeongguk era chiaramente nervoso per qualcosa.
«Volevo.. volevo sapere come stavi..» Rispose in maniera impacciata Taehyung, le dita che non smettevano di attorcigliarsi tra di loro all'interno della tasca della sua giacca primaverile. Guardò poi Jeongguk, che a stento portava una maglia a maniche corte e dei pantaloncini, e si chiese se davvero facesse così tanto caldo o se fosse il maggiore tra i due a essere strano.
«Hai il mio numero, no? Potevi mandarmi un messaggio.» Fu la risposta sbrigativa di Jeongguk, ora lanciando delle occhiate verso l'interno della casa. Taehyung non sembrò farci caso.
«I miei genitori mi hanno preso il cellulare per tutta questa settimana.. volevo dirti anche questo, sono venuto qui apposta per dirti questo. Avevo promesso che ti avrei scritto un messaggio, ma non l'ho potuto fare e volevo scusarmi.» Nemmeno questa volta si era preparato un discorso di scuse, dunque aveva semplicemente provato a dire ciò che gli era passato per la mente, anche se il fatto che Jeongguk sembrasse davvero poco interessato alla propria presenza non lo aiutava a esprimersi liberamente, né a sentirsi a suo agio.
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YUÁNFÈN
Fanfic[KOOKV] Il termine "yuánfèn" (缘分) indica che l'affinità e la relazione tra due persone è predestinata: si tratta del destino, del caso, di quella forza vincolante e misteriosa che fa incrociare due vite in modo significativo. Jeongguk e Taehyung, d...