Sbadiglio, e chiudo gli occhi lentamente, per poi riaprirli. Siamo nella stanza degli incontri e stiamo aspettando Roberto, che a quanto pare questa sera è in ritardo. Appoggio la mia testa, alla spalla di Vanessa e sospiro, mi guardo intorno. Adolescenti, ragazzi e ragazze, più o meno della mia stessa età, messi in cerchio tutti quanti con un problema serio, che sia autolesionismo che sia anoressia, che sia dipendenza da droga, che sia trauma infantile, che sia abuso sessuale, siamo tutti qui che ci guardiamo, con delle facce un po' perse nei propri pensieri, con gli occhi un po' più bui di prima, meno brillanti di quando eravamo bambini, e forse è proprio questo che ci accomuna.
Mi sto stancando di stare qui ad aspettare una persona che in ogni caso non voglio vedere, ho voglia di alzarmi e di andarmi a prendere una cioccolata calda con i miei cinque amici, non di rimanere qui dentro a non fare nulla. Sospiro e mi alzo
-dove vai?- mi chiede Vanessa, io la guardo ma non le rispondo, mi avvicino alla libreria e inizio a leggere i titoli dei vari libri, niente che mi incuriosisca davvero, ne sfilo alcuni guardo la copertina, apro una pagina a caso e provo a leggerla ma nulla, niente mi piace davvero. Vado avanti così per un po', non c'è nulla da fare, niente che mi convince.
-che c'è che non va?- mi chiede una voce dietro di me, oramai famigliare alla mie orecchie, mi giro e incontro gli occhi verdi di Rocco
-cosa?- gli chiedo confusa
-quando c'è qualcosa che ti turba, non riesci a stare ferma, e non ti piace nulla, ecco perché è da un quarto d'ora che tiri fuori libri ma non ne prendi nemmeno uno- mi dice sorridendo apprensivo, io sospiro alzando le spalle, ma perché lui lo capisce, gli basta guardarmi per capire che cosa mi succede, odio questa cavolo di situazione, sono in una posizione inferiore alla sua.
Lui continua a guardarmi con un sopracciglio alzato -allora?-
-mi sto annoiando- dico appoggiandomi alla libreria, lui mi guarda
-lo sapevo- mi dice sorridendo, io lo guardo e alzo gli occhi al cielo per poi rincontrare i suoi -okay... okay va bene la smetto promesso?- dice facendo uno dei suoi sorrisi, che anche se non ne hai voglia, ti fanno sorridere. Perciò abbasso lo sguardo per non fagli vedere che sto sorridendo. Lui mi mette due dita sotto il mento e mi fa incontrare i suoi occhi -che vuoi fare?- mi chiede
-andarmene, ma questo non lo possiamo fare, perciò smettere di annoiarmi? Non ne posso più- sospiro, lui mi guarda ridacchiando -che c'è?- gli chiedo alzando un sopracciglio confusa
-sei impossibile- mi dice sorridendo io alzo le spalle e torno concentrata alla ricerca di un libro.
Accarezzo tutti i vari libri con un dito, mentre tengo gli occhi chiusi, alla fine mi fermo su un uno, apro gli occhi e lo sfilo. Una copertina lucida mi si presenta davanti, la foto di due ragazzi in un treno, la ragazza appoggiata al ragazzo, stanno tutti e due guardando fuori. Sopra c'è su scritto il titolo "Cercami nel vento" c'è qualcosa che non mi convince, ma dentro di me una vocina mi dice che devo leggerlo. Lo apro a caso in una pagina e il mio sguardo cade su una frase "viviamo per sopravvivere ma non smettiamo di innamorarci" un sorriso compare, involontario, nelle mie labbra. Quando leggo una bella frase dentro di me sento sempre una specie di morsa, e ora l'ho sentita, perciò chiudo il libro, lo prendo e me lo stringo al petto. Rocco è rimasto lì a guardarmi tutto il tempo, mi sento studiata, e non mi piace, anzi lo odio. Incontro il suo sguardo
-ehi non sono un topo da laboratorio, non mi guardare così- gli dico un po' scocciata, lui sembra risvegliarsi da una trans in cui era caduto, non posso fare a meno di sorridere di fronte a tanta tenerezza
-sì lo so scusami, non volevo studiarti, allora hai trovato?- mi chiede, annuisco felice come una bambina di cinque anni. Mi circonda le spalle con il braccio, e mi stampa un bacio sulla testa mentre torniamo nel cerchio. Nicolas lo chiama, il mio compagno di stanza mi spettina i capelli e poi si allontana da me. Torno seduta vicino a Vanessa e a Ginevra
-quando lo capirai Carly?- mi chiede Vanessa
-cosa?- le chiedo confusa voltandomi verso di lei
-parla di Rocco, se avesse potuto ti avrebbe scopato li su due piedi, dai Carly ti mangiava con gli occhi- mi dice Ginevra
-ancora con questa storia?- chiedo guardando tutte e due, loro annuiscono -ma piantatela, non gli piaccio, siamo solo amici- dico con una leggera nota di tristezza, mi schiarisco la voce per nasconderla.
Non posso permettermi di stare così per un ragazzo soprattutto se lui è il mio compagno di stanza. Le mie due amiche si guardano e scuotono la testa
-testarda- dicono all'unisono, io le spintono e scoppiamo a ridere
-che avete tanto da ridere belle fanciulle?- chiede Nicolas avvicinandosi a noi sorridendo, quel ragazzo ha sempre il sorriso tra le labbra, mi correggo un adorabile sorriso, che inoltre è contagioso. Infatti sorrido mentre dico -niente niente, solo cose tra ragazze- lui alza le scrolla le spalle, anche gli altri due ragazzi si avvicinano, Michael si siede acconto a Ginevra e lei le sorride. Io lancio uno sguardo a Vanessa, sorridiamo tra di noi, Ginevra ci sta nascondendo qualcosa. Distolgo però velocemente lo sguardo, e continuo a sorridere
-avevamo pensato di andare al piano di evasione dopo, che ne dite?- ci chiede, io guardo le mie amiche e loro guardano me, alziamo le spalle
-per noi è okay- dice Vanessa sorridendo.La porta si apre e da quella finalmente entra Roberto, con i capelli scompigliati e il fiato corto
-scusatemi ragazzi ho avuto un imprevisto- dice entrando nella stanza e sedendosi in una sedia del cerchio per riprendere fiato -bene, questa sera di che parliamo?- ci chiede quando finalmente riesce a respirare normalmente.*********
Quando Roberto finalmente ci lascia andare, mezz'ora prima del solito, dicendoci che deve andare perché ha un imprevisto, salutandoci e ricordandoci come sempre che tra due giorni ci sarà di nuovo un altro incontro, ci alziamo e iniziamo ad uscire da quella maledetta stanza. Credo ci tenga proprio a darci questa oppressione, ma dico io lasciarci respirare no, sappiamo che tra due giorni saremo sempre rinchiusi qui dentro per un ora, lo sappiamo non è che ce ne dimentichiamo. Il primo ad uscire è lui e subito dopo escono un po' tutti. Gli ultimi ad uscire siamo noi 6, che chiacchieriamo tranquillamente, io ho ancora il mio libro che tengo stretto al petto e che devo portare in camera
-allora ragazzi andiamo?- chiede Ginevra camminando accanto a me
-si certo, voi andate io passo un attimo in camera per appoggiare il libro in camera e vi raggiungo- dico io facendo vedere il libro tutti annuiscono, Rocco mi si avvicina e mi sussurra, così che possa sentire solo io -vai da sola?- lo guardo sorridendo
-certo nessun problema, ce la faccio tranquillo- gli dico rassicurandolo, lui mi sorride e si avvia con gli altri.
Io cammino lentamente verso la camera numero 27, apro la porta e dentro ci trovo una delle poche persone che non mi sarei mai aspettata di vedere qui.
STAI LEGGENDO
We are
RomanceATTENZIONE! Questa storia affronta argomenti come l'autolesionismo, l'anoressia l'alcol, il fumo e la droga. Uno sbaglio, un errore di troppo, è quello che porta Carlotta dentro le mure di un ospedale. Lei che è chiusa in se stessa, che non vuole...