Sguardo serio, quasi scocciato, braccia incrociate all'altezza del petto e piede che batteva sull'asfalto rovinato di quel quartiere altrettanto decadente. Jeongguk stava aspettando una risposta da parte del ragazzino davanti i suoi occhi.
Taehyung non riuscì a rispondere, né osò sollevare lo sguardo verso colui che gli aveva appena rivolto la parola. Stava tremando dalla testa ai piedi e fortunatamente le ciocche troppo lunghe nascondevano quegli occhi lucidi e pieni di lacrime che minacciavano di sgorgare da un momento all'altro.
Nel giro di pochi istanti si era lasciato toccare più del dovuto da una ragazza, era letteralmente scappato a gambe levate dalla discoteca, mollando lì i suoi amici che probabilmente adesso si stava chiedendo dove diavolo si fosse cacciato e infine aveva rischiato di farsi investire. Aveva il diritto di piangere, no?
Evidentemente fece pena a quello che era quasi stato il suo omicida e al tempo stesso il suo salvatore, perché quest'ultimo si inginocchiò all'altezza di Taehyung e tentò una seconda volta, con un approccio un po' più gentile rispetto al primo, di ottenere una reazione da parte sua. «Mi hai sentito o no?»
Al secondo silenzio da parte di Taehyung, ancora sotto shock, prese il suo mento tra le dita e gli sollevò il viso. Non fu molto sorpreso di notare quelle lacrime accumulate ai lati dei suoi occhi, in fin dei conti anche lui s'era preso un grosso spavento per la paura di non essere riuscito a frenare in tempo.
«Stai bene, ragazzino?»
Non che fosse realmente interessato alla sua salute, semplicemente sarebbero stati cazzi amari se l'avesse colpito davvero, nonostante fosse piuttosto sicuro di essersi fermato a qualche centimetro dal suo corpo.
Se il danno fosse stato fisico, il ragazzino avrebbe sicuramente cominciato a lamentarsi a causa del dolore, quindi Jeongguk arrivò da solo alla semplice conclusione che almeno fisicamente stesse bene. «Forza, alzati.» Disse, stringendo le dita attorno al suo avambraccio per tirarlo in piedi.
Le gambe di Taehyung tremarono e dovette aggrapparsi alle spalle di quello sconosciuto per non cadere per terra. Versava in un pessimo stato, notò Jeongguk. Sembrava devastato ed era più che sicuro che l'unico motivo non fosse quel – per fortuna – mancato incidente.
Non era nella sua indole aiutare gli altri, evitava i contatti umani come ai tempi si evitava la peste. Quel ragazzino, però, aveva smosso qualcosa nel suo animo ed era certo non fosse un semplice senso di colpa per aver quasi rischiato di investirlo. Nemmeno si rese conto di averlo aiutato a sedersi sul gradino di un negozio e di essersi persino accomodato accanto a lui, nonostante quest'ultimo non avesse ancora proferito una singola parola né si fosse mostrato intenzionato a collaborare.
«Senti, non sembri stare bene. Dubito tu sia qui da solo, dove stanno i tuoi amici?» Chiese ancora Jeongguk, ormai spazientito dal silenzio altrui.
S'aspettava che almeno si scusasse per esseri buttato in mezzo alla strada o che lo ringraziasse per averlo aiutato, ma niente. Nessun suono uscì da quelle labbra.
«Stanno dentro, immagino, vado a cercarli.» E proprio mentre s'era alzato per dirigersi all'interno del locale e cercare in qualche modo i suoi amici – magari avrebbe chiesto a chiunque se avessero perso di vista un amico – due ragazzi si precipitarono in strada, degli sguardi chiaramente preoccupati e terrorizzati si potevano leggere sui loro volti.
Jeongguk fu veloce a immaginare si trattasse dei presunti amici che avrebbe voluto cercare da sé, perché subito riconobbero il loro amico seduto su quel gradino, le guance bagnate dalle lacrime che non era più riuscito a trattenere e lo sguardo ancora spaventato puntato sulle mattonelle sporche e rovinate di quel marciapiede.
Il rumore del rombo di un'auto sportiva fu l'unico suono che Taehyung riuscì a collegare a quello sconosciuto che dubitava avrebbe rivisto in futuro.
Taehyung non rivolse la parola a Seokjin e Jimin per i successivi tre giorni, non perché fosse arrabbiato con loro, ma perché non sapeva come raccontare ciò che era successo quella sera senza apparire ridicolo ai loro occhi. Con quale coraggio avrebbe dovuto dire che una ragazza l'aveva toccato in una maniera molto poco gradita e aveva persino tentato di baciarlo, così lui se l'era data a gambe levate come un codardo e aveva rischiato di farsi investire, facendo poi una gran bella figura di merda di fronte a quel ragazzo che s'era mostrato più gentile di quanto sembrasse?
La vergogna per ciò che era successo era troppa, non riusciva nemmeno a guardare i suoi amici negli occhi quando li incontrava inevitabilmente nei corridoi. Più questi provavano a parlargli, più Taehyung s'allontanava con la scusa di dover tornare in classe.
Jimin si stava già lasciando torturare dai sensi di colpa, temeva che la loro amicizia fosse andata in frantumi nell'esatto momento in cui, una volta riaccompagnato Taehyung a casa sua quella sera, quest'ultimo non li aveva nemmeno salutati ma si era richiuso in fretta la porta alle spalle.
Seokjin, invece, era sicuro che fosse solo una cosa passeggera e che Taehyung avrebbe nuovamente rivolto loro la parola non appena si fosse sentito meglio. Quella volta fu Seokjin ad avere ragione, perché dopo quattro giorni Taehyung s'aggiunse finalmente al loro tavolo durante la pausa pranzo.
«Ciao ragazzi.» Fu il timido saluto di Taehyung, sembrava fosse tornato il solito ragazzino imbarazzato che avevano conosciuto al primo anno del liceo.
«Hey, Taehyung! Come stai?» Chiese Jimin, un sorriso sincero ad illuminargli il viso, che contribuì a rassicurare Taehyung. Quindi non erano arrabbiati con lui per averli evitati ogni giorno? Anche lo sguardo di Seokjin esprimeva tutto tranne che rabbia, il che fece nascere un accenno di sorriso anche sul volto di Taehyung. Non poteva chiedere degli amici migliori.
«Mi dispiace per avervi ignorato, ragazzi. Io.. io sono stato uno stupido,» si scusò Taehyung, le scene di quel sabato sera improvvisamente si fecero spazio nella sua mente al solo pensiero che avrebbe dovuto raccontare ai suoi amici com'erano andate le cose.
Questi capirono che il discorso del loro amico non si limitava di certo a delle scuse, quindi lo lasciarono continuare senza proferire alcuna parola. Taehyung così si sforzò di descrivere lo spiacevole "incontro" con la ragazza, senza scendere troppo nei particolari perché era fin troppo imbarazzante dire loro che qualcuno aveva sfiorato, seppur da sopra il tessuto dei pantaloni, le sue parti basse prima ancora del proprietario stesso! Taehyung, infatti, era ciò che di più puro e innocente esistesse al mondo, mai si era toccato e mai aveva pensato di farlo.
Le reazioni dei suoi amici, da un lato preoccupate e dall'altro incuriosite da quella storia, lo convinsero a continuare il racconto. Così fu il momento di raccontare come aveva quasi rischiato di rimanere secco sotto le ruote di un auto e il secondo "incontro" di quella sera, un ragazzo con il quale non era nemmeno riuscito a scusarsi e che nonostante ciò l'aveva aiutato più del dovuto.
Spiegò come l'imbarazzo e lo shock della situazione l'avevano quasi reso incapace di intendere e di volere, così come il groppo in gola gli aveva impedito di parlare. Aveva decisamente fatto la figura del fesso, ma la consapevolezza che non avrebbe mai più incontrato quel ragazzo gli fece tirare un sospiro di sollievo.
Jimin e Seokjin si mostrarono comprensivi nei confronti del loro amico, capirono che vi era un motivo valido dietro il comportamento che aveva avuto Taehyung negli ultimi giorni e per questo fu semplice andare oltre la faccenda, promettendosi a vicenda che non avrebbero più tirato fuori l'argomento, così da evitare di far imbarazzare ulteriormente Taehyung.
Ciò che purtroppo non poteva ancora sapere era che lo sconosciuto di quella sera l'avrebbe rivisto nelle più improbabili situazioni che potesse immaginare.
STAI LEGGENDO
YUÁNFÈN
Fanfiction[KOOKV] Il termine "yuánfèn" (缘分) indica che l'affinità e la relazione tra due persone è predestinata: si tratta del destino, del caso, di quella forza vincolante e misteriosa che fa incrociare due vite in modo significativo. Jeongguk e Taehyung, d...